Riccardo Isola - E’ un «delicato suono del tuono», direbbero i Pink Floyd, quello per spiegare cosa si prova sorseggiando il primo e per ora unico gin prodotto a livello artigianale, distillazione compresa, a livello romagnolo e forse non solo. La scommessa nasce dall’incontro di due giovani faentini, il bartender Federico Ercolino e l’erborista Simone Martini, che entrambi appassionati di gin decidono di provare a realizzarne uno in proprio. E quando si dice realizzare intendiamo farlo completamente, dalla distillazione fino alla commercializzazione. «Tutti passaggi che ci teniamo a seguire in prima persona - racconta Simone Martini, “l’alchimista” della formula delle botaniche - partendo dalla scelta delle materie prime fino ad arrivare all’imbottigliamento e la successiva etichettatura, che tra l’altro è frutto dell’estro del nostro amico grafico Stefano Poggi. Inoltre invece che utilizzare un alambicco per la distillazione della base alcolica utilizziamo un nuova tecnica, a bassa temperatura, tra le poche ancora in uso ma che sta dando ottimi risultati in termini di qualità del prodotto».
Non è una grande produzione quella della «Distilleria tuono», siamo attorno alle 500 bottiglie, ma i feedback che arrivano dai locali che se ne approvvigionano e dagli appassionati sono più che positivi. «Il nostro segreto - rimarca Federico Ercolino - è quello di voler realizzare un prodotto che non perda la sua personalità nei cocktail, ma che sappia al contempo esaltare il mix rimanendo chiaro e definito al sorso. Una caratteristica che altri gin, magari quelli tradizionali, non sempre riescono a mantenere. Ecco quindi anche la scelta di osare un po’ di più nella gradazione (siamo sui 46,5% ndr) e non a caso il motto che lo accompagna è “lo senti poi dopo”». Al di là delle battute il gin prodotto a Faenza rientra in quella impostazione definita contemporanea. «Oggi - spiega Simone - la distillazione del gin cerca sempre di più una caratterizzazione territoriale ben precisa. Potremmo definire una spasmodica ricerca della regionalizzaizone delle botaniche utilizzate. E noi la sposiamo appieno. Il gin Tuono, oltre ovviamente al ginepro, è realizzato utlizzando un mix di altre 14 essenze. Per lo più sono erbe aromatiche e ingredienti che rispecchiano i profumi che si respirano nel territorio. Produzione per ora ha una tipologia in commercio, quella definibile «estiva», in cui la caratteristica organolettica principale che si riscontra è data soprattutto dal tiglio. Ma la fantasia del duo faentino non si ferma qui. «La nostra idea - confermano - è quella di riuscire a realizzare, già a partire dal prossimo mese di novembre, anche una tipologia per così dire «autunnale» attraverso l’utilizzo delle olive di Brisighella per poi passare, dopo il 6 gennaio del prossimo anno, a lanciare anche una versione «invernale» con botaniche e sentori che richiamano il localissimo «Bisò». Quindi stiamo parlando di cannella, anice stellato, arancia a cui si aggiungerà anche un thè nero affumicato «per riportare il ricordo - spiegano - immediatamente alle atmosfere che si respirano nella piazza di Faenza durante il rogo del Niballo». Saranno sorsi potenti e caldi ma sempre e comunque con eleganza e morbidezza». Come molti sanno il gin è uno dei distillati più utilizzati e apprezzati nell’arte del mixology, ingrediente fodamentale per cocktail storici (Negroni, Gin Tonic, Cocktail Martini per fare qualche esempio) e innovativi (St. James street), ma i due giovani produttori ci tengono a rimarcare «che il nostro gin deve anche e soprattutto essere assaggiato da solo. E’ qui - concludono - che esprime la sua vera essenza e la sua unica personalità». La complessità delle botaniche donano, infatti, una sfaccettatura organolettica assolutamente intrigante e avvolgente. Ecco così che equilibrio, aromaticità e morbidezza al sorso rendono «delicato» questo straordinario gusto «del tuono».