Faenza, l’agriturismo «La Sabbiona» compie i suoi primi trent’anni di vita all’ombra della Torre d’Oriolo
Riccardo Isola - All’ombra della Torre di Oriolo, territorio nella prima collina del faentino, che per la sua conformazione produttiva e la sua vocazione vitivinicola e agro-ricettiva la si può quasi definire la Val D’Orcia della Romagna, l’agriturismo e cantina «La Sabbiona» racconta la passione per la terra attraverso un approccio autentico e rispettoso. Lo fa da tre decadi. Sono infatti trent’anni che la famiglia Altini gestisce un’azienda agricola, a forte vocazione vitivinicola, che tra le prime in provincia di Ravenna ha scommesso anche sulla possibilità di fare ricezione. «Un racconto quotidiano che punta sulla tradizione e sull’aiutenticità della proposta - conferma l’attuale gestore dell’azienda, Mauro Altini – attraverso la produzione di vino, iniziata da mio padre negli anni ’70 in modo sfuso e dal 1998 in bottiglia, e la ricettività rurale fatta di un ristorante e diverse camere, quindi con l’agriturismo dal 1993. Nel corso del tempo abbiamo anche aggiunto, sempre nel 1998 e rinnovata nel 2003, la piscina esterna circondata da filari e da qualche anno anche da diverse centinaia di piante di lavanda». Il vino rimane però il battito più forte di questo progetto, famigliare e imprenditoriale, che soprattutto «punta sui vitigni locali. Proprio qui a Oriolo - sottolinea il vignaiolo faentino - due importanti tipologie autoctone di uva trovano il loro habitat ideale: il Centesimino e il Famoso. La prima varietà di uva è a bacca rossa, che recentemente proprio grazie alla determinazione delle cantine che qui operano, è riuscita a ottenere la Doc con rivendicazione della zona Oriolo, e l’altra, il Famoso, che seppur portata dall’areale cesenate qui sta dando ottimi risultati». Dei 28 ettari di terreno di proprietà ben 16 sono destinati ai vigneti di Centesimino, Sangiovese, Famoso, Albana e Trebbiano. E visto che la fantasia e la voglia si sperimentare sono di casa in questa realtà, «abbiamo deciso di realizzare anche un gin aromatizzata alla lavanda, ovviamente la nostra, e una nostra fresca e immediata tipologia di vermut che presto lo lanceremo sul mercato». Il 2023, comunque, per la famiglia Altini rappresenta qualcosa di più di un semplice anniversario. «E’ un gran bel traguardo visto che appena uscita la legge regionale sugli agriturismi - ricorda Mauro - mio padre decise di prendere la palla al balzo e iniziare, tra i primi in provincia, quest’avventura. Siamo partiti con merende con i nostri prodotti e parallelamente abbiamo iniziato anche ad offire una limitata ospitalità in camera. Oggi, dopo tutto questo tempo, abbiamo un ristorante, regno di mia madre in cucina, e dopo la ristrutturazione dei vari stabili presenti oggi abbiamo in dotazione due monolocali, tre bilocali e sei camere doppie come posti letto». Un successo che è arrivato con il tempo e soprattutto dall’estero. «Se trent’anni fa ci prendevano per matti, nessuno aveva aspettative sul territorio di Oriolo, oggi possiamo tranquillamente affermare - rimarca con soddisfazione - che il 65% dei nostri ospiti sono stranieri». C’è purezza e autenticità nella firma agrituristica «noi siamo partiti da zero. Noi fin da subito – prosegue Mauro – abbiamo deciso di far produrre la nostra terra il tutto in sintonia con quelle che erano le nostre idee. Niente voli pindarici ma concrete azioni per promuovere un territorio, un ambiente e una produzione che crediamo sappia parlare la lingua schietta, ma contemporanea, della Romagna dell’entroterra che è tutta da scoprire e amare. Risorse e investimenti arrivano, infatti, dalla gestione aziendale. Questo - ci tiene a sottolineare Altini - per noi vuol dire molto». E poi c’è il territorio circostante. «Una risorsa incredibile che è cresciuta assieme e con noi. Grazie all’associazione che abbiamo dato vita per la ristrutturazione della grande Torre, alla programmazione durante tutto l’anno di eventi che parlano e veicolano le peculiarità agroturistiche di questa terra, Oriolo oggi è sicuramente un centro di dinamismo e di contenuti reali di promozione a chilometro zero».