Faenza, l'imprenditrice Bagnaresi: «Traffici bloccati con Russia e Ucraina, incertezza male peggiore»
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Federica Ferruzzi - «Oggi l’attività è guidata principalmente da mio figlio, Jacopo Ceroni, io sono solo la “vecchia spalla” che si limita a dare qualche consiglio». L’azienda di Grazia Bagnaresi si occupa di moda dal 1973 e, negli anni, sono stati diversi gli scambi con i paesi dell’Est, Russia e Ucraina in particolare, oggi messi a dura prova dalla crisi internazionale. «Lo swift, una piattaforma che mette in collegamento istituzioni finanziare di tutto il mondo per i trasferimenti di denaro, ci permetteva di lavorare con la Russia, ma al momento è sospeso. La situazione è drammatica non solo per noi, realtà piccola del mondo della moda, ma lo è particolarmente per i “colossi”. Noi produciamo sia linee nostre, sia per altri brand internazionali. Siamo in questo mondo da tanti anni, abbiamo rapporti con vari stilisti e, chiaramente, sono tutti preoccupati e indignati per il fatto che ancora oggi, in Europa, ci siano guerre». Il fatturato dell’azienda faentina corrispondente al rapporto con i due paesi si aggira intorno al 30%, «ma c’è anche chi ha un giro d’affari più alto, intorno al 70%, e ora è fermo. Comunque siamo tutti ancora molto disorientati, le cose sono cambiate nel giro di una settimana. Anche le notizie che ci arrivano sono poche».Negli anni Bagnaresi ha avuto l’occasione di volare in diverse città russe e ucraine per lavoro e ha visto da vicino l’attenzione che viene riservata al made in Italy. «Il prodotto italiano ha un grande valore per i russi e per gli ucraini, che amano le nostre creazioni. Ho visto negozi a Mosca di soli prodotti italiani e la gente impazziva. Adesso non so cosa succederà, è difficile fare pronostici e credo che questa incertezza sia il male peggiore».