Faenza, Luca Venturi della Piccola Betlemme: «Prepariamo pranzi a 400 famiglie alluvionate, avanti anche in agosto»
Riccardo Isola - L’emergenza alluvione non è finita. Per niente. Lo dimostrano i numeri che caratterizzano l’operato della Piccola Betlemme, associazione che da anni cerca di dare una risposta al welfare di comunità realizzando l’Emporio solidale e parallelemente la mensa per chi ha bisogno di mettere sotto i denti qualcosa ogni giorno ma fatica a poterlo fare. Sono numeri impressionanti quelli fotografati da Luca Venturi, che assieme alla moglie Camilla Marangon e una cinquantina di volontari che nel corso degli anni si sono aggregati, hanno dato vita a questa iniziativa. «Oggi per le cosiddette nuove povertà e per le situazioni di emarginazione grave, tra emporio e mensa, diamo una risposta a 2.900 nuclei famigliari tre volte alla settimana». Se facciamo una media di tre persone per nucleo si arriva a quasi 9.000 persone. Se questo non bastasse ad aggravare la situazione ci si è messa pure l’alluvione. «Dal 17 maggio - spiega Venturi - ci siamo messi in gioco per dare pasti caldi alle persone gravemente colpite dall’acqua e fango e ai volontari, esercito e uomini della Protezione civile che si sono prodigati per aiutare la popolazione, nella città e a Castel Bolognese. Per due volte al giorno parliamo di 200 pasti alla volta. Oggi siamo arrivati a dare una risposta a circa 400 nuclei, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di famiglie alluvionate, che non hanno ancora una casa dove poter ritornare alla vita normale». Anche in questo caso, se utilizziamo una media di tre persone per nucleo, si parla di 1.200 persone. Un esercito.
Turni massacranti, viaggi di approvvigionamento continui, temperature estreme nella cucina allestita e realizzata all’interno di una struttura temporanea nel giardino del Palazzo delle Esposizioni, stanno provando, duramente, la resistenza degli “angeli del cibo”, come ormai sono stati ribattezzati gli operatori volontari della Piccola Betlemme. Anche perché «dopo l’intervento dei Rioni di Faenza nei giorni immediatamente successivi al disastro, di fatto – rimarca con preoccupazione Venturi – gli unici nel farsi carico di questo servizio siamo noi. E’ vero che la Caritas distribuisce viveri e beni necessari alle famiglie, ma non si occupa di cibo cucinato e distribuito a livello quotidiano. Così stiamo arrivando veramente allo stremo, anche se continueremo anche per tutta estate a non far mancare le nostre disponibilità per proseguire nel servizio». Se all’inizio, progressivamente, la Piccola Betlemme tra emporio e mensa arrivava a distribuire settimanalmente una tonnellata di generi alimentari «oggi siamo arrivati a superare le 3,5 tonnellate di cibo. Un’enormità resa possibile - prosegue Venturi - grazie all’attenzione, alla solidarietà, all’impegno e alla costanza di partner distribuiti non solo sul territorio locale ma anche a livello nazionale. Questo - chiude - ci fa ben sperare».
Infine c’è la questione della nuova sede. La Piccola Betlemme, infatti, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale ha trovato uno stabile poco fuori il centro, dove realizzare la nuova sede, con cucina coperta, sala grande per l’emporio, spazi adeguati per lo stoccaggio del materiale e soprattutto con uno spazio dedicato alla mensa. «Il problema è che l’emergenza post alluvione e la mancanza delle risorse stanno facendo un po’ rallentare le opere di ripristino e adeguamento dello stabile. Grazie all’interessamento diretto di un privato faentino, che ne finanzierà parte dell’intervento- ci tiene però a sottolineare Venturi - adesso i lavori dovrebbero accellerare portandoci a settembre a prendere possesso della nuova sede. Uno sforzo individuale che si fa risposta collettiva e sociale per il quale non possiamo che essere onorati e grati».