Non ha fatto mancare di far detonare polemiche e dibattito il ritorno sotto il controllo dell’Asp della Romagna faentina la gestione della struttura residenziale per anziani del «Fontanone». Una decisione arrivata alla luce della scadenza dei provvedimenti di rinnovo dell’accreditamento dei servizi rivolti agli anziani. Una decisione arrivata di comune accordo tra l’Unione della Romagna Faentina con i sindacati, che ha deciso di riportare in gestione pubblica diretta il servizio di Casa residenza anziani nella struttura il Fontanone di Faenza, con il duplice obiettivo «di realizzare un maggior equilibrio nell’assetto dei servizi accreditati pubblici e privati ed una miglior condizione di equilibrio economico dell’Asp stessa». Questo ha messo in fibrillazione Confcooperative che in un comunicato piccato ha definito la scelta di riportare «Il Fontanone «del tutto incomprensibile» soprattutto «in nome di una non ben chiara necessità di riequilibrio tra i servizi accreditati. In questo modo – aggiungono - si buttano al vento anni di proficua collaborazione tra pubblico e privato. Chi prende tali decisioni - prosegue la centrale cooperativa - si assume una grande responsabilità per l’approccio a questi servizi che sempre di più necessitano di un solido equilibrio tra qualità del servizio e spesa pubblica». Infine «questa decisione unilaterale e non obbligata - concludono da Confcooperative - pone il problema della continuità lavorativa delle operatrici e degli operatori che prestano servizio alla Casa di riposo. Personale in attività anche da svariati decenni che potrebbe incontrare difficoltà nell’affrontare un concorso pubblico e che corre il rischio di perdere il proprio posto di lavoro compromettendo altresì il rapporto tra operatori e utenti consolidato in tanti anni di relazione». Alle preoccupazioni espressi i sindacati ribattono sottolineando come «nel documento condiviso hanno trovato spazio gli obiettivi prioritari di mantenimento del numero e delle caratteristiche dei posti presenti in struttura, di tutela della qualità dei servizi a beneficio dell’utenza e di salvaguardia degli aspetti quantitativi e qualitativi dell’occupazione. In particolare – aggiungo Cgil, Cisl e Uil - in relazione agli aspetti occupazionali, sarà promossa e facilitata la più ampia partecipazione del personale attualmente occupato in tutte le fasi di acquisizione delle risorse umane, anche temporanee, necessarie alla gestione del servizio, valorizzandone adeguatamente la specifica esperienza e garantendo la massima continuità occupazionale e salariale.