Faenza, dalle calze ai divani, dieci anni fa la riconversione Omsa-Atl Group per oltre 140 lavoratrici

Romagna | 07 Maggio 2022 Economia
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Manuel Poletti - Dalle calze ai divani, da Omsa ad Atl group, 10 anni dopo la chiusura positiva di una pagina triste dell’economia faentina, con la vertenza Omsa partita nel 2009 con la proprietà del gruppo Golden lady che arrivò nel gennaio di 10 anni fa a licenziare via fax ben 239 dipendenti, quasi tutte donne, nel nome della delocalizzazione e del risparmio sulla pelle delle lavoratrici. I principali attori in campo furono: il presidente della Regione Vasco Errani; Nerino Grassi, patron di Golden Lady; il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi; Samuela Meci responsabile della Cgil; e Luciano Garoia, amministratore delegato di Atl Group.

IL RUOLO DI VASCO ERRANI (E-R)
A febbraio 2012 si sbloccò la trattativa nella sede della Regione Emilia-Romagna per il futuro della Omsa di Faenza: lo stabilimento sarebbe stato acquistato da Atl group di Forlì, che produceva divani e che si impegnò ad assumere 140 operaie del gruppo Golden lady. Erano quasi il doppio - 239 lavoratrici - lasciate a casa a inizio anno a mezzo fax. Un atteggiamento, quest’ultimo, che oltre a colpire le dirette interessate aveva anche irritato i vertici della Regione. Il contratto di acquisto dello stabilimento sarebbe poi stato siglato entro fine marzo 2012. Due stabilimenti di Atl si trasferirono in quello faentino, previo adeguamento degli impianti e conseguente acquisto di nuovi macchinari. La copertura finanziaria dell’investimento, pari a 20 milioni, arrivò da parte di un gruppo di banche. All’epoca fu palpabile la soddisfazione del presidente della Regione, Vasco Errani: «Con il tavolo di oggi si è aperta una fase nuova  - dichiarò all’epoca - per dare una risoluzione strategica alla vertenza Golden Lady-Omsa, che rappresenta per noi un punto fondamentale. Per la prima volta c’è un progetto vero di reindustrializzazione dell’area Omsa: non era una cosa scontata, date le condizioni di crisi in cui agiamo. Occorre un percorso rapido, conservando la compattezza avuta fino ad oggi e mettendo al primo posto il lavoro».

I RICORDI DEL SINDACO MALPEZZI
«Fu un’operazione molto delicata – ricorda Giovanni Malpezzi, allora sindaco di Faenza all’inizio del primo mandato -. Atl Group volle da subito mantenere molta riservatezza perché l’accordo prevedeva il trasferimento di lavoratori dalla loro sede di Forlì a quella nuova di Faenza. Ricordo quei giorni difficili, l’ansia perché i tempi si stavano allungando, poi quell’intermediario svizzero che fece credere a molti che Ikea era interessata ad aprire a Faenza, invece poi non se ne fece nulla. Chi davvero ebbe un peso in quella vicenda, in senso positivo, fu l’allora presidente della Regione Vasco Errani. Mi fu al fianco spesso, facemmo più di una riunione a Roma, anche incontri notturni, fu una trattativa complessa e molto dura. Non scorderò mai un incontro a 4 fra Vasco, il sottoscritto, il dirigente del ministero e Nerino Grassi, patron del gruppo Golden Lady. Sulla strada per arrivare ad un accordo con Atl Group c’era il prezzo dello stabilimento di Omsa che doveva passare di mano. Errani fu determinante, Grassi dovette abbassare non di poco le proprie ambizioni economiche di vendita e così riuscimmo ad arrivare un accordo. Oggi posso dire che per Faenza è stata una soluzione positiva, vista che Atl Group è cresciuta nel tempo ed ha assorbito altre lavoratrici negli anni seguenti».

LA BATTAGLIA DELLA CGIL
«Riuscimmo a salvare con Atl 140 posti, rimane il fatto che in Omsa c’erano 290 lavoratrici, circa 80 in vari passaggi andarono via con un incentivo all’esodo e circa 80 rimasero senza lavoro - ricorda Samuela Meci della Cgil, in prima linea all’epoca nella vertenza -. Atl Group fece selezione su 292 ex dipendenti Omsa, ne presero 140 come da accordi. Golden Lady dal 2005 cominciò a chiudere prima tutti i laboratori di artigiane che aveva esterni. Poi a fine 2009 cominciò la vertenza sullo stabilimento principale di Faenza, con la volontà del gruppo di chiudere prima il magazzino, poi il resto della produzione. Furono anni di battaglia dura, il processo si concluse definitivamente nel 2014. E’ stata una partita molto dura, chi ha portato avanti la battaglia era un gruppo che oscillava fra 6 e 12 donne lavoratrici, abbiamo partecipato a tutti i consigli comunali a Faenza. Siamo state molto presenti anche in tv e sui giornali. Dispiace che alla fine 80 donne non hanno avuto un posto di lavoro. In quegli anni facemmo teatro di strada, alcune dipendenti scelsero forme di protesta anche più estreme. Partì poi la campagna, erano i primi tempi dei social, furono comunque utilità per mantenere alta la visibilità sul nostro problema. Anche la riconversione non fu una passeggiata, anzi – conclude la Meci -. Le lavoratrici Omsa che facevano il controllo cuciture delle calze dovettero imparare un nuovo mestiere, tipo lavorare col legno e assemblare divani, non fu affatto semplice, ma furono davvero in gamba, difendendo il proprio posto di lavoro».

I NUMERI DI ATL GROUP
Atl Group negll’ultimo anno ha sviluppa come indicato nelsito web dell’azienda un fatturato annuo consolidato di circa 70 milioni di euro, ed occupa circa 500 dipendenti diretti e circa 150 indiretti, addetti di imprese terziste. Il 50% del volume d’affari è rappresentato dal mercato interno ed composto da vendite di prodotti di gamma media, vendite «contract» e vendite di semilavorati ad altri produttori del settore; il rimanente 50% è mercato estero (Ue ed extra Ue) ed è composto principalmente da vendite di prodotti di gamma alta.
 
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Mi sembra buona cosa che dopo 10 anni ci si ricordi della vertenza Omsa, vorrei solo precisare che il coordinato della Cgil di Faenza era Idilio Galeotti, che provenendo da otto anni da Roma come dirigente della Cgil Nazionale, al quale le lavoratrici chiesero aiuto e frutto della sua sua esperienza, creò tutti i contatti utili per realizzare tutti i collegamenti con la trasmissione di Santoro, con Vesta Porta a Porta, con i quotidiani l'Unità di Concita de Gregorio, le prime pagine del manifesto e aver organizzato insieme alla categoria le manifestazioni nella città di Faenza. Questo solo per onestà intellettuale. Cordiali saluti
Commenta news 09/05/2022 - Idilio Galeotti
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