Faenza, le richieste ai futuri candidati a sindaco dagli stakeholder della città

Romagna | 18 Luglio 2020 Politica
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Sandro Bassi – Riccardo Isola - Quali priorità per la città, quali i suggerimenti proposti e le eventuali richieste operative  presentate provenienti dal mondo dell’associazionismo, da quello culturale, ma anche economico e sociale per il futuro di Faenza. E ancora emergenze e perplessità, dubbi e rivendicazioni propositive per il governo della città. Queste sono le richieste che come settesere abbiamo presentato, e presenteremo anche nelle prossime settimane, agli steakholder manfredi in funzione delle imminenti elezioni amministrative. Domande e recriminazioni  rivolte ai candidati  a sindaco nel prossimo quinquennio.

COFFARI-CAMUFFO (CNA): LE PRIORITA’ ECONOMICHE
Di seguito il punto di vista di Luca Coffari (segretario comprensorio faentino Cna) e Canzio Camuffo (Presidente Cna Faenza). Rappresentanti di quel mondo imprenditoriale e artigianale che oggi più di ieri, anche a causa del emergenza sanitaria si trovano a vivere incognite sempre ccrescenti sul futuro. «In questo momento di grave difficoltà a causa dell’emergenza Covid, oltre agli interventi governativi che speriamo si rafforzino e sono fondamentali, serve però che anche le nostre comunità rinsaldino la coesione e guardino, anche con occhi diversi, al futuro della propria città, senza arrendersi difronte alle difficoltà. Per questo a nostro avviso occorre lavorare su questi 3 punti, tra gli altri, all’interno di un lungimirante progetto di città che disegni la traiettoria di sviluppo dei prossimi 5 anni. In primis chiediamo un sostegno alle imprese riducendo la burocrazia locale, dando slancio anche ai nuovi strumenti governativi pensiamo fra tutti all’eco bonus sugli edifici per l’efficientamento energetico che se gestito bene può essere un importante volano economico e ambientale per la città. Inoltre pensiamo al rilancio delle infrastrutture (stradali, ciclabili e tecnologiche) per aumentare la competitività del territorio e consentire agevolmente anche nuove formule di smart working e modalità lavorative. Infine serve rafforzare il legale tra formazione (scuole, Università, Cnd) e mondo produttivo per sostenere l’innovazione del tessuto economico della città, specie in questo particolare momento. Alla luce di tutto questo vogliamo avviare a breve un percorso che possa elaborare un palinsesto di proposte di maggior dettaglio da sottoporre a tutti i candidati Sindaco della città, partendo dalla nostra base associativa».

VENTURI (CONFESERCENTI): IL CONTESTO IMPONE TEMPESTIVITA’
Per il mondo del commercio, in questo numero, è Chiara Venturi di Confesercenti a iniziare a illustrare e chiarire i temi scottanti che dovranno sicuramente essere presi in esame da chi si candida a guidare la città per i prossimi cinque anni. «Le tematiche sono più o meno quelle note: da una riduzione generale della pressione fiscale ad interventi mirati per la maggiore sicurezza. Non dimentichiamo poi la valorizzazione del decoro urbano, del potenziamento dell’animazione del centro storico e la determinata voglia di promozione turistica. In questo momento, però, la priorità è avere la lungimiranza di ciò che inevitabilmente cambierà nel post Covid-19. E’ ancora prematuro poter stilare, oggi, un vero e proprio bilancio sull’impatto economico che il Covid-19 ha avuto e sta avendo sulle imprese, ma diventa fondamentale saper comprendere come l’intero sistema cambierà. Se pensiamo che a faenza, di fatto, il turismo di fatto è azzerato, da tempo uno dei nostri punti di forza, bisogna aver ben a mente che serve un ripensamento complessivo magari e sempre più in ottica comprensoriale. In ambito lavorativo è innegabile che la prospettiva è diversa rispetto al passato. Lo smart working, ad esempio, ha avuto e avrà ricadute, soprattutto per i pubblici esercizi, molto negative. 
Ma non solo srvono elementi che inizino a inquadrare la gestione degli eventi futuri. Potrà sembrare banale ma allo stato attuale purtroppo abbiamo più interrogativi sul futuro a cui cercare risposta ancora prima di richieste concrete da avanzare.  Quello che possiamo però non smettere di rimarcare è che  servirà sempre di più una capacità progettuale in grado di  valorizzare i luoghi pubblici senza però pensare e guardare solo al grande evento ma magari puntando ad adottare strategie e fisionomie nuove, più calibrate, almeno nel breve periodo. Richiesta molto forte, infine, è continuare a semplificare la burocrazia e gli iter autirizzativi per le imprese. Qualcosa si è fatto si vada avanti e si moltiplichino le iniziative in tale direzione». 

BERTACCINI: SERVE UN NUOVO PROGETTO PER LA CULTURA
Non manca poi l’aspetto culturale tra gli ambiti da cui arrivano suggerimenti e proposte per i prossimi amministratori faentini. Tra gli altri abbiamo interpellato Renzo Bertaccini, dell’omonima libreria in corso Garibaldi, da sempre storico animatore e attento critico delle cose manfrede. 
«Credo che il futuro sindaco – dice Renzo Bertaccini, libraio e organizzatore di eventi - abbia l’esaltante compito di saper disegnare il futuro di questa città, che vuol dire innanzi tutto pensare al lavoro, alle infrastrutture, alla mobilità, all’istruzione, alla salute e ai servizi. Ovviamente, vorrei anche che ci fosse un occhio di riguardo alla cultura, intesa come opportunità di incontro e di crescita collettiva.
 Faenza ha sicuramente una marcia in più rispetto ad altre città romagnole vicine, ed è forse ancora un’eredità dei nostri avi: penso al periodo Neoclassico o agli inizi del ’900 col Cenacolo Baccarini (a Faenza non c’è solo la ceramica ma qualcuno lo dimentica spesso). Di cultura si può vivere ma ci vuole un progetto, cosa che non ho visto negli ultimi 10 anni. La prova più dolorosa la trovo nella vicenda del restauro del Palazzo del Podestà. Si sono spesi un sacco di soldi senza sapere prima cosa davvero ci potrà andare: un luogo per mostre temporanee? O un luogo di valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche del territorio (sempre e solo bere-e-mangiare, sembra che nel centro della città non si possa fare altro)? 
A Faenza abbiamo una ricchissima presenza di privati e associazioni che producono e promuovono cultura. Ma anche qui c’è un difetto nel manico: quel che è mancato in questi ultimi 10 anni è una cornice di regole, da rispettare e valide per tutti, in una logica di trasparenza e di collaborazione. Troppe volte in questi anni abbiamo assistito a iniziative di privati che se pur possono vantare “grandi numeri” e presenza ossessiva sui media, hanno di fatto percorso strade parallele, beneficiando di finanziamenti privilegiati mai discussi nelle sedi istituzionali. 
L’impressione insomma (qui e altrove) è che vada avanti chi ha le conoscenze e gli appoggi giusti, in una logica amicale e personalistica. Alle istituzioni (una volta definita questa cornice) chiederei un maggior rispetto verso chi promuove cultura; alle associazioni una minor litigiosità interna, lasciando da parte la cura del proprio orticello in favore di una reale volontà alla collaborazione»

VITALI  (ITALIANOSTRA): BISOGNA AVERE IDEE NUOVE
Marcella Vitali è presidente della sezione faentina di «Italia Nostra», un’associazione piuttosto battagliera che porta avanti le istanze che furono di Antonio Cederna (il fondatore) e di urbanisti, paesaggisti e protezionisti formatisi con (meglio sarebbe dire contro) il cosiddetto «boom economico» degli anni Sessanta. «In primo luogo - spiega l’attuale presidente dell’associazione - un’amministrazione comunale che fosse lungimirante e attenta dovrebbe individuare un’idea condivisibile dell’identità della città, idea da cui nascono i valori per un futuro, sia di tipo economico che estensivamente politico, non partitico. Poi, non certo in secondo luogo, dovrebbe distinguersi per la credibilità, per un’ampia visione e per la capacità progettuale con cui impostare un lavoro proiettato nel futuro e che non abbia il limite del mandato dei soli prossimi cinque anni. Un’amministrazione capace e attenta alla qualificazione dela vita dei propri cittadini e cittadine e del territorio urbano, architettonico e urbanistico in senso ampio, infine, dovrebbe riportare la città di  Faenza a quel suo ruolo prestigioso sempre assunto nel corso della storia tra le città della Romagna. Una centralità che si rispecchi sia sul piano politico, sia su quello economico e culturale, ruolo ben diverso da quello oggi spesso imperante, purtroppo, frutto della cultura del supermercato e dell’effimero».  (1 - Continua)
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