Faenza, il fotografo Isacco Emiliani sta per pubblicare un libro sugli alberi e l’esperienza vissuta nelle foreste col nonno Tonino

Romagna | 04 Dicembre 2021 Cultura
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Federico Savini
«Sono passati sette anni dall’inizio di quest’avventura. Sette anni passati con mio nonno a fotografare, nelle notti più buie, gli alberi monumentali più importanti della sua terra». C’è un filo rosso, un’estetica di fondo e una potenza che accomuna tutte le foto di Isacco Emiliani, il trentenne faentino che si sta facendo un nome nel campo della fotografica (non del tutto) naturalistica, che dopo aver documentato i suoi viaggi del «nord del mondo» nei quattro volumi della serie Arctic Visions si accinge a pubblicare un libro d’arte  (provvisoriamente chiamato «Tree’s Book», ma non sarà questo il titolo), risultato dei suoi viaggi notturni negli angoli più incontaminati della Romagna in compagnia della sua macchina fotografica e del notto Tonino, alias Antonio Panzavolta, dalla cui passione per gli alberi monumentali è partito tutto.
«Mio nonno vive a Basiago e per vivere ha sempre lavorato la terra - racconta Isacco -, ma quando la sera riponeva la zappa c’era sempre un libro aperto ad attenderlo in casa. E gli è sempre piaciuto divulgare le sue conoscenza e condividere le sue passioni. Tra le quali della per gli alberi monumentali, che attraverso alcuni suoi libri ha “contagiato” anche me, soprattutto perché non avevo idea che in Romagna ce ne fossero così tanti». I precedenti lavori di Isacco hanno tutti documentato aree della terra molto lontane e teoricamente inospitali, dall’Alaska alle Svalbard, ma la cosa sorprendente del fotografo faentino è la capacità di riecheggiare gli stessi colori e le medesime suggestioni fotografando gli alberi vicino casa, quelli che a un romagnolo non verrebbe mai in mente di considerare «esotici». «Dopo aver fotografato alcuni alberi di notte mi resi conto di quant’erano potenti quegli scatti - dice Isacco -, e mio nonno ha condiviso il mio entusiasmo. Così, con la sua esperienza in materia e una bella “scusa” del vederci, abbiamo cominciato a fare escursioni notturne in cerca di alberi monumentali da fotografare. Parliamo di 150 spedizioni, che ci hanno portato dal Delta del Po’ fino al cipresso dei frati di Villa Verucchio, per realizzare un libro d’arte di 250 pagine che uscirà in edizione limitata per l’editore NutsforLife a fine gennaio, con scritti miei, di mio nonno, ma soprattutto di numerosi autori. Mi ci sono dedicato in modo molto serio e per un po’ di tempo ho anche vissuto, in affitto, nel parco delle Foreste Casentinesi. Era l’unico modo per poter arrivare a tanti alberi».
«So quanto sia bravo Isacco a fotografare e dai suoi scatti anch’io scopro dettagli nuovi anche in alberi che conosco - racconta nonno Tonino -. Poter condividere con lui una passione così bella è una cosa che capita a pochi nonni. Mi sento fortunato. Tutto in effetti è nato dai libri sugli alberi da salvare di Valido Capodarca, che seguo dagli anni ’80. Si tratta di piante che assumono un valore particolare per le ragioni più varie, spesso naturalistiche ma anche storiche. Ad esempio l’incredibile nocciolo di Sarsina, in una villa abbandonata da un secolo, rientra nel primo gruppo ma ci sono anche alberi famosi perché, ad esempio, ci si è riposato sotto Garibaldi. La passione per questo territorio e le foreste casentinesi in particolare ce l’ho fin da giovane, quando correvo in bicicletta a livello agonistico; non vincevo mai, però l’esperienza dell’alba sulla pelle in questi luoghi mi è rimasta dentro, ho sempre cercato di riviverla».
A differenza di un lavoro come quello sulle isole Svalbard, questa volta gli uomini e gli elementi antropici sono stati quasi totalmente esclusi dal mirino di Isacco Emiliani. «L’obiettivo non è solo far risaltare la potenza degli alberi ma anche raccontare la nostra esperienza - spiega Isacco -. Credo che l’elemento “notturno” sia il motore dell’intero progetto. La notte permette di illuminare un albero in modo inedito, di farne emergere la potenza. Ma è tutta l’esperienza a parlare attraverso le foto, dai sentieri tortuosi agli incontri con gli animali. Per non parlare della paura! Sul Verghereto ci eravamo persi, in mezzo alla neve, e sulla via del ritorno abbiamo visto le tracce di un branco di lupi che, evidentemente, non doveva essere lontano… Volevo raccontare la parte più naturale e selvaggia di queste terre».
Quella di cui non sempre siamo consapevoli. Tanto che «a Ravenna - interviene Tonino -, andavamo in cerca di un ginkgo biloba e non lo trovavamo. Era capitato altre volte, i censimenti dei libri sugli alberi non sono sempre aggiornati e in quella zona nessuno ne sapeva nulla. Poi, una ragazzina cinese capì di cosa parlavamo e venne a dirci che sapeva dove fosse quell’albero. Quelli che ce l’avevano sotto gli occhi da una vita non l’avevano mai notato. Ecco, Isacco ed io cerchiamo di osservare questa terra con occhi nuovi, con il gusto di sorprenderci».

Il libro uscirà a fine gennaio. Info su www.isaccoemiliani.com/trees-book, dov’è possibile iscriversi a una newsletter a tema.
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Ho letto quanto scritto ed è stata una lettura piacevole su un argomento che è tutto tranne banale. Davvero credo che il libro meriti l acquisto.!!!
Commenta news 04/12/2021 - Tosca Ancarani
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