Riccardo Isola - «Gli animali di cioccolato» non è un nuovo film basato sulle storie di Roald Dahl o della J. K Rowling, ma è l’estro trasformato in forme da gustare firmate da Sebastiano Caridi. Non è una novità assoluta, già negli anni passati, infatti, il «Miglior pasticcere d’Italia» aveva lanciato questa linea dolciaria pasquale utilizzando simboli zoomorfi, ma quest’anno si è indiscutibilmente superato. Sei diversi soggetti, minimali nella forma ma immediatamente riconoscibili, in cui le linee sono sobrie ma capaci di rappresentare i sei diversi animali scelti: coccinella, ape e bruco (per il cortile) e rinoceronte, zebra e ghepardo (per la savana).
«Erano anni - spiega lo stesso Sebastiano Caridi - che cercavo la formula quanto più perfetta per poter dare un senso autentico al concetto di uovo di cioccolato, tutto mio. Ho lavorato per anni in un’azienda che realizzava soggetti di cioccolato a Pasqua per cui mi è sempre piaciuta questa linea creativa. Ma volevo qualcosa di mio che fosse sia tradizionale che unico e contemporaneo. Ecco quindi la serie che riprende due ambienti, il cortile e la savana, con tre soggetti per ogni tipologia. Sono uova, perché questa è la forma di Pasqua che vogliamo valorizzare, ma al contempo sono opere uniche fatte in modo artigianale, con una materia prima d’eccellenza, il cioccolato belga e tanto tanto lavoro dietro». Linee essenziali, tocchi di maestria artistica che si concretizzano in uno dei simboli più amati e apprezzati dai palati.
«Poi - ci tiene a sottolineare Caridi - abbiamo tester di assoluto rigore, i miei figli - ride - che mi approvano o mi dicono come migliorare l’aspetto simbolico che identifica gli animali stessi. Una dura prova da superare, ma visto il risultato direi che sono soddisfatto».
Sono morsi croccanti, aromatici e soprattutto divertenti. Sono piccole opere d’arte che sapranno colorare le tavole pasquali e solleticare i palati e le anime dei fortunati assaggiatori. «Lavoro tre tipologie di cioccolato per ogni uovo - spiega Caridi - dalla base rigorosamente fondente si passa a quello al latte per la parte più piccola arrivando al cioccolato bianco per quella artistica. L’importante - ci tiene a rimarcare il pasticcere - e non è una cosa banale è che sa di cioccolato, quello vero, buono, aromatico e giustamente amaro».
La produzione di queste uova non è grandissima «arriviamo al massimo su sessanta unità per ogni tipologia. A queste - aggiunge - offriamo comunque anche le nostre uova tradizionali che vanno da piccole pezzature di 50 grammi fino a un massimo, ma qui ne abbiamo realizzate una ventina, di 1,5 chilogrammi».
Infine non manca, per questa Pasqua, anche un tocco immancabile rappresentato dalla colomba. Un grande lievitato che da sempre caratterizza la manualità del pasticcere faentino. «Quest’anno - conferma - abbiamo lanciato una novità importante. Oltre alla tradizionale colomba e a quella che proponiamo da qualche anno con albicocca e amaretto abbiamo deciso di puntare in alto realizzando una chicca gourmet fino a ora rimasta nei miei progetti e sogni. Si tratta di una colomba con impasto al pistacchio (quindi niente creme super zuccherose, ndr) e gelatina al passion fruit. Viste le richieste direi che ci è venuta bene».