Faenza, dopo la riapertura del Cinedream, l’analisi su una stagione in divenire

Romagna | 30 Agosto 2020 Cultura
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Federico Savini
«Come tutto quello che non risponde ad esigenze primarie, il cinema ha patito molto il lockdown. Siamo stati i primi a chiudere e tra gli ultimi a riaprire, con le cautele e le difficoltà del caso. Però siamo qui, e ripartiamo fiduciosi nella nuova stagione». Cè ponderatezza nelle parole di Benedetta Bentini, responsabile del CineDream di Faenza che ha riaperto i battenti da pochi giorni e davanti al quale si prospetta una stagione dai tratti inediti, difficile da decifrare e con qualche incognita per il settore che forse più di tutti ha fatto le spese della quarantena.
«Dal 19 agosto - spiega Benedetta - le sale hanno riaperto. Ripartiamo con tutte le dovute misure di sicurezza per dare tranquillità ai nostri clienti, ma adesso la cosa più importante è tornare in sala».
Come mai il 19 agosto?
«Perché per quella data sono arrivati un po’ di film nuovi. Mi spiego meglio: prima del 19 agosto sono stati proiettati film usciti entro febbraio, tecnicamente della vecchia stagione, o nuovi film che però erano fruibili in contemporanea sulle piattaforme digitali. Questa volta invece parliamo di film per il cinema e basta, come Onward, Volevo Nascondermi e Gretel e Hansel»
Quali sono le misure di sicurezza?
«La mascherina va tenuta sempre, per fare le file e anche in sala, con la possibilità di abbassarla per mangiare o bere. Il distanziamento si osserva sempre, sia in fila che in sala, con i congiunti che possono stare vicini e le altre persone che devono mantenere una sedia di distanza».
Quindi l’impatto negativo del distanziamento come si stima?
«Non si può dare una percentuale esatta, proprio per via dei congiunti. Coppie e famiglie sono una parte molto ampia della clientela e loro non devono distanziarsi, quindi questo porta a riempire più poltrone. L’impatto negativo è limitato e ci possono essere discrete marginalità, insomma».
I primi riscontri?
«Per ora il pubblico è ancora poco numeroso, ma sono le primissime giornate, con tante persone in vacanza, e soprattutto non c’è ancora un film di grande richiamo. Tenet, l’attesa pellicola di Christopher Nolan, esce proprio in questi giorni ed è considerato il film spartiacque, quello che ci farà capire le potenzialità delle sale in questo periodo».
Parliamo di film, che stagione sarà?
«Per ora si naviga un po’ a vista, perché le uscite confermate hanno un calendario che si aggiorna ogni mese. Proprio Tenet è stato spostato tre volte prima di uscire. Per ore possiamo dire che a settembre usciranno After 2 e The King’s man-le origini, mentre Wonder Woman 1984 e 007 No time to Die sono rispettivamente previsti per ottobre e novembre. Su dicembre invece ci sono 3 importanti film italiani: Come Un Gatto in Tangenziale 2, con la Cortellesi e Albanese, Freaks out di Gabriele Mainetti e soprattutto Diabolik. Ovviamente, però, molto dipenderà dalle curve epidemiche».
Un simile scenario apre le porte a svolte nell’intero sistema del cinema?
«E’ possibile, più che in altre circostanze. Prendiamo la politica di un’azienda leader come Disney: per la saga Marvel è annunciato da tempo Black Widow, che non ha ancora una data certa per le sale, mentre per Mulan si è optato per un’altra strategia. Questo film è stato tolto dal listino dei cinema e viene distribuito sulla piattaforma Disney Plus, a 30 dollari extra rispetto al canone normale. E’ un esperimento ambizioso. E bisogna tener conto che Disney, in questo momento, ha i parchi chiusi negli Stati Uniti, e le produzioni cinematografiche sono ferme. Così, chi può sfrutta le piattaforme».
La pandemia negli Usa influenza il resto del mercato?
«Certo, la loro offerta cinematografica è da sempre dominante e la loro curva epidemica non si è mai abbassata, mentre le recrudescenze europee sono ondate di ritorno. Le produzioni americane sono ferme, ma per Tenet hanno fatto un’eccezione, per capire il potenziale della riapertura dei cinema in Europa. Questo film è adatto a diverse fasce di pubblico, e sarà importante per capire se le persone torneranno in sala con le mascherine. Cambierà anche il modo di guardare agli incassi: mentre prima era tutto concentrato sui picchi dei week-end, ora le sale osservano il distanziamento e questo implica incassi minori nelle singole giornate, quindi si dovrà guardare al lungo periodo. I film resteranno in sala di più».
Timori per un secondo lockdown?
«E’ presto per intravvederli. Una nuova quarantena colpirebbe mortalmente il sistema economico, quindi è più plausibile immaginare chiusure locali. I contagi sono in risalita, è vero, ma lo stress del sistema sanitario è decisamente sotto controllo e credo sia quello a poter determinare un eventuale lockdown, che speriamo non avvenga».
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