Faenza, Costa: «La Vena del Gesso tornerà ad essere un volano territoriale»

Romagna | 25 Aprile 2020 Cronaca
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Riccardo Isola - Non ci sono grandissime aspettative positive per il turismo collinare e montano del territorio faentino nell’immediato futuro. L’emergenza del Coronavirus ha sicuramente abbassato, e non poco, le velleità propositive, spostando l’ottica almeno sulla seconda metà inoltrata dell’anno. Agriturismi, attività stagionali della ristorazione e del pernottamento naturalistico, zone a forte caratterizzazione ambientale non se la stanno certo passando bene e soprattutto guardano al periodo dell’anno storicamente più florido in presenze e quindi incassi, quello estivo, con occhi pieni d’incertezza. Per capire cosa ci si aspetta a partire dalla cosiddetta e imminente «Fase 2» il direttore dell’area naturalistica protetta più importante del territorio, quella della Vena del Gesso, Massimiliano Costa prova a delineare alcuni scenari. In primis, però c’è da dire che il Parco, un’area di 6.063 ettari, di cui 2.041 ettari di parco e 4.022 ettari di area contigua, ha recentemente adottato, ma il via libera definitivo toccherà alla Giunta regionale, un nuovo regolamento di fruizione. «Era un anno e mezzo che ne stavamo parlando e ci stavamo ragionando – commenta il direttore Costa – alla luce delle importanti trasformazioni che i flussi turistici hanno portato all’area e quindi all’inadeguatezza del vigente regolamento ormai diventato non adeguato al presente e soprattutto alle modalità e alle quantità di persone che la visitano. Basti pensare che il solo Carnè, negli ultimi anni, registrava circa 50 mila visite l’anno, senza contare la crescente crescita di presenza di biker e di trekking a tutte le ore del giorno e non solo. L’esigenza di una nuova regolamentazione era diventata inevitabile, poi è arrivato il Coronavirus che ha mescolato le carte in tavola». Un’emergenza che di fatto ha imposto la chiusura dei due centri visite presenti nell’area protetta e i rispettivi ristoranti e ha limitato la possibilità di fare passeggiate ed escursioni. «Con la possibilità che si possa, dopo i primi di maggio, riaprire progressivamente tutto sappiamo che parallelamente il flusso di interesse turistico ritornerà, siamo consapevoli che non sarà immediato ma siamo positivi». Quella della vita esperienziale all’aria aperta, infatti, rappresenterà sicuramente una delle principali mete per chi ha subito per così tanto tempo una quarantena. Una forma slow di fruizione turistica estiva che a pochi chilometri da casa permetterà di non vivere e non dover subire possibili assembramenti di persone, come potrebbe avvenire invece lungo le località litoranee dell’Adriatico. «Questa sarà la vera sfida che dovremo saper affrontare. Non possiamo di certo pensare e permettere che il sabato e la domenica, come avveniva nel recente passato, oltre un migliaio di persone si riversino lungo i crinali, i prati e i sentieri della zona adiacente al Carnè, ma non potremo nemmeno impedire che la famiglia o l’escursionista possano godere delle bellezze che il territorio sa regalare in questo periodo dell’anno. Quello che dovremo e che stiamo già iniziando a fare è capire come poter riuscire a equilibrare il tutto. E’ un discorso ancora prematuro poterlo fare nello specifico ma inizieremo appena il nuovo decreto governativo chiarirà meglio cosa è possibile fare e cosa no. Parallelamente - prosegue Costa - abbiamo però già iniziato a realizzare alcune misure capaci di poter rispettare le norme di tutela della salute pubblica, con distanze di sicurezza, ad esempio, rispettate all’esterno dei luoghi di ristoro del parco. Poi dovremo saper regolamentare meglio gli accessi e i parcheggi, fino ad arrivare a capire come poter assicurare soste e momenti di relax in totale sicurezza. Di sicuro quella che risentirà maggiormente è l’attività speleologica. Nelle grotte - sottolinea Costa - le distanze sociali di sicurezza sono praticamente impossibili da rispettare per cui quelle turistiche (Tiberio e Tanaccia) sono e rimarranno ancora per un po’ chiuse al pubblico quelle con interesse scientifico vedremo come fare». (r.iso.)
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