Le elezioni del 26 gennaio hanno confermato un forte appeal nel territorio della Lega ma che non è bastato a “liberare” la regione, cosa non ha funzionato secondo lei?
«Partiamo dal presupposto che il risultato è pur sempre ottimo, in Regione da 8 consiglieri siamo passati a 15. La Lega si attesta come forza trainante del centrodestra e soprattutto abbiamo reso contendibile una Regione che era da sempre un feudo rosso dove era impossibile anche solo pensare alla vittoria. Probabilmente, guardando in provincia di Ravenna, paghiamo ancora l’avere pochi amministratori leghisti. Possiamo contare solo sull’amministrazione comunale di Brisighella, il Pd ha potuto smuovere tutti i suoi sindaci ed assessori sul territorio, per evitare la sconfitta. Allo stesso tempo, nonostante le difficoltà, siamo arrivati a un grande risultato. Non sarà una vittoria, ma di certo è una grande base di partenza. Questi 5 anni che abbiamo davanti sono indispensabili per radicare ulteriormente la Lega sul territorio, perché l’obiettivo è quello di conquistare nel tempo sempre più amministrazioni comunali e fra 5 anni essere definitivamente pronti per vincere».
Al di là del risultato generale, Liverani sarà ancora in consiglio regionale. Soddisfatto del risultato?
«In 5 anni ho quasi triplicato le preferenze personali che ho ricevuto, un risultato eccezionale e per il quale ringrazio particolarmente il territorio faentino, dove ho ricevuto i maggiori consensi. Ero però convinto che si potesse vincere la Regione, perciò oltre alla mia soddisfazione personale c’è una grande delusione per il mancato risultato».
Il Pd si conferma come partito più forte, anche grazie al crollo del M5S e dell’apporto dei probabili voti anti salviniani del movimento delle Sardine, quale sarà la sfida della Lega per cercare di superare questo gap?
«Le elezioni comunali sono tutto un altro discorso, negli anni abbiamo lavorato per far si che la Lega si radicasse sul territorio faentino. Abbiamo persone e sostenitori pronti a fare la differenza. Il gap lo supereremo facendo proposte e non promesse, come è solito fare il Pd. Parleremo alle persone di tematiche locali, mettendo la lente di ingrandimento su questioni come la sicurezza, il rivitalizzare il centro storico, le infrastrutture e la manutenzione stradale. Il tutto, portato avanti da una squadra di governo preparata ed equilibrata».
Non è stato forse caricato troppo di un significato politico a livello nazionale perdendo quello che era il focus vero dell’elezione: la gestione della Regione?
«Credo di no, era giusto caricarle, in quanto se il Pd avesse perso questa Regione sarebbe stata la definitiva delegittimazione del governo giallo rosso che governa questo Stato. Non si è parlato solo di temi nazionali, Lucia Borgonzoni aveva un programma elettorale con proposte legate al territorio fattibili e concrete. La presenza di Salvini ha sicuramente portato riflettori nazionali a queste elezioni, ma di certo i contenuti non son mancati».
Adesso la partita si sposta a Faenza, a che punto siete? Coalizione e candidato li avete?
«A Faenza la squadra Lega è già pronta, stiamo valutando una serie di candidati sia di espressione civica che di partito, ma niente è ancora deciso. Entro un mese, dovremmo aver dissipato tutti i dubbi». (r.iso.)