Faenza, il pizzaiolo Davide Fiorentini racconta il post alluvione: «L’ottimismo non deve smettere di lievitare, ma questa volta la botta è stata molto dura!»
Riccardo Isola - Che Davide Fiorentini sia riconosciuto tra i migliori interpreti dell’arte bianca non lo diciamo di certo noi. Da quando ha lanciato il suo progetto «O’ Fiore mio», era il 26 ottobre 2011, e a Faenza la pizza ha iniziato a dialogare in modo sensuale con l’estro, la creatività e soprattutto la stagionalità delle materie prime; i riconoscimenti, gli apprezzamenti e i successi si sono susseguiti. Da lì il passaggio successivo con l’apertura, prima di alcune succursali a Bologna (2014) e Milano (2019) e, nel 2019, di «O’ Fiore mio Hub». Un modo di offrire l’arte della lievitazione e della panificazione a un livello più alto, ma anche più alla mano, o meglio al banco. Un laboratorio centralizzato dal quale, ecco il perché del termine Hub, far partire le basi per gli altri punti vendita. Non solo buono e fresco è stata la linea trasportata da via Mura San Marco fin sotto gli argini del Lamone, a pochi passi dal ponte delle Grazie, ma proprio un impostazione che sull’arte della lievitazione, da quella salata a quella dolce, riuscisse a soddisfare tutti i palati. Ma proprio quegli argini, a maggio di quest’anno, hanno giocato un brutto scherzo. Alla città e anche alla stessa creatura di Fiorentini.
«Purtroppo - sottolinea Davide Fiorentini nel ripercorrere la storia dell’evoluzione della sua creatura - prima è arrivato il Covid che per oltre un anno e mezzo di fatto ci ha limitato seriamente nell’evoluzione del progetto poi, una volta usciti da quella pesante parentesi, le cose sono tornate a girare e a prendere la strada giusta». Un’evoluzione che però è durata poco. «Poi, a maggio di quest’anno, la mazzata. Il fiume di fatto ha distrutto tutto ciò che fino ad ora era stato l’Hub. Diverse centinaia di migliaia di euro sono i danni che abbiamo subito tra apparecchiature, arredi e magazzino». Nella immane sfortuna però «almeno la pizzeria si è salvata». Ora, anche grazie alla costante vicinanza «di colleghi, di amici, dei ragazzi della brigata (in totale il marchio O’ Fiore Mio conta quasi una quarantina di dipendneti in giro per l’Italia ndr), di clienti qualcosa siamo comunque riusciti a fare. Da un piccolo laboratorio a Forlì - racconta Fiorentini - riusciamo a mettere in teglia numeri molto bassi di prodotto rispetto alla sede faentina ma almeno qualcosa riusciamo a fare. Anche perché dall’autunno i ritmi e le richieste nell’universo di O’ Fiore Mio solitamente e per fortuna crescono e ritonano a fare i numeri pre alluvione. Dobbiamo riuscire a trovare la soluzione - aggiunge - per poter soddisfare le richieste e le necessità. La nostra intenzione - ci tiene a rimarcare Fiorentini - sarebbe quella di riuscire a riaprire nella sede ‘storica’ dell’Hub di Faenza. Intanto abbiamo deciso nel più breve tempo possibile di riaprire la pizzeria proprio per dare un segnale di resilienza e di attenzione verso la clientela, che - aggiunge - non posso che ringraziare vista la vicinanza che ci ha dimostrato. Noi stiamo lavorando per questo parallelamente però ci stiamo anche guardando intorno per trovare soluzioni tampone e momentanee. Ma non è facile».
La determinazione di Fiorentini è tanta e «l’ottimismo non può che lievitare». Non si nasconde il pizzaiolo nel evidenziare come «l’incertezza che regna sui possibili ristori e le promesse, per ora rimaste tali, non ci stanno certo dando un orizzonte di breve periodo per poter dire: siamo finalmente usciti dal fango». A dare speranza e l’ultima sbadilata» ci ha pensato recentemente la critica gastronomica riconoscendo al progetto di Fiorentini riconoscimenti molto importanti. «Quest’anno - conferma il pizzaiolo faentino - abbiamo avuto una grande soddisfazione perchè far parte delle prime cento pizzerie del mondo credo che significhi che abbiamo e continuiamo a lavorare nella direzione giusta. In più - aggiunge - passare dalla posizione 96 dell’anno scorso alla 71 di quest’anno, scalando 25 posizioni, vuol dire che nonostante tutte le difficoltà, lo stiamo facendo bene. E per questo - ci tiene a sottolienare - il merito va anche e soprattutto ai ragazzi e alle ragazze che lavorano tutti i giorni con e per O’ Fiore Mio». Una performance e un riconoscimento che per Fiorentini «vale oggi il doppio in relazione e alla luce della situazione che abbiamo vissuto negli ultimi quattro mesi di questo 2023. E’ una carica morale concreta e vitale». Quel 16 maggio però rimane indelebile negli occhi, nel cuore e nella memoria di Fiorentini. «Il mio primo pensiero, vedendo l’Hub sotto metri di acqua e fango, è stato quello di dire ora chiudo tutto e mi cerco altro da fare» ma lo spirito di solidarietà, la vicinanza e la stessa determinazione di chi si alza da una vita quando il sole non ha ancora fatto capolino per regalare attimi di emozione al palato «non potevo e non volevo che andasse perduto. Per questo - conclude il pizzaiolo - non posso che dire grazie a tutti per quello che ci avete donato, in primis e soprattutto per la spinta umana e morale a non mollare».