Faenza, caso Dentix, Scardovi (Unione Nazionale Consumatori): "In tanti temono di pagare per cure non ricevute"

Romagna | 15 Novembre 2020 Cronaca
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A raccontare il lavoro dell’Unione Nazionale Consumatori, comitato di Faenza, rispetto al fallimento di Dentix, è il presidente Alessandro Scardovi, avvocato che, insieme alle colleghe Costanza Capuano e Laura Nannini, oltre a far parte del direttivo svolge consulenza legale allo sportello. «Gli utenti che si sono rivolti a noi sono tutti della zona compresa tra Ravenna, Faenza e comuni limitrofi - spiega -. Si tratta di alcune decine di persone che presentano situazioni diverse. Il timore principale, però, che le accomuna, è quello di dover pagare per cure che non si sono ricevute. La stragrande maggioranza degli utenti teme di dover pagare rate ulteriori: parliamo di importi di 4 o 5 mila euro per interventi che non si avranno mai e, soprattutto, ci viene chiesto come fare per interrompere i finanziamenti». E se c’è qualcuno soddisfatto degli interventi ricevuti, la maggior parte di chi si rivolge allo sportello presenta referti di altri studi che giudicano negativamente il lavoro svolto. «In pochi, in maniera super battagliera, vorrebbero recuperare le rate già pagate, ma i più, come detto, temono di dover pagare per cure che non avranno». Tra coloro, pochi, che sono soddisfatti,  serpeggia il dubbio della durata. «Queste persone si domandano fino a quando l’intervento reggerà e se il materiale usato sia effettivamente di qualità. Chi ha ricevuto poche cure è invece già andato in altri studi, dove ha scoperto che la qualità del lavoro non è stata eccellente. I clienti ci hanno spiegato che, in fase di sottoscrizione del lavoro, Dentix paventava forti sconti, con il prezzo reale che veniva barrato e l’indicazione di quello scontato a lato». L’impressione di un reale risparmio ha quindi fatto da leva per molti, che ora però si trovano a dover pagare ulteriori somme per nuove cure.  «Ora non ci rifaremo tanto su Dentix, quanto sulle Finanziarie, che hanno reagito in modi diversi. Alcune sono rimaste in totale silenzio, altre, in modo fraudolento, hanno proposto ai clienti di continuare le cure in cliniche analoghe. Da parte nostra abbiamo suggerito di non prendere impegni e di girare la domanda direttamente all’Unione Nazionale Consumatori, per non finire dalla padella alla brace. Altre, ancora, hanno risposto che si riservavano di far valutare le singole posizioni da un medico legale su quanto fatto, ma non hanno dato corso alle istanze fatte.  Personalmente, con una finanziaria mi è capitato prima il silenzio totale, poi l’atteggiamento è stato fuorviante: a fronte di una richiesta di rimborsare le rate e di sciogliere il finanziamento, la banca in questione ha mandato una tabella inviata da Dentix su quanto fatto e quanto rimaneva da fare sul singolo caso, per dimostrare se la persona dovesse essere rimborsata o dovesse invece pagare ulteriori soldi fino al raggiungimento dell’importo pattuito. Ma non dovrebbe funzionare così: secondo il contratto di finanziamento è la finanziaria a doversi preoccupare di riavere i soldi da Dentix e non il consumatore a doversi “insinuare” nel fallimento». (fe.fe.) 
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