Faenza, compiono un quarto di secolo le visite guidate Pro Loco, ecco il programma delle prossime fino a dicembre

Romagna | 08 Ottobre 2023 Appuntamenti
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Sandro Bassi - La Pro Loco Faenza festeggia venticinque anni di visite guidate. Iniziarono infatti nel 1998 quegli appuntamenti inizialmente chiamati «Dal Centro Museale alla Città» per sottolineare l’urgenza di aprire il museo più antico dei ben diciotto (fra pubblici e privati, grandi e piccoli, comunque davvero tanti!) presenti a Faenza, cioè la Pinacoteca Comunale, poi divenuti scoperte di ville, palazzi, musei «minori», fino alle chiese di campagna e ai giardini nascosti nel centro storico.
In questi 25 anni è passata tant’acqua sotto i ponti e peraltro questo compito, apparentemente insolito per chi immagina le Pro Loco piene di buontemponi propensi solo ad organizzare sagre mangerecce, si è consolidato. «Noi le sagre non le facciamo - spiega il presidente Paolo Giorgi - non perché non le consideriamo degne o per un malinteso snobismo, ma per la semplice ragione che nel faentino c’è un efficientissimo Comitato Feste e Sagre con cui non ha senso che entriamo in competizione. Nel ‘98 c’era la necessità di promuovere la riapertura della Pinacoteca, è vero, poi l’iniziativa si è allargata perché visite guidate significa scoprire cose nuove in maniera collettiva, sociale e socializzante, vedere opere dell’uomo o della natura che non conoscevamo, imparare a leggere un quadro o la storia di una chiesa ma anche provare l’emozione infantile, in senso positivo, di una biciclettata in campagna».
«Tutte le volte che dobbiamo stilare il calendario mi sembra impossibile che possiamo farcela - dice la vicepresidente Patrizia Capitanio - perché non è facile farsi aprire porte, chiedere permessi, organizzare dettagli, far coincidere gli eventi senza sovrapporsi ad altri…  Dobbiamo tener conto delle stagioni e degli avvenimenti, ma anche degli anniversari, avere un occhio di riguardo ai restauri, cercare luoghi dimenticati o misconosciuti o di norma chiusi perché il nostro pubblico è anzitutto curioso ma in fondo, dopo 25 anni, anche esigente, assetato di cose nuove e belle».
Nello spirito della Pro Loco c’è anche la scelta, quando possibile, di muoversi in bici, per un approccio più pulito, più discreto e meno invasivo rispetto all’auto, che compare solo in casi particolari; quando le mete sono vicine, allora va da sé che si usino i piedi. «Verissimo - conferma Capitanio - ed è proprio il caso di sabato prossimo per la scampagnata a Sarna: intanto la strada è bellissima, poco o per niente trafficata e collegata al centro quasi interamente da pista ciclabile. Poi siamo contenti di arrivare alla pieve, poi a villa Baldi, con un mezzo non inquinante e che, banalmente, non presenta il problema del parcheggio…».
Si parlava di anniversari e allora vediamo qualche esempio…. «Beh, stavolta c’è stata un’anteprima per l’8 settembre in cui abbiamo collaborato con il Comune e con l’Anpi per una biciclettata sui luoghi legati all’8 settembre ‘43 in città e fuori, fino a riscoprire la lapide nel parco di villa Ferniani che ricorda il primo inizio della Resistenza nel faentino. Stessa cosa facciamo di norma per la Shoah del 27 gennaio. Poi ci sono gli anniversari che vengono ogni tanto: lo scorso anno per i 150 anni dalla morte di Romolo Liverani e quest’anno per i 200 da quella di Felice Giani. Le istituzioni, i musei (ad esempio quest’anno Palazzo Milzetti) e diverse associazioni provvedono a convegni, conferenze, mostre. Noi facciamo una cosa un po’ diversa e, pensiamo, integrativa o complementare. Cerchiamo Romolo Liverani o Felice Giani nei loro luoghi di lavoro, dove hanno lasciato la loro eredità. Per Liverani lo abbiamo fatto in alcune case private, oltre che a villa Rotonda e villa Il Prato e per Giani lo faremo tra un mese nelle case Severoli, Archi e Guiducci. Colgo l’occasione per ringraziare i rispettivi proprietari che ci aprono le porte, con squisita gentilezza e in maniera del tutto disinteressata».
Infine, le altre mete? «Per quest’autunno segnalo la gita sociale a Sarsina, fra archeologia, natura e reperti medievali nella Cattedrale e nella pieve di Montesorbo, poi i quattro passi dentro il ‘Torricelli’, luogo carico di storia perché è tra i licei più antichi d’Italia, poi il doveroso ricordo del pittore Tomasino Peroni andando a scovare i suoi luoghi - le campagne di Pieve Cesato - e infine, sempre in campagna, la Tenuta Masselina alla scoperta di vigne e vita contadina del primo ‘900. Per la città cito i due musei di Via Fratelli Rosselli, cioè Tramonti e Lega, colpiti dall’alluvione ma già risorti, la visita «baccariniana» in Pinacoteca e la lunga storia, di ben otto secoli, dei Francescani a Faenza».
Infine, ma non che sia meno importante, la destinazione dei proventi che con le visite si raccolgono perché è giusto dire dove vadano i 3 o 5 euro che Pro Loco chiede ad ogni utente. «Detratte le spese - ancora Capitanio -, vanno a restauri, certo piccoli, non siamo l’Opificio Pietre Dure, ma crediamo ugualmente importanti. Abbiamo riportato a nuova vita i due capitelli in spungone del Palazzo Podestà, la colonna di Piazza Giangrandi, la lapide di Alfonso d’Este sulla facciata del Duomo, lo stemma del vescovo Battaglia alla Chiesa dei Caduti e una curiosa insegna pubblicitaria dell’Ottocento in via Zuffe. Se centuplicassimo gli incassi - scherzo - potremmo restaurare il chiostro medievale di San Giovanni Battista, magari anche con gli affreschi cinquecenteschi».            
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