Faenza, dal capoluogo alla collina la stagione per le piscine sta andando bene, non a Solarolo dove l’impianto è chiuso

Riccardo Isola - L’alternativa al mare, con meno salsedine ma più cloro, è, per le realtà della Romagna faentina, rappresentata dalle piscine.  Impianti sportivi, ricreativi e di relax che stanno, a detta di tutti gli operatori, riscuotendo buoni risultati in questa stagione. Tolta Brisighella, che aspetta ancora di avviare e completare il restyling già finanziato ma di fatto non ancora partito, e Solarolo la cui struttura è stata completamente sommersa da acqua e fango nell’alluvione dei metà maggio, le altre strutture natatorie sono aperte. Per ora, anche grazie a un luglio caratterizzato da temperature fiuori media, il bilancio è positivo un po’ ovunque. Sta andando molto bene quella del capoluogo faentino, bene anche le realtà di Russi e Castel Bolognese e, da luglio, sta marciando anche quella di Casola Valsenio. Quest’ultima soggetta, nel post ondata di maltempo di qualche problema tecnico a causa di infiltrazioni e interruzioni di corrente ma presto ripristinati.
«Siamo in linea con l’anno passato - conferma il dirigente della Nuova Cogi Sport, Roberto Carboni - anche se abbiamo iniziato ovunque con qualche giorno di ritardo. Salvo Solarolo, dove i danni dell’alluvione oscillano tra i 120 e 150 mila euro e non si ha una prospettiva a breve periodo per la sua riapertura, le altre strutture natatorie stanno affrontando la stagione in linea con i trend degli ultimi anni. Non dimentichiamo però - ci tiene a rimarcare Carboni - che ci sono una serie di variabili economiche e finanziaria che pesano sul bilancio complessivo. Mi riferisco ai tassi relativi ai mutui che abbiamo dovuto aprire per realizzare le piscine, l’ultima è quella di Russi, e soprattutto al caro energia e acqua che se non come lo scorso anno adesso viaggia comunque al doppio rispetto alle tariffe del 2019».
Un’altra piscina che ha tentato e sta tentando di approcciarsi a una stagione molto particolare è quella di Riolo Terme. Più che piscina si deve definire un vero e proprio parco giochi acquatico, non a caso il nome è appunto «Acqualand» che oltre ad aver subito importanti danni a causa dell’esondazione del Senio a maggio, ha dovuto tenere aperto a singhiozzo in queste ultime settimane anche a causa del vento e dei danni alla vegetazione che hanno necessitato di interventi di ripristino straordinari.
Al di là degli impianti pubblici e dei grandi parchi d’acqua, tra questi anche se non nel faentino ha riaperto anche quello storico di Conselice, ci sono sul territorio disseminate anche altre possibilità di refrigerio. Tra queste si annoverano le piscine presenti all’interno degli agriturismo della collina e della bassa pianura e soprattutto gliimpianti privati come il «Beach Park Faenza» e l’Altromare di Casa Spadoni, solo per citare le più grandi e le più affollate. Strutture che, soprattutto nei week-end, sono prese d’assalto non solo dai faentini e residenti ma anche da forestieri e turisti provenienti da fuori territorio, anche stranieri.