Faenza, dal 1° settembre il palazzo del Podestà apre, nel 2023 il bando di gestione, Italia Nostra critica
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Riccardo Isola - E’ sicuramente uno dei cantieri più importanti che hanno caratterizzato il mandato dell’ex sindaco Giovanni Malpezzi e dell’attuale giunta guidata da Massimo Isola. Il Palazzo del Podestà, l’altro nobile profilo di piazza del Popolo, che ritorna finalmente alla sua fruibilità pubblica. Lo fa a seguito di un lungo cantiere, il tutto partito con il progetto preliminare del 2015 e concluso ad aprile di quest’anno dopo diverse peripezie legate alle aziende e allo stop imposto dalla pandemia, che è costato circa 2 milioni di euro. Di questi gran parte provenienti da finanziamenti regionali e per circa 470mila euro coperti direttamente da Palazzo Manfredi.
Ora questo testimone illustre del passato medievale e poi rinascimentale faentino, la struttura si dice sia in piedi dal 1175 dC, torna ad aprire le sue porte al grande pubblico e ai cittadini. Spazi completamente ristrutturati, in chiave moderna ma senza alternarne l’essenza antica, il cui accesso è consentito grazie alla scala storica nella parte di piazza Martiri della libertà e da un ascensore con ingresso in corso Saffi. A questo si aggiunge una scala, non poco dibattuta in città nella sua conformazione finale, racchiusa all’interno di una torre di corten sempre affacciata su quella che viene oggi anche chiamata piazza delle Erbe (Martiri della libertà). Ad aggiungersi ci sono altri spazi come un’area ristoro e bagni ricavati nello stabile adiacente sede dell’ex scuola di musica e alcuni vani di servizio. A seguito dell’inaugurazione, e quindi della sua definitiva apertaura, la grande sala diventerà spazio dedicato a ospitare mostre, convegni, eventi legati sia alla promozione del territorio che d’iniziative private come convention aziendali o eventi comunque similari. Tutto questo sarà deciso dall’Amministrazione comunale e messo nero su bianco in un bando pubblico che uscirà nel 2023 e che permetterà, a chi si candiderà, di gestirlo seguendo le linee guida dell’amministrazione. Intanto «per quest’anno - spiega l’assessora ai Lavori pubblic, Milena Barzaglia - abbiamo deciso che la programmazione e la gestione sarà fino a fine anno in capo al Comune. Sarà transitoria e propedeutica alla stesura di un bando che permetterà di organizzare il futuro di questo importante contenitore architettonico faentino. Questa struttura ha grandissime potenzialità che guardano sia alla promozione e valorizzazione del territorio, anche di natura enogastronomica, fino ad arrivare a prestarsi perfettamente come sede per eventi aziendali di grande pregio nel cuore della città». La sala dell’Arengo, adibita a pubblico spettacolo, può arrivare a ospitare al proprio intrno fino a quasi 400 persone contemporaneamente.
Ma c’è chi ancora storce il naso sull’intero progetto di recupero del Palazzo. Si tratta di Italia Nostra faentina che in un comunicato sottolinea le criticità estetiche, architettoniche e funzionali della scala di servizio «un vulnus che a nostro avviso potrebbe far sorgere il dubbio di violazione delle norme urbanistiche regionali essendo eretta in un’area pubblica, probabilmente con l’alibi del principio machiavellico del fine che giustifica i mezzi». L’altra questione è la tinteggiatura del cancello della scala storica «uno sfregio forse non casuale visto che è coordinato con l’allestimento del bar attiguo. Uun’operazione - conclude - a dir poco imbarazzante».