Faenza, i 10 anni da sindaco di Malpezzi: "L'incendio Lotras i giorni più difficili, la 100 Km il top, non farò più politica""

Romagna | 23 Febbraio 2020 Politica
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Manuel Poletti - «Il momento più difficile e faticoso è stato il periodo dell’incendio alla Lotras, con la paura dei rischi ambientali che potevano correre i cittadini causa quella nube enorme. Non dimenticherò mai invece la soddisfazione dell’aver concluso “da sindaco” la 100 Km nel 2015. Ringrazio la mia famiglia, mia moglie e i miei figli per aver sopportato le mie assenze in questi 10 anni, il sindaco è un mestiere totalizzante».
Giovanni Malpezzi appare una persona sollevata, come chi è riuscito a concludere una maratona durissima, senza farsi troppo male, sulle proprie gambe. Fra pochi mesi (giugno) non sarà più il primo cittadino di Faenza. Nel 2009 incarnò la novità di Laboratorio Faenza, che ruppe gli equilibri nel centrosinistra manfredo. Renziano della prima ora, ha sempre vissuto la politica come un impegno a termine, e così sarà: «Non voglio altri ruoli, tornerò al mio mestiere in banca». Dieci anni trascorsi in maniera totalizzante, parte di questi (dal 2010 al 2016) al fianco anche di Fabrizio Matteucci, l’ex sindaco di Ravenna appena scomparso: «Era una persona seria, determinata, ma anche molto cordiale e disponibile, l’ho sentito l’ultima volta nel novembre scorso».
Sindaco, ha un identikit di un candidato per il centrosinistra? Siamo a fine febbraio e ancora non c’è in campo chi dovrà correre per prendere il suo posto fra le fila del centrosinistra...…
«Quando il vecchio parroco deve farsi da parte, deve lasciare alla Curia la scelta del suo successore - sorride nel suo ufficio illuminato da un sole primaverile -. Ho espresso molto sommessamente la mia idea a chi sta gestendo la partita delle Comunali. Vedo bene un tandem, un ticket fra una persona d’esperienza ed una giovane per sindaco e vice. Vedremo».
Manuela Rontini è ancora della partita? Non le pareva la candidatura più naturale dopo la sua esperienza?
«La Rontini ha avuto un’ottima affermazione alle Regionali, farà ancora bene il consigliere».
Il risultato delle Regionali positivo per il centrosinistra anche a Faenza aiuterà alle Comunali?
«E’ difficile prevederlo. Certamente ha fatto chiarezza all’interno del centrosinistra sui pesi di ogni componente politica. Di scontato però non c’è più niente, il prossimo candidato si dovrà guadagnare il risultato sul campo, su questo non ho dubbi, il centrodestra si presenterà molto agguerrito».
Unione comuni, riconversione ex Omsa e Pronto Soccorso i tre risultati migliori da appuntarsi al petto? C’è altro?
«Aggiungerei il complesso dei Salesiani, dove il recupero ormai è ultimato. E’ stata un’operazione fondamentale di valorizzazione del centro storico con molti spazi destinati ai giovani. Chi ci ha lavorato, oltre al sindaco, è stato capace e concreto. L’Unione dei Comuni è un percorso di grande prospettiva, abbiamo fatto alcuni passi avanti, ma c’è ancora molto lavoro da fare. La nostra è una delle poche esperienze che ha conferito tutte le funzioni e tutti i dipendenti, viene ora assunta come elemento di riferimento, in questi giorni siamo stati alla Camera dei Deputati per raccontare la nostra storia, in giro per l’Italia non ce ne sono molte. La conversione dell’ex Omsa, per come eravamo partiti, è andata bene. Da 350 dipendenti siamo andati a 570 persone occupate nello stabilimento Atl group. Ne siamo usciti con una nuova azienda che ha dato una nuova opportunità a tanti».
In sanità tante polemiche, ma anche alcuni risultati di riguardo. Dal Pronto soccorso rinnovato ai nuovi investimenti per Pediatria, il nosocomio di Faenza non rischia più la chiusura, giusto?
«Sul Pronto soccorso c’è stato un investimento di 5 milioni di euro, purtroppo i tempi burocratici e il dissesto dell’azienda che aveva vinto la gara hanno allungato i tempi del cantiere. Oggi però abbiamo una struttura molto più funzionale, poi ci sono le persone che ci lavorano, abbiamo chiesto un’integrazione per garantire un efficace presidio, ma solo in parte è stato assegnato. Non c’è stato solo questo, in corso ci sono i lavori dei 7 milioni di euro per il trasferimento della Pediatria allo stesso piano del Punto nascite. Questo per me è la dimostrazione che il nostro Ospedale non verrà mai chiuso e non c’è mai stata un’ipotesi del genere. Se i pazienti dovessero essere redistribuiti fra Ravenna e Forlì, ci sarebbe un ingorgo ingestibile. Anche il nuovo sindaco dovrà impegnarsi per garantire specializzazioni di alto livello nel nostro nosocomio».
Con i Rioni c’è stato un confronto a volte anche molto duro, come sul progetto della Fondazione…...
«Sul tema dei Rioni, non abbiamo avuto un rapporto difficile. In una certa fase abbiamo discusso sull’opportunità di fare una Fondazione. Probabilmente non era maturo il tempo. Con i Rioni la discussione è garantita, bisogna arrivare ad una sintesi, nel caso del vincolo di mandato siamo riusciti a trovare una mediazione, nel caso della Fondazione no».
Il progetto dello scalo merci è rimasto sulla carta. Lo smacco più grande?   
«La vicenda dello scalo merci è la più grave. Non era una mia fissazione, stava scritto nel patto per lo sviluppo. Prima dell’incendio Lotras c’erano tre punti di smistamento del traffico merci. E’ chiaro che se ci fossero stati i binari e non le strade sarebbe stato molto meglio. Aver avuto l’infrastruttura ultimata avrebbe consentito meno traffico pesante sulle strade, ora invece passa quasi tutto su gomma da Villa Selva. Servivano investimenti privati per 8-10 milioni di euro, ma ci fu la vicenda della Ctf, che di fatto ha bloccato tutto».
Lei è sempre stato accusato di guardare troppo ai conti e fare pochi investimenti. Certo il Patto di stabilità nel primo mandato non vi ha aiutato…
«Nei primi anni non c’erano proprio soldi, dal 2017 invece siamo stati messi nelle condizioni di fare nuovi mutui, e la mia giunta si è mossa di conseguenza, non siamo stati fermi. La curva della riduzione del debito quindi si è arrestata, complessivamente dal 2010 a fine 2019 c’è stato comunque un taglio del 49,5% (fino al 2018), poi negli ultimi anni abbiamo usato tutti gli spazi per fare investimenti (mutui) puntando sulla viabilità e sul recupero di alcuni immobili a carattere socio-culturale».
Da Laboratorio Faenza ad oggi, cos’è cambiato?
«Il quadro è notevomente cambiato, soprattutto nel rapporto con i cittadini e gli elettori. Dieci anni fa si attivavano determinanti canali, oggi il rapporto è molto più diretto. Nel 2010 la mia aspirazione era quella di prendere in mano la mia città e riconsegnarla migliorata. Oggi certamente non è peggiorata, poi toccherà ad altri valutare se c’è stato anche un passo in avanti. In questi anni ci sono state condizioni politiche positive in maggioranza, a parte qualche tensione negli ultimi mesi».
A livello sociale, i segnali di odio e razzismo in dieci anni sono aumentati. Lei è sempre stato molto attento a stigmatizzare queste situazioni, prendendosi pure molti insulti...…
«E’ nel ruolo di chi amministra tenere sotto controllo i fenomeni sociali, è una questione di responsabilità, di rispetto delle regole, chi governa una città ha il compito anche di dare l’esempio in questo».
Qual è stata la situazione più difficile che ha dovuto affrontare?
«Il momento di maggior fatica e tensione sono state le giornate dell’incendio alla Lotras, con tutte le implicazioni che potevano esserci sul fronte ambientale e d’inquinamento per i cittadini. Sono sempre stato presente sul posto, alla fine la vicenda si è chiusa senza problemi».
Il più bel ricordo invece?
«Anche se non è un momento istituzionale, è stato arrivare in piazza e concludere la 100 Km nel 2015. Avevo avuto poco tempo per prepararmi, farla da sindaco è stata una soddisfazione in più».
Infine quanto è contata la sua numerosa famiglia in questi due mandati?
«Non si fa il sindaco se alle spalle non hai una famiglia che condivide il sacrificio della tua assenza. Fare il sindaco è un impegno totalizzante, se hai dei figli ci deve essere qualcun altro che se ne occupi a partire dal coniuge. Avevamo condiviso il progetto, però la fatica nei dieci anni c’è stata. Mia moglie è stata davvero super, ha portato avanti tutto, devo davvero ringraziarla. Oggi tutti i miei figli sono maggiorenni, quando cominciai avevano 8-10 anni, oggi mi fa un po’ effetto».
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