Faenza, Giulia Melandri è la prima «Cesarina» della città: «La mia più grande passione è la cucina»
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Riccardo Isola - Gulia Melandri, 41 anni, faentina doc sposata da 10 anni con Gilberto e mamma di Alberto e Giovanni, è una ricercatrice storica con la «grande passione per la cucina». Amore e dedizione che nasce «da lontano, praticamente dalla mia infanzia, perché ho avuto la fortuna di avere la mia nonna paterna e la mia mamma che erano due cuoche che mi hanno trasmesso il loro sapere. Ho imparato da loro come utilizzare gli attrezzi, quanto e come dosare i vari ingredienti, ho imparato a creare una cena con ingredienti poveri e soprattutto - spiega la giovane domestic chef - mi hanno insegnato che la buona cucina è strettamente legata all’ospitalità, alla convivialità, che il cibo è più buono se gustato in compagnia delle persone care, degli amici». Spazio del ricordo e del presente, la cucina, con potere taumaturgico per la giovane cuoca che diventa «atto di amore».
Per Melandri «le mie ricette hanno tutte una storia legata alla mia infanzia romagnola. Non possono mai mancare le paste fatte rigorosamente a mano, cappelletti al ragù, tortelloni burro e salvia, tagliatelle, passatelli asciutti o in brodo, poi gli arrosti che la nonna cuoceva nel forno pian pianino con lo strutto e le erbe aromatiche del suo giardino, e poi una montagna di patate arrosto che non bastavano mai. Infine, si concludeva il pranzo domenicale in dolcezza con la mitica zuppa inglese, la ciambella romagnola e gli zuccherini che poi mangiavamo anche a merenda, se rimanevano».
Dal 2016, dopo aver superato vari step un importante traguardo personale arriva per Melandri. «Sono riuscita a diventare la prima Cesarina di Faenza. L’associazione Le Cesarine ha la sua sede a Bologna e porta avanti una mission, tramandare i cibi della tradizione italiana. Per poter diventare una Cesarina bisogna innanzitutto amare la cucina, saper preparare e presentare adeguatamente i cibi della tradizione del luogo in cui si vive, ma anche saper ricevere gli ospiti che desiderano mangiare a casa di una Cesarina. Far parte di questa associazione - prosegue - vuol dire portare avanti e condividerne i valori, come l’ospitalità, l’accoglienza, l’aprire la propria casa e il proprio cuore, raccontare agli ospiti la storia delle proprie ricette, che spesso fanno parte della storia familiare di ogni Cesarina». Da qui il rpogetto quotidiano che vede la cCesarina «proporre non solo vari menù sia per il pranzo che per la cena, ma anche corsi di cucina, nel mio caso insegno, soprattutto agli ospiti stranieri, a preparare la piadina, la pasta fatta in casa, i dolci della tradizione romagnola, come gli zuccherini, la zuppa inglese, il salame di cioccolato. E’ un modo per stare insieme divertendosi, con le mani in pasta e regalare un po’ di Romagna».