Lasciare tutto e partire per conoscere il mondo, per imparare una lingua e vivere un’esperienza che si discosti dalla quotidiana routine. Sono tanti i migranti 2.0, giovani, coraggiosi e intraprendenti, accomunati dagli stessi obiettivi, sogni e voglia di mettersi in gioco. Un fenomeno diffuso e Faenza non è esente, neanche in estate.
«Come in riviera così in Spagna, a Formentera in particolare, dove su 100 italiani circa 70 sono romagnoli» racconta Devis Mazzone, trentenne faentino doc, alla prima esperienza lavorativa fuori dai confini. «Lavoravo nel settore della ristorazione e ho deciso di partire per Formentera. Qui si parla in spagnolo, inglese e italiano e così ci si ambienta in fretta. Finora non mi lamento anche se devo dire quest’esperienza ha un po’ disatteso le aspettative». Francesca Bassi, anche lei barista a Faenza e anche lei alla prima esperienza in un paese straniero, dice: «Faccio la cameriera ad Es Pujol, prima a Faenza lavoravo al Clan Destino. Considero questo come un lavoro stagionale perché un’isola come Formentera non è la meta perfetta per pensare di trasferirsi definitivamente. Io sono partita per staccare dalla solita routine. Qui si lavora tutti i giorni, di tempo libero se ne ha molto poco e lo si usa per riposare. Lavorare con i turisti consente di parlare tante lingue». Francesca non ha nostalgia di casa ma ammette: «Casa manca sempre anche se ciò non significa che si abbia voglia di tornare. Un’esperienza come questa, stagionale all’estero fa crescere e maturare, è una sfida continua. La consiglio almeno una volta. Sono partita il 1° aprile e terminerò a novembre, valuterò se ripeterla o andare altrove».
Da Formentera a Ibiza il passo è breve. Andrea Donatini, pizzaiolo in una catena costituita in Romagna. «Ho fatto il pizzaiolo in Italia a Faenza, poi mi sono spostato a Bologna per andare fino a Ibiza. E’ la mia prima esperienza all’estero anche se ho già capito quanto Faenza sia piccola e quanto il modo di lavorare all’estero sia differente». La giornata tipo di Andrea è analoga a quella di ogni altro lavoratore stagionale: «Mi dedico molto al lavoro. Qualche volta al mattino mi godo un po’ il mare».
Non solo Spagna e non solo per qualche mese. Davide Placci, faentino è partito alla volta dell’Australia. «Ora mi trovo a Brisbane. La prima volta partii con l’obiettivo di imparare l’inglese andando a Londra. Ci sono stato per 1 anno e mezzo. Ho iniziato come lavabicchieri per diventare barman. Poi mi sono spostato a Barcellona, per 8 mesi in cui ho svolto la stessa mansione nel settore alberghiero». Davide però non si è fermato all’Europa decidendo di provare un’esperienza oltreoceano: «Ho intrapreso un viaggio negli Stati Uniti, passando per Cuba e il Messico. Poi sono stato a Edinburgo in Scozia per 7/8 mesi lavorando come barman e cameriere, infine ho fatto una stagione a Milano Marittima e sono ripartito per gli Stati Uniti. Sono stato in Florida per 1 anno e mezzo. Ora sono in Australia. Il lavoro nella ristorazione è il più facile da trovare e non serve sempre sapere la lingua». Ovviamente c’è anche chi in passato è partito ma dopo 3 anni a Londra ha deciso di tornare, come Federico Ercolino. «Sono partito perché qui non avevo stimoli. Ho scoperto che fuori il lavoro stesso è un’altra cosa, ci sono regole, basi, c’è un altro modo di vedere il mondo del bar. Giudico l’esperienza in modo positivo e non posso che consigliare a tutti i ragazzi di farla. L’estero rimane un punto di riferimento perché mi sono costruito una vita. Adesso sto progettando qualcosa qui vicino a casa». (da.ve.)