Faenza, il direttore dell'ospedale: "Sul Covid non sono tranquillo"
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«Io non sono ancora tranquillo, il Covid hospital di Lugo ha ricoverato quattro persone in dieci giorni, arrivando a 11 pazienti ricoverati a metà luglio, cosa che non succedeva da un po’. Si tratta di persone provenienti da fuori ma questo non sposta la necessità di rimanere attenti, allerta, con la guardia alta». Per Davide Tellarini, direttore dell’ospedale di Faenza, non è ancora tempo di mollare la presa: «Dal canto nostro stiamo facendo il possibile per tenere pulito l’ospedale, anche se qualche caso arriva ancora. Prima degli interventi chirurgici programmati siamo soliti fare lo screening e capita di trovare delle positività, così come può succedere in pronto soccorso, dove abbiamo mantenuto la zona filtro per evitare la diffusione del virus da parte di eventuali contagiati. Anche sulle visite esterne dei familiari, non c‘è certo stato semaforo verde: ogni unità operativa si è organizzata per scaglionare gli ingressi in base a orari predefiniti, facendo entrare le persone una alla volta. Questo ci consente di essere più sereni. Guardando ai mesi a venire, in particolare all’autunno e all’inverno, quando non staremo tutti all’aperto come facciamo ora, la preoccupazione che il virus torni a circolare in modo consistente c’è eccome».
Tellarini è anche coinvolto nella riorganizzazione delle visite di specialistica ambulatoriale che durante l’emergenza sanitaria sono state sospese: «Stiamo riprendendo poco a poco anche tutta la parte ordinaria, mentre quella prioritaria non si è mai interrotta. Chiaro, dovendo recuperare le visite vecchie e iniziare a programmare quelle nuove, ci sono tempistiche che a volte sono impegnative e altre meno. Difficile quantificare, molto dipende dal tipo di specialistica, dalla disponibilità del privato convenzionato e da altri fattori, che creano variabilità dei tempi di attesa sulle varie agende. Siamo comunque molto concentrati, al momento, sul fare ripartire tutto». (s.manz.)