Faenza, con una spesa di oltre 3,7 milioni di euro entro il 2025 via al cantiere per recuperare Castel Raniero

Romagna | 05 Aprile 2024 Cronaca
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Riccardo Isola - Finalmente dovremmo esserci. Dopo che sul finire dell’anno scorso il Comune di Faenza, era il 13 dicembre, ha approvato il documento per il progetto di riqualificazione dell’ex colonia di Castel Raniero, adesso l’Ufficio tecnico dell’Unione sta lavorando, assieme a un pool di altri professionisti esterni del territorio, in maniera continua per redigere almeno entro l’anno il progetto definitivo e oi l’esecutivo. Interventi strutturali che per essere effettuati , ormai tre anni fa, hanno ottenuto dal Ministero, con il bando «Grandi progetti Beni culturali», risorse per 3 milioni e 700mila euro di cui 320mila euro per la progettazione e 3 milioni e 433mila per i veri e propri lavori. Parallelamente negli anni precedenti a causa di uno stato non certo buono del tetto e delle fondazioni sono stati effettuati lavori di somma urgenza per una prima messa in sicurezza della copertura della torretta della Colonia per una spesa di circa 50mila euro.

CASTEL RANIERO RINASCE
Il progetto del ripristino, recupero e riorganizzazione degli spazi architettonici della Colonia di Castel Raniero prevede lavori su due corpi: l’ex casa del custode e l’edificio centrale in stile Liberty.  Il cantiere servirà quindi alla rimessa a nuovo del complesso che tornerà, seppur trasformato e adattato in chiave contemporanea, a ricoprire i suoi scopi educativi, formativi e di ricerca originari. Nel dettaglio quegli spazi, secondo la volontà dell’amministrazione, saranno destinati ad accogliere Cre, per effettuare lezioni e incontri della cosiddetta alta formazione con sconfinamenti nella  ricerca universitaria. Il tutto arricchito anche da funzioni di location ideale per attività congressuali e per qualsiasi altra iniziativa di carattere pubblico. A questo va aggiunto che grazie alla sua posizione strategica, di fatto potrebbe divetare una nuova e imponente porta del Parco della Vena del Gesso romagnola. «Abbiamo finalmente preso la direzione finale - commenta l’assessore del Comune di Faenza, Luca Ortolani - per fare in modo che questa storica Colonia possa tornare a rinascere. Prenderemo spunto, a livello generale, dal progetto redatto dal Comitato Salviamo Castel Raniero per poi declinario concretamente secondo ambiti ben precisi e calibrati alle esigenze dell’alta formazione contemporanea. Entro breve - conclude - incontreremo la Soprintendenza per fare il punto della situazione». Ad aumentare il fascino di questo luogo c’è anche un’area verde di quasi sette ettari, con prato e castagneto, evolutosi a querceto misto. Sotto i pini e i cipressi si è sviluppata una macchia a cisto bianco. Secondo il cronoprogramma stilato dagli uffici tecnici i lavori, almeno nella parte dell’edificio principale, dovranno essere ultimati nel 2027.

SITUAZIONE DELL’ORESTINA
Villa Orestina si trova a poca distanza dalla Colonia. Anche questa storica villa inserita in un contesto paesaggistico e naturalistico molto suggestivo. Attraverso i Gal-l’Altra Romagna e la Regione, il Comune ha ottenuto un finanziamento di circa 350mila euro. A queste, a causa dell’aumento dei listini regionali, il Comune ha dovuto aggiungervi altri 80 mila euro portando così il bando, al quale hanno partecipato una settantina di aziende, a oltre 400 mila euro di spesa. Risorse che permettono di realizzare interventi propedeutici alla riqualificazione degli spazi interni della struttura. In questo modo la Villa diventerà un polo legato al comparto educativo e formativo sui temi ambientali, agricoli con ampia vetrina per la promozione territoriale e agro alimentare, soprattutto legato al settore del  vino. Nelle nuove stanze rimesse a nuovo prenderà sede il Ceas dell’Unione Faentina, la scuola Caldesi a cui si aggiunge una parte che sarà dedicata alla promozione socioeconomica sostenibile. Tra le realtà che prenderanno casa qui, precisamente al piano terra, c’è anche l’Ente parchi e biodiversità della Romagna e il Consorzio vini di Romagna. Nel piano sopra, invece, verranno ridefinite le stanze a uso di aule, laboratori e biblioteca. Tra le ipotesi c’è anche, nell’ex cucina, di creare un laboratorio per la Fondazione Caldesi, spazio per l’estrazione delle essenze e delle piante officinali con un piccolo orto fuori. I lavori dovranno essere ultimati entro il 2024.

Una ricerca storica sulla struttura di soggiorno per bambini
In questi giorni ha preso la luce una importante ricerca, anche se i lavori non sono ancora conclusi, dedicati alla storia della Colonia di Castel Raniero. Realtà che dal primo dopoguerra, ma cominciò a concretizzarsi solamente negli anni Venti, in considerazione dell’esigenza di combattere il morbo della tubercolosi, fino alla seconda metà del secolo scorso ha abbracciato numerosi bambine e bambini per soggiorni a fini terapeutici. Il lavoro scientifico è stato realizzato dalla docente di Storia della pedagogia dell’Università di Bologna, la faentina Dorena Caroli. Il materiale di studio si riferisce a documenti presenti nell’archivio storico dell’Ente ospizi marini e montani (Eomm), che dal 2021 sono tornati a Faenza e sono ora ospitati all’interno del nuovo polo archivistico comunale in via Zucchini.  Quella di Castel Raniero si caratterizza come finalità unica nel suo genere in Emilia-Romagna, gestita dall’Eomm, costituito nel 1928 e sciolto nel 1999.  La storia e l’attività della colonia di Castel Raniero nasce all’interno di una cornice sociale e culturale legata all’educazione cattolica basata su principi democratici. Dopo un’introduzione generale, la prima parte del lavoro di ricerca descrive la costruzione dell’edificio durante il regime fascista per i figli dei caduti di guerra. La seconda parte descrive i problemi della ricostruzione postbellica. La terza tratta del fallimento del progetto di finanziamento della Colonia da parte dell’Unrra e la quarta della convenzione stipulata fra l’ente e il Centro italiano femminile che permise la ripresa delle attività a Castel Raniero dal 1950 al 1955. I capitoli lungo i quali si snoda il racconto storico-documentale dopo l’introduzione parlano della «Nascita e sviluppo della colonia di Castel Raniero durante il fascismo», della «Ricostruzione della colonia semidistrutta di Castel Raniero nell’immediato dopoguerra», passando per le «Domande delle vigilatrici in vista dei soggiorni estivi» e le «Richieste di aiuto tra beneficenza locale, istituzioni nazionali e Unrra». Si arriva quindi ad affrontare il tema della «Ripresa dei soggiorni grazie alla convenzione con il Centro italiano femminile» per arrivare ai «Cenni conclusivi». La ricerca consultabile all’indirizzo: www.e-review.it/caroli_castelraniero.
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