Faenza, la storia della pizzeria Il Girasole: «Alluvionati, siamo ripartiti grazie ai volontari e al truck, aspettiamo i ristori»
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Il Girasole di Batti, dove Batti sta per Famiglia Battiloro, Giuseppe, Marianna, e i figli Salvatore e Luigi, da poco padre assieme a Gioia è una delle relatà fortemente colpite dall’alluvione. Da più di dieci anni a Faenza, da cinque in via Della Valle 69 questa è un’energica pizzeria partenopea con sala ristorante e asporto, amata e frequentatissima.
Il 16 maggio l’acqua e il fango hanno invaso una buona parte della città, e con essa anche la sua attività. Cosa ha provato quando si è reso conto di aver perso tutto?
«Sono andato in pizzeria soltanto due giorni dopo. Prima non potevo nemmeno avvicinarmi. Quando sono entrato mi sembrava un incubo. Ma comunque non riuscivo a credere fosse vero. Dopo 11 anni di duro lavoro e sacrifici, è bastata una notte per distruggere tutto».
Quali e quanti danni avete subito?
«Abbiamo salvato solo due cose. Ma per fortuna, tra le più importanti: i due forni. Ringraziamo l’azienda Forni Pavesi per essere venuti da Modena gratuitamente. Il resto lo abbiamo perso tutto. Faccio prima a dire così, che a fare l’elenco. Stimiamo un danno totale intorno ai 200.000 euro».
Cosa vi ha fatto decidere di non mollare e quali sono state le azioni fatte per cercare di ripristinare il ripristinabile?
«L’affetto dei nostri clienti. Già dopo una settimana eravamo on the road con il nostro truck-food, che fortunatamente quella notte era al sicuro. Ovunque andassimo le persone ci seguivano. Poi ci sono cuori d’oro che hanno organizzato pizzate nelle proprie case o nei loro quartieri pur di farci lavorare»
Avete avuto aiuti dalla comunità, dalle Istituzioni?
«Gli unici aiuti che abbiamo avuto sono stati i nostri clienti che ci hanno fatto lavorare in questi cinque mesi. Nient’altro. Ovviamente un grazie speciale va tutti i volontari che sono passati a darci una mano per sgomberare la pizzeria nel giro di una settimana. Senza di loro a quest’ora non saremmo riusciti a ripartire».
Adesso cosa si aspetta dal futuro, per lei e per la propria attività?
«Spero che le istituzioni non ci abbandonino e che ci aiutino per davvero. Perché noi abbiamo fatto davvero un altro grosso investimento per ripartire. Noi riprendiamo da dove abbiamo lasciato. Anzi riprendiamo domenica 22 ottobre. Tutti invitati, dalle 19, Giro pizza a offerta libera». (r.iso.)