Faenza, la Rontini fa il bis con ben 7.200 preferenze: «Risultato straordinario, grazie alla mia città»

Romagna | 31 Gennaio 2020 Politica
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Riccardo Isola - La faentina Manuela Rontini (Pd) è uscita vincitrice dalle elezioni regionali del 26 gennaio. Lo ha fatto, a distanza di cinque anni, ricevendo un record di preferenze in provincia di Ravenna arrivando a sfiorare le 7.200 unità. Una rielezione che ora potrebbe anche vederla arrivare ad ambire a spazi e ruoli di spessore in via Aldo Moro.
Le elezioni regionali del 26 hanno decretato un successo per il Pd e per il presidente Bonaccini, se lo aspettava?
«Stando spesso nelle piazze e nei mercati, tra la gente, ero timidamente ottimista che il buon governo dell’Emilia-Romagna e, soprattutto, il progetto che abbiamo per il futuro della nostra Regione potessero venire premiati. Così è stato. Il meritato risultato di Stefano Bonaccini è poi andato oltre ogni mia più rosea aspettativa».
Quali i principali motivi che hanno portato a un distacco così importante tra i due principali contendenti?
«Noi abbiamo fatto una campagna elettorale per l’Emilia-Romagna, non per altro. Dall’altra parte, la Borgonzoni ha dimostrato di non conoscere neanche il territorio e Salvini, con la solita arroganza, ha cercato di speculare sulla pelle degli emiliano-romagnoli per dare la spallata al Governo Conte. Penso che anche l’elettorato di centrodestra, che ha riconosciuto le tante cose buone fatte in questi anni da Bonaccini, non abbia gradito le continue strumentalizzazioni sulla vicenda di Bibbiano e la trovata finale dei citofoni».
La performance elettorale personale mette in evidenza un risultato straordinario, crescono le preferenze in provincia e la pongono tra le candidate con il più alto gradimento tra gli elettori.
«Una bellissima soddisfazione, che mi spinge a cercare di fare ancora meglio per il nostro territorio, nella legislatura che si apre. Penso che l’impegno con cui mi sono dedicata alla nostra comunità, sia quando c’erano delle criticità da provare a risolvere, sia quando c’erano delle opportunità da cogliere, sia stato riconosciuto. Ma la cosa che più mi rende orgogliosa, e che mi dà i brividi, sono le 3.275 preferenze raccolte nella mia città: grazie Faenza!».
C’è chi dice che la Romagna, rispetto alle scorse elezioni regionali, dovrà avere, visto il peso elettorale avuto, maggiore rappresentanza: è concorde con questa analisi/richiesta?
«Assolutamente. Va subito cambiata la legge elettorale, che ha penalizzato nella rappresentanza la Romagna, per garantire equa rappresentatività in Assemblea legislativa a tutti i territori. Basti pensare che le 3 province romagnole oggi si ritrovano con 9 consiglieri eletti, contro i 14 di Bologna che, nel complesso, ha una popolazione inferiore. È vero che quello che conta è la qualità delle persone e le scelte politiche che si fanno. Ma chi è stato in un organismo, sa bene quanto la rappresentanza sia fondamentale, per dare la possibilità di ascoltare da vicino le esigenze degli amministratori locali, delle associazioni, dei cittadini e delle imprese. Questa dovrà essere la Legislatura che porta a compimento alcuni grandi progetti che la Romagna attende da troppo tempo».  
Quali le prime sfide per lei e per il territorio adesso?
«Dovremo ripartire dalla lotta ai cambiamenti climatici, provando a costruire e attuare, assieme ai rappresentanti che siedono al tavolo per il Patto del lavoro, una strategia efficace per contrastarli. Dobbiamo da subito avviare le scelte strategiche su cui ci siamo impegnati in campagna elettorale: il superamento delle liste d’attesa degli asili nido, prevedendone la gratuità; il potenziamento del trasporto pubblico locale, rendendolo gratis per i ragazzi fino a 19 anni; la piantumazione di 4,5 milioni di alberi, per allargare i ‘polmoni’ dell’Emilia-Romagna; il raddoppio delle risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico e la manutenzione del territorio. Bonaccini ha poi parlato di rilanciare, nei primi 100 giorni, il nostro progetto di autonomia regionale, chiedendo al Governo di essere conseguente».
Ora la sfida che vi trovate a dover riaffrontare entro breve è quella per il comune di Faenza. A che punto siamo con coalizione e candidati anche alla luce dei recenti screzi avuti con alcune realtà della coalizione, con le Sardine e con la sinistra?
«A mio avviso i punti fermi devono essere due: che la coalizione allargata a sostegno di Bonaccini sia la base su cui costruire anche il progetto politico per le comunali e che tutti assieme si sappia guardare avanti mettendo da parte personalismi e pregiudizi. Costruire una nuova fase politica significa coinvolgere le tantissime persone, soprattutto i giovani, che in questa fase chiedono giustamente di essere protagonisti delle scelte per il futuro della loro città. Dovremo essere all’altezza di raccogliere idee e spirito costruttivo. Il resto, compreso il candidato sindaco, verrà di conseguenza».
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