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Riccardo Isola - «Il problema del recupero e riciclo dei rifiuti, soprattutto della plastica usa e getta, è un problema che va affrontato a tutti i livelli. Dobbiamo puntare sulla prevenzione della creazione dei rifiuti, quindi dell’uso, per limitare l’impatto complessivo. Bisogna partire dalle famiglie e dalla scuola, per arrivare anche alle grandi quantità utilizzate in feste e sagre. Come Legambiente e come associazioni ecologiste stiamo mettendo in campo diversi progetti in tal senso». Così commenta Linda Maggiori, attivista di Legambiente Lamone e storica ecologista, la situazione esistente a Faenza per quanto concerne l’utilizzo e la presenza della plastica nella vita quotidiana delle famiglie.
«Innanzitutto bisogna arrivare a vietare l’utilizzo della plastica usa e getta in ogni eventi e manifestazione pubblica. Questo è un messaggio in primis culturale. Per farlo – prosegue - come ambientalisti abbiamo messo in campo una serie di iniziative che entro breve prenderanno il via anche a Faenza. Oltre a informare e fare incontri, presentando vademecum comportamentali, alle scuole e alla cittadinanza, a breve partirà l’iniziativa “Rifiuti zero”. Si tratta di un’azione premiante per quelle realtà economiche, come ad esempio bar ed esercizi pubblici, che promuoveranno l’abbassamento della produzione dei rifiuti (monodose, plastica usa e getta). Chi adotterà questi stili potrà usufruire di uno sconto della tari da un 5 ad un massimo del 15%».
Ma non solo. Altre sono le iniziative che a Faenza cercano di promuovere il basso impatto della plastica nella vita di tutti i giorni. «Dalla promozione dei pannolini lavabili - spiega la Maggiori - alla “stoviglioteca” allestita al Centro sud in cui le famiglie possono prendere in prestito gratuitamente set di bicchieri e posate per compleanni e feste, stiamo redigendo un progetto per rendere la 100 km del Passatore una manifestazione green. Con il comitato organizzatore - spiega - vorremmo riuscire a convertire i punti di ristoro in postazioni ecologiche con bicchieri e materiali compostabili».
Infine «abbiamo a Faenza un Gruppo di acquisto solidale - conclude - con il quale 70 famiglie ogni tre mesi acquistano prodotti dai produttori locali, biologici, azzerando di fatto gli imballaggi per il cibo».
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