Faenza, la maturità ai tempi della Pandemia raccontata da alcuni studenti

Romagna | 11 Maggio 2021 Cronaca
faenza-la-maturit-ai-tempi-della-pandemia-raccontata-daalcuni-studenti
Jessica Gonelli - Tra poco più di un mese gli studenti al quinto anno degli istituti superiori di Faenza affronteranno la maturità. Per il secondo anno da quando è scoppiata la Pandemia, il Miur ha confermato la modalità che prevede la sostituzione delle due prove scritte con un elaborato di indirizzo, presentato dallo studente nella prima parte del maxi orale, presieduto da una commissione composta esclusivamente da professori interni, eccetto il presidente. Inoltre, nel calcolo del punteggio finale, su un totale di 100 punti, diventa preponderante il percorso dello studente negli ultimi tre anni, in modo tale che si possa accedere all’esame di stato con un massimo di 60 punti (prima il massimo era 40). La decisione del Ministero arriva dopo un anno scolastico sicuramente travagliato, che ha visto i maturandi e tutti gli altri studenti in una situazione precaria, di alternanza tra Dad e lezioni in presenza. Alcuni studenti faentini ci hanno raccontato come hanno affrontato questo anno e come si stanno preparando a concluderlo. 

PIETRO SAMI (liceo Torricelli-Ballardini, scientifico)
All’inizio dell’anno scolastico ero già abbastanza consapevole di quello che ci sarebbe aspettato, non è stata una cosa improvvisa come a marzo del 2020. Nonostante questo, l’alternanza continua tra Dad e presenza è stata un po’ una novità, nessuno di noi era abituato. Quando a settembre abbiamo ripreso in presenza non era cambiato molto: entravamo ancora tutti insieme, senza fasce orarie diverse per evitare assembramenti. Pian piano però sono venuti a mancare quei piccoli momenti di socialità che hanno sempre caratterizzato l’ambiente scolastico, come la merenda al bar o i cambi dell’ora per i corridoi. Quando invece siamo entrati in zona rossa, la scuola è diventata davvero pesante. L’attenzione è calata drasticamente, anche per quelle materie che di solito seguivo con piacere. Le lezioni in Dad erano sempre più vuote, pesanti e molto difficili da seguire. Ne eravamo consapevoli noi, così come i professori. Non nascondo che ci sono stati giorni in cui non ho fatto niente. La scuola ha assunto un’importanza relativa ed è diventata diversa, intesa diversamente: l’abbiamo iniziata a vedere come l’ultimo scoglio da superare prima di andare all’università. Fortunatamente, però, io e miei compagni siamo riusciti a tenerci in contatto attraverso piattaforme online e in questo modo ci siamo sostenuti anche nei momenti più difficili. Ora stiamo tornando in presenza, ma ovviamente anche per quest’anno l’esame sarà diverso. Penso che sia giusto, perché veniamo da un anno che a sua volta è stato diverso. Quello che posso dire è che, con questa situazione, abbiamo imparato tutti a non farci aspettative e a pensare, se non al peggio, almeno concretamente. 

FRANCESCA MAZZINI  (IP «Persolino-Strocchi»)
A settembre, quando siamo tornati a scuola, sapevamo già che presto saremmo tornati in Dad, e così è stato. Da dopo Natale siamo tornati in presenza praticamente solo ora. Inoltre, tutte le scuole adottano misure diverse: la mia applica il 50% di Dad alle settimane, cioè facciamo una settimana in presenza e una a casa, anziché giorni alterni, e penso sia una soluzione valida. Ora che manca sempre meno alla maturità stiamo tornando sempre di più in presenza e non posso che esserne felice: in questo modo ho l’impressione di riuscire a prepararmi meglio per l’esame. Sembra una banalità, ma anche solo il fatto di alzare la mano appena ho un dubbio, senza dover accendere un microfono dallo schermo di un computer, fa la differenza. Da casa non vedi gli altri, non hai la percezione della classe, della scuola. In presenza, invece, siamo tutti insieme e posso affrontare la preparazione assieme ai miei compagni, e vivere questi ultimi mesi insieme a loro. Io, tra l’altro, non sono di Faenza e difficilmente ho l’occasione di vedere tutti i miei compagni se non in classe. Sicuramente sento che questa situazione ci ha portato via la possibilità di costruire e vivere tanti bei ricordi, ma ora sono concentrata sulla maturità. Tutto sommato sono piuttosto tranquilla: la mia media è abbastanza alta e il fatto di avere tutti i professori interni, che ci hanno seguito in questo anno complicato e conoscono il nostro percorso, rassicura me e i miei compagni. Detto questo, è pur sempre un esame e un po’ di ansia c’è per forza, com’è giusto che sia. 

ANDREA BOSI (Itip Bucci, indirizzo Meccanica)
Questo è stato un anno di tira e molla, tra presenza e Dad, e non abbiamo potuto viverlo appieno. Da casa abbiamo sempre avuto la tendenza a rimandare, nella speranza di tornare in presenza, ma poi tutto si accavallava e anche i giorni a scuola sono diventati stressanti. Ciò che è venuto a mancare è la costanza: noi studenti abbiamo dovuto fare i conti con una precarietà di cui presto abbiamo preso consapevolezza. L’organizzazione da parte degli istituti mi è sembrata spesso poco efficacie: concretamente si è fatto poco per aiutare noi ragazzi, anche se mi rendo conto che molto sia dipeso dalle regole che venivano dall’alto. Ora per fortuna noi quinte siamo tornati in presenza al 100%, per avere la possibilità di prepararci meglio alla maturità. Per l’esame siamo abbastanza tranquilli: partire con un massimo di 60 crediti è molto utile e non avere le prove scritte ci consente di concentrarci sull’elaborato e l’orale. Fare la seconda prova di indirizzo sarebbe stato davvero complicato, considerando che dal punto di vista pratico quest’anno ci ha portato qualche carenza, come a tutti penso. Sicuramente, da questo punto di vista, i professionali, come l’Ipsia, ne hanno sofferto molto di più. Anche per la mia esperienza da rappresentante questo anno è stato particolare: avrei preferito fare certe cose diversamente, ma sapevo fin da subite che non avrei operato in una situazione normale. Mi sono reso conto che da un punto di vista organizzativo gestire tutto in queste condizioni è davvero complicato. 

ALESSANDRA FRANCESCHINI (Oriani, grafica e Comunicazione)
All’inizio, da settembre fino a novembre, è stato tutto quasi normale perché andavamo a scuola tutti i giorni e, con le finestre aperte in classe, non avevamo nemmeno l’obbligo della mascherina. Poi quando ci hanno lasciato a casa la prima volta mi è sembrato quasi di tornare al primo lockdown. Io speravo di affrontare tutto l’anno in presenza perché reputo che il livello di apprendimento sia superiore, quindi ho avuto momenti di sconforto. Inoltre il nostro indirizzo prevede laboratori con programmi e software precisi e spesso è stato difficile procedere da casa. Insomma, non ho vissuto sempre al massimo le videolezioni: sei a casa e, anche se fai molta più fatica e non hai la sensazione di vivere veramente la scuola, devi comunque impegnarti. Penso che questo continuo su e giù da casa a scuola sia stato molto strano e destabilizzante per noi ragazzi. Siamo diventati tutti consapevoli della precarietà della situazione: eravamo in un circolo vizioso. Adesso, con l’avvicinarsi della maturità, sento che un anno del genere forse ha portato un po’ di carenze rispetto a un anno normale. La presenza dei miei professori in sede d’esame, però, mi rassicura un po’. Arrivata alla fine di questi cinque anni, sento sicuramente tanto dispiacere per non avere potuto vivere tutti i momenti tipici dell’ultimo anno, la parte più bella forse, che ci aiutava a mitigare l’ansia per la maturità. Però penso anche a mia sorella, che ha un anno in più di me e che l’anno scorso ha affrontato l’esame dopo un lockdown e mesi e mesi di Dad ininterrotta. Invece noi ora, per fortuna, siamo tornati a scuola e abbiamo qualche possibilità in più di concludere l’anno «normalmente».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-faenza-la-maturit-ai-tempi-della-pandemia-raccontata-daalcuni-studenti-n29174 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione