Faenza, il teatro ragazzi estivo di Accademia Perduta all’Arena Borghesi
![faenza-il-teatro-ragazzi-estivo-di-accademia-perduta-allarena-borghesi](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1716979308_ss26-borghesi-arena.jpg&w=420&h=248)
Il «Teatro della Favola» si sposta all’Area Borghesi. È questa la principale novità dell’immancabile stagione estiva del teatro ragazzi di Faenza, radice vera e fondativa dell’attività tutta di Accademia Perduta, che dal 26 giugno al 31 luglio, ogni mercoledì 6 sera porterà spettacoli di teatro ragazzi (in tutto sei) all’Arena Borghesi, ristrutturata alcuni anni fa e adeguata alle esigenze di una vera programmazione teatrale.
E anche se la programmazione dell’imminente estate si sposta in viale Stradone per via dell’indisponibilità della Molinella, ancora alle prese con lavori di ristrutturazioni, sia il sindaco Massimo Isola che Ruggero Sintoni di Accademia Perduta ribadiscono come la «nuova» arena sia eccome pensata anche per il teatro. «Oltre che per la musica, che insieme a teatro e cinema troverà “casa” in arena» anticipa il sindaco, mentre Sintoni sottolinea «la perizia degli architetti di Faenza, che hanno lavorato alla ristrutturazione dell’arena Borghesi in constante contatto con le maestranze del teatro Masini. Anche per questo il lavoro è stato eccellente e pienamente funzionale alle esigenze teatrali».
Venendo alla programmazione, da sottolineare che metà dei titoli in programma (ingresso a 5 euro, spettacoli alle 21.15) provengono proprio dalla fucina di Accademia Perduta e si tratta dunque di produzioni faentine doc. Si partirà mercoledì 26 giugno con «L’orsetto Gioele» dei Fratelli di Taglia, per proseguire il 3 luglio con «L’elefantino» de La Baracca, il 10 con «Il sogno di Tartaruga» del Baule Volante, il 17 con «Straghe» del Progetto g.g., il 24 con «La gallinella rossa» di Tanti Cosi Progetti e chiudere il 31 luglio con «Il brutto brutto anatroccolo» di Proscenio Teatro.
Insomma, quella che probabilmente è davvero «l’ultima vera forma di teatro popolare», come dice Ruggero Sintoni, rinnova l’appuntamento coi faentini, solo in una nuova sede, dove dare continuità ad un’attività che ha davvero fatto la storia culturale della città. (f.sav.)