Faenza, Domenicali (Filtcem Cgil): "Settore ceramico ancora in difficoltà, non basta il Cersaie"
Non è ancora tempo di bilanci, a una decina di giorni dalla chiusura del Cersaie, il salone della ceramica che si è tenuto a Bologna, per Monica Domenicali della Filctem Cgil: «Ci vuole circa un mese perché le aziende ci diano un riscontro concreto. Oggi non è più come una volta, che si usciva da eventi come questi con gli ordini in tasca. Il Cersaie è per lo più una vetrina per mettersi in mostra e le conseguenze si scoprono solo dopo. Certo, possiamo dire che c’è stata un’alta partecipazione, che gli stand erano occupati e quindi le aspettative sono forti». Il settore, in generale, dopo la grande crisi di una decina di anni fa ha iniziato, tra alti e bassi, a risalire a partire dal 2017: «Quell’anno è stato buono, poi il 2018 è andato bene nella prima parte e peggio nella seconda. Il 2019 è in chiaroscuro, si va e si viene». Tra le incognite più importanti, per Domenicali ci sono questioni concrete come i dazi dagli Stati Uniti e il costo dell’energia ma anche questioni all’apparenza più distanti e in realtà, a suo parere, altrettanto stringenti: «Tutto il dibattito sull’oil&gas, così come l’emergenza clima, mettono anche le aziende del comparto ceramica davanti a numerosi punti interrogativi». Dopo che la Cooperativa ceramica d’Imola, negli ultimi dieci anni, ha ridotto il personale di circa un migliaio di unità tra Imola e Faenza, non ha smesso di promuovere le uscite incentivate: «Le altre aziende del territorio non hanno messo in campo le stesse manovre. Gigacer, che è un’eccellenza del settore, ha sempre ottenuto buoni risultati senza ricorrere agli ammortizzatori sociali. Ciò non toglie che, a livello di lavoratori, la situazione è stazionaria. Le assunzioni sono pochissime e riguardano per lo più figure tecniche specializzate. Nella produzione, infatti, molte cose sono cambiate». (s.manz.)