Faenza, Maria Pia Timo protagonista in piazza Nenni il 9 agosto con l’orchestra di Mirko Casadei

Romagna | 08 Agosto 2022 Cultura
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Federico Savini
«La cosa che rivendico con maggiore orgoglio de “Il ballo” è che si tratta di un vero e proprio spettacolo musicale, che oltretutto racconta la Romagna pressoché a 360 gradi, tra le risate e però anche tanti spunti presi dalla storia reale e popolare di questa terra. Alterna risate fragorose e momenti poetici veri, è una cosa che mi piace tantissimo». Parlare di «spettacolo in piena regola» è davvero il minimo che possa fare Maria Pia Timo, che riporterà in scena «Il Ballo» martedì 9 agosto in piazza Nenni a Faenza, per uno degli appuntamenti più attesi di Teatro Masini Estate. In scena con l’attrice faentina ci sarà la Mirko Casadei Popular Folk Orchestra in un travolgente viaggio di musica, parola, risate e ancheggiamenti che ripercorrerà la storia del nostro territorio attraverso la prospettiva del ballo popolare, e anche delle storie di Secondo e Raoul Casadei. «Lo spettacolo è prodotto da Cronopios e Patàka e in una primissima versione coinvolgeva Ivano Marescotti con l’orchestra di Mirko - spiega Maria Pia Timo -. Io non conoscevo Mirko personalmente ma la proposta di lavorare a uno spettacolo sul ballo ha subito entusiasmato sia me che Roberto Pozzi, che ha poi riscritto completamente lo spettacolo, che incorpora molte canzoni e numeri danzanti dell’orchestra».
Ma tu sei una ballerina?
«Beh, ‘ballerina’ una parola grossa ma posso dire di aver fatto lezioni di ballo su boogie e rock’n’roll. Diciamo che quelle musiche le so ballare, e poi conosco un po’ anche i balli popolari antichi nostrani, come le manfrine, di cui si parla nello spettacolo e che per un certo periodo erano fondamentali per intortare a Faenza! Ma il guaio è che Mirko non sa ballare! Lo ammette lui stesso, gliene va dato atto. In questo spettacolo svela il suo lato più umano e autoironico. Ed è, ovviamente, anche molto fiero di ricordare suo padre».
L’interazione con l’orchestra è un punto chiave dello spettacolo…
«È ciò che lo rende uno ‘spettacolo musicale’ al 100%, una cosa abbastanza rara a vedersi oggi in Romagna. Come detto, non ci conoscevamo ma l’intesa si è creata subito e cresce di replica in replica. È in continua costruzione. Io per esempio improvviso molto con il sassofonista e interagisco anche con Stefano Gugliarelli, formidabile cantante e chitarrista».
Lo spettacolo racconta, tra le risate, tanti aspetti della Romagna; dunque non solo il ballo, che fa da filo conduttore. Ma merita il ruolo iconico che gli attribuiamo?
«Sì, assolutamente, il ballo popolare in Romagna ha avuto un’importanza non sottovalutabile, ma lo dicono anche Zavattini e tanti altri. Noi non siamo molto carini con il nostro folk, lo snobbiamo forse perché qui ha avuto un successo incredibile, ma l’affetto che l’orchestra e le canzoni di Casadei suscitano nel pubblico lo vedi subito. Anche al Jova Beach Party tutti cantavano i pezzi di Raoul. Anche all’Arena delle Balle di Cotignola alla fine tutti ballavano e saltavano, in un contesto poco formale questo è l’effetto che suscita la musica su tutti. Poi lo spettacolo parla anche di gastronomia, e tra l’altro a Ferragosto presenterò il mio libro sulla piadina a Cervia, e ancora delle differenze tra l’Emilia e la Romagna, dei nostri soprannomi assurdi, delle vacanze al mare e tanto altro».
In settembre tornerai in piazza a Faenza con la Metallurgica Viganò?
«Saremo alla Molinella il 7 e 8 settembre e quello che posso anticipare è il tema di quest’anno, attualissimo: “Love & peace”».
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