Faenza, la vice presidente E-R Priolo sull'alluvione: «Cis prorogato a fine di marzo, mancano ancora tante risorse»

Romagna | 12 Dicembre 2023 Cronaca
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Riccardo Isola - Per la rendicontazione legata ai Cis (Contributo di immediato sostegno) ci sarà tempo ancora fino al 31 marzo 2024. Questa è la prima vera e grande novità emersa nell’incontro che il Pd ha organizzato nei giorni scorsi per fare il punto della situazione dello stato dell’arte degli interventi, dei ristori e degli investimenti post alluvione. «Aspettiamo - ha confermato la vice presidente regionale, Irene Priolo ai cittadini - di avere il via libera ufficiale della Corte dei Conti, ma abbiamo già ottenuto il nulla osta dal capo di Gabinetto. Nel frattempo però vorrei sottolineare come noi oggi, ancora senza avere chiaro le risorse che verranno stanziate, stiamo facendo e faremo cantieri nei territori colpiti per 360milioni di euro di investimento. Sono tanti ma non bastano perché questi serviranno per un consolidamento sicuro ma non sufficiente per gestire il territorio in modo più forte di prima». Tra le priorità che la Regione sta cercando di seguire attraverso i Piani speciali ci sono quindi «lavori per la realizzazione di interventi che sappiano regimentare e controllare le piene. Ci sono e ci saranno le casse di espansione - rimarca l’amministratrice - ma non basteranno. Abbiamo bisogno che gli spazi che sono stati conquistati dalla piena dei fiumi, in zone non arginate, rimangano tali. Infine stiamo lavorando con l’Autorità di Bacino per prevedere e individuare porzioni di territorio, a destinazione agricola, da poter allagare in sicurezza in eventuali situazione di estrema gravità e rischio idraulico. Lo abbiamo visto funzionare a Maggio nel ravennate. Infine - chiude - dovremo mettere mano alle infrastrutture, viarie e ponti, con risorse che però allo stato attuale non sappiamo quando arriveranno e se ci saranno. Risorse che anche per i beni mobili, da sempre ristorati in caso di alluvione, ancora non ci sono». Per quanto concerne i numeri di Faenza è il sindaco Massimo Isola a fare una fotografia aggiornata a dicembre. «A oggi - sottolinea il primo cittadino - a sette mesi da quel drammatico maggio abbiamo fronti ancora aperti. Sono tanti, sia di natura pubblica, con spazi e sturtture, sia privati, aziende e case, e per questo stiamo lavoreando per cercare di portare a termine una ricostruzione che sarà comunque lunga. Noi abbiamo e stiamo cercando di accellerare gli iter burocratici,  e il reperimento delle risorse ma da soli non possiamo fare tanto., Serve - sottolinea il sindaco - un lavoro corale e condiviso tra tutti i livelli istituzionali che sono in campo». Sui numeri «abbiamo  lavorato sull’emergenza e sul post emergenza. Fino a oggi abbiamo rendicontato 1.700 Cas e oltre 4.500 Cis, con una percentuale di accettazione delle domande altissima pari a oltre il 95%. Siamo impegnati a lavorare sui beni pubblici, come la scuola Girasole, la palestra Lucchesi, gli spazi verdi e le infrastrutture, tra cui il ponte Bailey (700mila euro), quello delle Grazie (4,5 milioni) e altri secondari (1,7 milioni), sulle strade (3,7 milioni), con una spesa preventivata di circa 60milioni di euro, che ovviamente oggi non abbiamo». Infine però il primo cittadino ci tiene a sottolineare come «abbiamo bisogno non solo di risorse economiche ma anche di personale. Adesso ci dicono che in Unione possiamo attingere a una quarantina di risorse professionali dedicate al lavoro della ricostruzione. Bene. Ci dicono anche che possiamo farlo attingendo dalle liste aperte provinciali. Ok. Il problema - chiude Isola - è che in questi elenchi di tecnici, di iscritti, ce ne sono solamente tre».

Le richieste dei Comitati: «fate presto a trovare soluzioni per la messa in sicurezza»
Alla luce delle ancora non certe e chiare tempistiche per i contributi ai privati ma anche allo stato di avanzamento dei lavori di messa in sicurezza post alluvione di sette mesi fa, i Comitati dei cittadini alluvionati di Faenza proseguono nelle loro richieste verso le istituzioni per fare in modo di trovare soluzioni tempestive per prevenire il rischio idraulico in caso di eventi alluvionali. Lo fanno in modo corale, i comitati in città sono arrivati a quota quattro: Bassa Italia, Borgo, Borgotto e Orto Bertoni. Tra le prioritarie richieste c’è quella di «effettuare interventi che permettano di ripristinare gli argini in modo più strutturale e sicuro» il tutto però «aumentando e ampliando le alternative e gli strumenti tecnici che possano prevenire e calmierare ondate di piena dei fiumi». Per questo all’ordine del giorno come priorità i cittadini chiedono che gli enti preposti «in tempi veloci e certi», pensino alla creazione di casse di espansione, arretramento delle arginature, pulizia dell’alveo e dei corsi dei fiumi e dei torrenti che arrivano in città. Il rischio, se ciò non dovesse trovare soluzione pratica tempestiva è che «i quartieri che oggi sono stati colpiti si posano spopolare e si possano avere speculazioni nei confronti degli immobili e delle proprietà colpite». Infine tra le richieste dei cittadini c’è anche quella di pensare a possibili aree per «allagamento preventivo di zone dedicate all’agricoltura. Sistema che a Ravenna e in altre zone - concludono - hanno permesso di ottenere risultati efficaci nel contrasto alle esondazioni di fiumi e canali».
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