Faenza, chiusa l’Anteprima sui vini simbolo di Romagna la 2023 appare ancora molto acerba

Riccardo Isola - Tempo, seppur arrivato lungo in senso di calendario, di anteprime anche per il Romagna Sangiovese Doc e il Romagna Albana Docg. Come ogni anni la produzione vitivinicola si presenta alla critica nazionale attraverso l’evento organizzato dal Consorzio Vini di Romagna denominato «Vini ad Arte». Oltre un centinaio di campioni (non solo quelli appena usciti ma anche e per fortuna di annate passate) in assaggio che hanno permesso di fotografare lo stato della produzione enoica di questo territorio. Un’annata presentata, quella 2023, che è figlia di uno dei disastri climatici e ambientali più impattanti che la storia recente possa ricordare. Stiamo infatti parlando della vendemmia che si è caratterizzata per l’alluvione e il profondo dissesto idrogeologico in collina e in Appennino del maggio 2023.

ANDAMENTO CLIMATICO 2023
La 2023 è stata un’annata meno calda del 2022 con piogge concentrate in maggio. Il tutto partito da un inverno caldo e siccitoso che ha determinato un germogliamento anticipato. Poi il ritorno di freddo a fine marzo-aprile (gelata 6 aprile). Dall’1 al 3 maggio e poi dal 16 al 18 maggio si sono verificate piogge con accumuli fino a 500 mm, e conseguenti alluvioni e frane. Dalla fine del mese e per giugno il rialzo termico e disponibilità idrica hanno causato elevata vigoria, con ripercussioni sull’allegagione (grappoli spargoli). Per fortuna i problemi sanitari sono stati inferiori a quanto atteso, considerati i gravi problemi di rientro nelle vigne zuppe d’acqua a maggio. Mal dell’esca esploso in modo rilevante Rispetto al 2022, fioritura in anticipo di 7-8 gg ma inficiata dalle piogge; fasi successive più in linea con il passato. L’invaiatura è stata prolungata, con primi acini colorati di Sangiovese a fine luglio. Raccorciamento del periodo di maturazione per il caldo di agosto-settembre. Le uve sono giunte in cantina da 7 a 15 gg dopo rispetto al 2022 e complessivamente in condizioni di buona sanità ed equilibrio. Si sono registrati ph non troppo elevati e buone acidità, con gradazioni leggermente più basse rispetto al 2022. Interessante il profilo aromatico.

ANNATA 2023
Dai pochi assaggi effettuati, in degustazione per la produzione dell’anno scorso c’erano ventun campioni di Romagna Albana Secco Docg e dieci Romagna Sangiovese Doc. Tra le regine dorate di Romagna in calice sicuramente da tenere sotto osservazione ci sono le versioni  «I Croppi» di Celli (Bertinoro), «A» di Fattoria Monticino Rosso (Imola), e «Bianco di Ceparano» della fattoria Zerbina (Marzeno). Come sempre fuori «stilistica classica» sanno far parlare bene anche «Vitalba» di Tre Monti (Serra) e «Codronchio» di Monticino Rosso. Per la semantica in rosso la 2023 appare veramente ancora acerba, assolutamente non ancora pronta e tra l’altro poco rappresentata visto che i campioni erano una decina. Allo stato attuale la spunta bene il tanem di Fiumana di Predappio a firma Pandolfa - Noelia Ricci con «Il Sangiovese» e con «Federico». Infine nel podio momentaneo vi rientra anche la versione «Tre Miracoli» della Rocche Malatestiane (Verucchio). Grazie alla campionatura più polposa del 2022 e del 2021, quest’ultima annata veramente difficile da giudicare oggi come positiva, visto che si presenta con vini fortemente scomposti con tannini ancora aggressivi al palato e versioni che presentano chiusure e timidezze espressive, per chi voglia accompagnare il palato con il Rosso di Romagna le possibilità non mancano soprattutto per la 2022. Tra le tante ricordiamo, per eleganza, espressività educata del sorso ed equilibrio complessivo, «Godenza» di Noelia Ricci, «Vigna Baruccia» di Tenuta Casali, «Colombarone» di tenuta la Viola e «Chiara Condello» dell’omonima vigneron e per chi ama espressioni più profonde e scure «Notturno» di Drei Donà. Infine, facendo un salto indietro nel tempo ulteriore, meritano di essere citati come vini da tenere in cantina anche «P. Honorii» 2020 di Tenuta La Viola, «Nonno Rico» 2019 di Poderi Morini e «Pietramora» 2018 della Zerbina. Infine sul tema Romagna Albana passito Docg da urlo sono l’«AR» 2019 della Zerbina e «Domus Aurea» 2021 di Ferrucci. Di una cosa siamo però certi e convinti. Oggi la declinazione più efficace per far ottenere uno slancio narrativo, conoscitivo e permeante in un difficile e congestionato mercato del vino, è quella della rivendicazione della Sottozona. Sedici ce ne sono in Romagna. Da Imola a San Clemente sono queste micro zonizzazione che possono di più aiutare la comprensione di un lessico fatto di territorialità, identità e cultura della vigna. Sui rossi la strada è segnata, sui bianchi sarà la storia futura a dirci se si vorrà replicare.