Sandro Bassi - Dalla Regione 4,5 milioni di euro ai parchi. Tra i destinatari, naturalmente, anche l’«Ente di gestione per i parchi e la biodiversità - Romagna» che comprende la Vena del Gesso, il Bosco della Frattona imolese, il Bosco di Scardavilla a Meldola, i Gessi di Onferno nel riminese e diversi Siti di interesse comunitario inseriti nella rete Natura 2000. Al «nostro» ente andranno esattamente 509mila euro come contributo per il 2021.
«Vogliamo sostenere i territori che garantiscono una gestione qualificata delle aree protette - sottolinea l’assessora regionale Barbara Lori - perché le aree protette sono fondamentali per l’educazione ambientale a vari livelli, per la tutela e per la valorizzazione dei territori stessi in chiave turistica. Le aree protette coprono oltre il 16 % della superficie regionale e sono riserva di biodiversità, polmone verde di contrasto al cambiamento climatico e chiave di volta per uno sviluppo sostenibile».
E nel nostro caso come verranno impiegate queste risorse? «E’ ancora presto per dirlo - spiega Nevio Agostini, direttore dell’Ente Parchi e Biodiversità Romagna - perché a deciderlo sarà, collegialmente, il Comitato Esecutivo dopo aver sentito diversi pareri tecnici. Posso però dire che indicativamente una parte potrà essere spesa per la difesa e la salvaguardia della biodiversità e un’altra parte invece per il miglioramento delle possibilità di visita: sentieristica e affini».
Quindi anche per l’accessibilità alle grotte?
«In teoria sì, precisando però che le grotte sono sui gessi e quello della Vena del Gesso è sì il principale parco di cui ci occupiamo, ma non l’unico. Le risorse andranno ripartite fra tutte le nostre aree protette a seconda dei fabbisogni. Quindi le grotte potranno ricaderci, penso ad esempio a quella del Re Tiberio che ha una delicata ma ben avviata fruizione turistica, però è ancora tutto da decidere».