Faenza, Luca Venturi: «Finalmente la Piccola Betlemme ha la nuova sede, siamo arrivati a 20mila pasti serviti nel post alluvione»

Romagna | 17 Novembre 2023 Cronaca
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Riccardo Isola - «Ormai non siamo più nella fase di emergenza o post legata all’alluvione, oggi ci si trova a una stabilizzazione, per non dire crescita costante, delle richieste di aiuto all’autosufficienza alimentare e non solo da parte delle famiglie faentine. La situazione delle nuove povertà è un problema che quotidianamente viviamo e che non va assolutamente sottovalutato perché il rischio di nuove impennate nei numeri sono molto sicure». Così Luca Venturi deus ex machina assieme alla moglie Camilla Marangon dell’iniziativa solidale nata nel 2017, denominata «La piccola Betlemme», commenta lo stato dell’arte della situazione sociale del territorio faentino. Lo fa da un osservatorio assolutamente privilegiato, loro malgrado, visto che con l’Emporio solidale, la mensa e le attività che da cinque anni portano avanti con determinata caparbietà solidaristica, aiutano migliaia di persone alla settimana. «Oggi siamo arrivati a quota 2.900 persone. Sono tante famiglie, italiane, faentine, straniere che per ragioni diverse, non necessariamente per motivi di disagio estremo - sottolinea Venturi - non riescono ad arrivare non solo a fine mese ma a metà. Mutui, spese fisse, chi ha perso casa, chi il lavoro ma anche solo chi non più l’auto ma deve continuare a pagare rate non ce la fa a portare la spesa a casa per la propria famiglia. Una situazione che sta interessando anche e soprattutto le persone anziane. Da maggio, per vari motivi abbiamo sfornato quasi 20mila pasti. Ancora oggi - prosegue l’ideatore - ci sono una ventina di persone di una certa età, colpite dal fango e dall’acqua e quindi fuori casa, che vengono alla mensa perché non sanno come fare».

NUOVA SEDE
In questa parte finale del 2023 una novità importante sta caratterizzando l’operato, la logistica e l’organizzazione dell’associazione. Si tratta della presa in possesso della nuova sede. La Piccola Betlemme, infatti, nell’ultimo periodo aveva creato il suo quartier generale all’interno del giardino del palazzo delle Esposizioni. Location non più adatta in quanto l’intero stabile è interessato da un imponente recupero architettonico e quindi di un cantiere che non permette la coabitazione. Da qui l’esigenza di trovare una nuova, più grande e più stabile sede dove poter continuare questa missione. «Grazie all’interessamento diretto del Comune ma anche e soprattutto dei tanti amici, sostenitori e partner - sottolinea con euforia Venturi -da qualche settimana abbiamo preso possesso della nuova sede. Siamo alle porte della città, in un luogo in muratura assolutamente adeguato e calibrato per rispondere ai numeri e alle esigenze gestionali della nostra attività. Adesso - aggiunge - dobbiamo ancora sistemare le ultime cose, entro breve arriverà, grazie alle donazioni private, una casetta dove allestiremo il nostro emporio che di fatto si trasformerà in un vero e proprio supermarket solidale. Siamo felicissimi di essere qui in via Leonardo Da Vinci, in una sede che entro i primi di dicembre vorremmo inaugurare in modo ufficiale, perché ci permette di lavorare con più tranquillità, comfort, efficacia e sicurezza per tutti»

LA PICCOLA BETLEMME
Questo è indiscutibilmente un virtuoso progetto di economia circolare. «Quotidianamente recuperiamo dalle aziende il cibo in scadenza, fallato, in eccesso o invenduto. Il cibo – spiegano dalla una volta selezionato, viene ridistribuito alle persone in difficoltà, o offerto attraverso un servizio di cucina e mensa in locali del Comune. Ogni anno la Piccola Betlemme recupera più di 100 tonnellate di cibo e riesce ad assistere quasi 3.000 persone bisognose, purtroppo in continuo aumento». L’associazione, composta interamente da volontari, è impegnata da cinque a creare una rete con i supermercati, le aziende impegnate nel food, i negozi e i ristoranti per l’approvvigionamento di generi alimentari ma anche di prima necessità per rispondere i bisogni di questa parte di comunità. C’è però una sottolineatura che lo stesso Venturi lancia alla comunità: «i bisogni e le necessità stanno aumentando e le nostre forze, seppur straordinarie per determinazione, avrebbero bisogno di essere aumentate. Questo quindi vuole essere un appello a chiunque avesse qualche ora da poter dedicare, da noi troverebbe le porte super aperte e accoglienti».

L’allarme della Caritas: «quasi 600 colloqui nel 2023», il 19 intitolazione di una sala a Damiano Cavina
In occasione della VII Giornata mondiale dei poveri, domenica 19 novembre, la Caritas diocesana lancia la campagna Aiutaci ad aiutare! a favore delle azioni in sostegno delle persone in povertà. Tramite donazioni materiali e disponibilità di tempo tutti possono dare un importante contributo: dalla mensa alla distribuzione viveri e vestiti fino al dormitorio notturno o all’ambulatorio medico. I dati raccolti nel 2023 dal Centro di ascolto diocesano (600 persone incontrate, 11mila pasti serviti) mettono in luce un territorio con molte fragilità e ancora lontano dal ritornare ai livelli pre-pandemia. In particolare è significativo l’aumento dei pasti serviti: 3mila in più rispetto al 2022. In aumento anche la distribuzione viveri. Particolarmente complicato è il sostegno alle persone straniere. In tutto 150 gli interventi di orientamento a servizi socio-sanitari, per questioni lavorative, supporto all’acquisizione della residenza e per pratiche burocratiche e legali. In percentuale, nel 2023 il 26% sono stati italiani e il 74% stranieri. Tra le iniziative promosse durante la Giornata mondiale dei poveri, la Caritas invita a partecipare domenica all’intitolazione della sala del Centro di Ascolto diocesano a Damiano Cavina, operatore Caritas deceduto nell’aprile dello scorso anno che ha dedicato la propria vita al servizio verso gli ultimi. L’intitolazione della sala vuole essere un modo per tenere viva la sua testimonianza. Alle 20 si terrà la benedizione dei locali dell’accoglienza femminile, un servizio che offre quattro posti letto a donne che vivono situazioni di particolare criticità. Il servizio è attivo dal 2014 e da quando è stato aperto sono state accolte 60 donne, 18% italiane, 77% straniere e 5% con doppia cittadinanza. Il 30% di queste aveva più di 55 anni, e in particolare il 15% più di 65 anni. Finora nel 2023 sono state una decina le donne ospitate.

 
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