Faenza, il Pavone d’Oro non si farà a Carnevale. Gli organizzatori ragionano sull’edizione del 2021

«L’unica certezza è che il Pavone d’Oro, per la prima volta da quando è ripartito negli anni ’90, non si terrà nel classico periodo carnevalesco». Enrico Palli su questo è chiarissimo e, ahinoi, di dubbi ce n’erano pochi. Il Pavone d’Oro, sentitissimo concorso canoro faentino per i giovanissimi, è uno di quegli eventi che proprio per natura gli assembramenti li cercano, anziché scongiurarli, e dunque è impossibile pensare di riempire gli spazi del San Giuseppe e del Masini in questo periodo, tanto più accalcando bambini e famiglie.
Ma prima di pensare all’edizione 2021, quella che appunto non si terrà nel consueto periodo del Carnevale, il Pavone d’Oro ha ancora «in sospeso» la finale del 2020. «Abbiamo una riunione tra pochi giorni e ci stiamo arrovellando su tutto quanto da mesi - spiega Enrico Palli, alla testa del gruppo organizzatore dell’evento -. Chiaramente il nostro evento è frutto di volontariato e le conseguenze della pandemia su di noi non sono paragonabili a quelle di chi opera nel mondo dello spettacolo, e ha quindi perso lavori e commesse. Non di meno, il Pavone d’Oro è una ‘macchina’ complessa e organizzativamente siamo alle prese con difficoltà inedite. La finale del 2020 vogliamo portarla a termine in qualche modo. I finalisti ci sono e stanno aspettando praticamente da un anno. L’ipotesi dell’evento on-line l’abbiamo considerata già diversi mesi fa, poi il peggioramento della situazione sanitaria in inverno ci ha forzatamente obbligati a fermarci un’altra volta. Ma lo streaming rimane un’opzione in campo, sulla quale ci confronteremo presto. Anche l’estate, con le migliori possibilità per l’allestimento di eventi pubblici, è una possibilità. C’è un dialogo molto proficuo con l’amministrazione comunale e questo ci tranquillizza sul fatto che si farà il possibile per trovare gli spazi adatti e fare eventi in sicurezza».
Posto, dunque, che la finale 2020 in qualche modo verrà recuperata, l’intenzione è quella di realizzare anche un’edizione 2021, necessariamente slittata rispetto al normale. «Bisogna tener conto che l’organizzazione di un concorso come il nostro implica almeno 4-5 mesi di tempo - precisa Enrico Palli -. Occorre tempo per pianificare e raccogliere le iscrizioni, assemblare le band e fare tutta una serie di prove. Diciamo che per l’edizione 2021 ci proiettiamo per lo meno verso la finestra estiva, ma anche quella autunnale potrebbe essere percorribile. Voglio essere ottimista sull’evoluzione della situazione pandemica, possibilmente sull’autunno e certamente per il 2022, quando spero si potrà tornare ad avere un Pavone d’Oro nella sua collocazione ‘naturale’ di febbraio».