Faenza, l’Alma Mater alla scuola Sarti su un progetto d’avanguardia. Ne parlano Diamanti, Merli e D’Antonio

Romagna | 05 Febbraio 2021 Cultura
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Federico Savini
«Il progetto Sipario è un’autentica avanguardia a livello mondiale e portarlo avanti a Faenza, alla scuola Sarti, sarà importantissimo per la città. Non solo avremo l’Alma Mater concretamente a Faenza, ma qui verranno studenti probabilmente da tutto il mondo, per poter studiare le sonorità dei teatri d’Europa». Benedetta Diamanti sintetizza così l’interesse «pubblico» che vede il Comune di Faenza coinvolto insieme a partner universitari e industriali nell’avveniristico progetto «Sipario», presentato come primo «teatro virtuale» d’Europa per l’ascolto musicale.
In parole povere, una sala della scuola Sarti, nel complesso dei Salesiani di Faenza, verrà adibita a questo progetto, che permetterà di ricreare virtualmente l’acustica di alcuni fra i più importanti teatri d’opera italiani, garantendo una immersività esperienziale mai provata prima.

COME «SUONA» UN TEATRO
A Faenza se ne parla da circa un anno: l’attuale sindaco Massimo Isola era assessore alla cultura mentre Benedetta Diamanti dirige da tempo il settore Cultura dell’Unione della Romagna faentina. Ma è anche vicepresidente della Strada europea dei teatri storici. Ed è grazie a lei che il progetto è arrivato a Faenza. «L’associazione Perspective ha la titolarità della Strada europea dei teatri storici - spiega Benedetta Diamanti -, ente che mette insieme 120 teatri europei, tra cui il Masini di Faenza. Ne facevo parte da tempo, in rappresentanza della nostra città, ma l’ultimo rinnovo delle cariche ha visto la mia nomina alla vice-presidenza. Il progetto di ricerca industriale “Sipario”, co-finanziato dalla Regione attraverso il Por Fesr 2014-2020 e gestito dal Gruppo Csa di Rimini, capofila dell’iniziativa, è stato sottoposto a Perspective dalle università di Parma e Bologna, che lo stanno sviluppando in partenariato con realtà industriali e di alta formazione scientifica come il Cfr di Ferrara. Il professor Lamberto Tronchin, che si occupa di ingegneria acustica e insegna all’Alma Mater, fa parte dell’associazione Perspectiv e dal 2018 lavora al progetto di ricerca industriale “Il suono: arte intangibile delle performing arts. Ricerca sui teatri italiani per l’opera”. In sostanza sta cercando di riprodurre con tecnologie molto avanzate il ‘suono’ dei teatri d’opera. Sappiamo che i suoni che noi ascoltiamo sono la risultanza dell’emissione dello strumento che vibra con le caratteristiche acustiche del luogo e la posizione dell’ascoltatore. Il progetto “Sipario” punta a ricreare virtualmente queste ultime due cose».
I ricercatori stanno quindi elaborando, attraverso una serie di misurazioni altamente tecniche, una sorta di «calchi» dell’acustica dei teatri d’opera italiani, per poi poterne riproporre le condizioni d’ascolto in una sala della scuola Sarti di Faenza. «In pratica - spiega Benedetta Diamanti - sarà possibile, da Faenza, ascoltare un’opera così come la si è ascoltata in un altro teatro, oltretutto collocandosi dove lo si preferisce: in prima fila, nel loggione o addirittura al centro dell’orchestra o sul podio del direttore. In termini di beni culturali immateriali, questa tecnologia permette letteralmente di conservare la memoria acustica, e quindi i suoni prodotti in spazi straordinari. Se l’avessimo avuta un po’ di anni fa, per capirci, oggi avremmo potuto ascoltare l’audio della Fenice di Venezia prima dell’incendio. Il progetto è in fieri, il 23 febbraio organizzeremo anche una conferenza su Webinar per illustrarlo a esperti e cittadini, e in cantiere c’è anche la possibilità di ricreare virtualmente non solo l’audio ma anche le immagini dei concerti, in 3D».

UN PROGETTO D’AVANGUARDIA
«I teatri storici d’opera sono un grande bene del nostro Paese, che ha vari modi per venire valorizzato - spiega Francesca Merli, ingegnere assegnista faentina dell’Università di Bologna, coinvolta nel progetto con il professor Tronchin -. Attraverso il progetto “Sipario” sarà possibile implementare una rete dei teatri d’opera italiani ed europei mediante la riproduzione virtuale delle performance teatrali all’interno di una sala d’ascolto dedicata, che appunto sarà realizzata a Faenza. Utilizzeremo tecnologie sperimentali, relative alla misurazione delle risposte sonore agli impulsi negli ambienti chiusi, raccoglieremo informazioni acustiche sui teatri per poterli ricreare virtualmente. Esiste già una sala d’ascolto, alla Casa del Suono di Parma, che nasce su questi presupposti - precisa Francesca Merli -, ma il progetto risale a dieci anni fa. A Faenza utilizzeremo sistemi di virtualizzazione acustica e visiva a 360° con tecnologie migliori e modulari, quindi anche trasportabili. L’interfacciamento midi, in particolare, permetterà ai musicisti di ascoltare e anche suonare in tempo reale. Inoltre lavoreremo anche sul video».
Ma cosa ci si deve aspettare in concreto? «Chi entrerà nella sala d’ascolto di Faenza - spiega Francesca Merli - potrà ascoltare in modo ‘immersivo’ una performance artistica realizzata in uno dei teatri della rete, in Italia ma anche all’estero. E godrà della medesima acustica degli spettatori di quel teatro».

OPPORTUNITÀ PER LA CITTÀ
«Di fatto si può dire che l’Alma Mater adesso sia anche a Faenza - aggiunge Benedetta Diamanti -. Questo progetto ha dotazioni imponenti e si avvale di finanziamenti europei, coinvolgendo ingegneri e ricercatori. Dato che ne sono venuta a conoscenza quando a Faenza si lavorava al rinnovo della scuola Sarti, che aveva già a un altro importante link bolognese con l’orchestra Toscanini, insieme all’allora assessore Isola e ai responsabili della scuola abbiamo deciso di destinare una sala dei Salesiani a questo progetto. E’ una cosa unica: chi vorrà venire a studiarla dovrà farlo qui a Faenza. Questo catapulta la città in un circuito universitario e tecnologico del tutto nuovo. Come Comune abbiamo intercettato questa opportunità, che si è presentata in un momento favorevole»

CRESCE LA SCUOLA SARTI
«Questo progetto darà alla scuola di musica di Faenza anzitutto grande visibilità, in ambito universitario e non solo - commenta Donato D’Antonio, direttore della Sarti -. La nuova sede è attiva da un anno e il nuovo progetto, fin dall’inizio, teneva conto di destinare una sala al progetto “Sipario”, di cui si ragiona da tempo con Massimo Isola e Benedetta Diamanti. In futuro quest’aula, in cui si vivranno esperienze audio immersive di altissima qualità, potrà venir fruita da almeno due tipologie di utenti. Da un parte studenti universitari, tipicamente interessati all’ingegneria del suono, e dall’altra però anche un pubblico di appassionati di musica e curiosi. La scuola Sarti è coinvolta direttamente nella stagione musicale del Comune, costruita insieme a Emilia Romagna Festival, e quest’aula potrà aiutare a sviluppare un rapporto di tipo ‘didattico’ anche con il pubblico della stagione. Ad esempio, dopo un concerto ascoltato dal vivo al Masini si potrebbe invitare il pubblico ad ascoltare i medesimi musicisti sul medesimo repertorio ma con l’acustica della Scala di Milano. Le implicazioni di questa tecnologia sono molte. Alla Sarti abbiamo compositori e docenti di tecnologia musicale che potrebbero anch’essi fruire della sala, in accordo con l’Università di Bologna. Tutto questo entrerà verosimilmente a far parte dei programmi didattici della scuola Sarti, quando l’aula verrà realizzata».
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