Faenza, Benedetta Bentini del CineDream anticipa la stagione delle sale, tra piattaforme e spettatori da riconquistare

Federico Savini
«Come tutte le cose può anche non piacere, ma Top Gun: Maverick è un esempio perfetto di film “pensato per il cinema”. Il pubblico l’ha capito e c’è chi l’ha visto in sala 3 o 4 volte. Il passaparola è sempre la cosa che funziona meglio per il successo dei film». Fino a qualche anno fa, l’espressione «film pensato per il cinema» sarebbe suonata pleonastica, dato che il mercato dei film per la tv e per l’home-video è stato a lungo considerato «minore», se non proprio residuale, rispetto a quello del cinema. Ormai si può invece dire che i film che nascono con l’obiettivo di risaltare al massimo con i mezzi di una sala cinematografica sono una minoranza. Ma la notizia (non scontata) che fornisce Benedetta Bentini del CineDream è che non solo questi film si fanno ancora, ma vengono riconosciuti eccome dal pubblico, che quest’anno, in un quadro che ormai vede le piattaforme tv dominare sull’offerta dei contenuti video d’intrattenimento, ha premiato in modo eclatante un film come Top Gun: Maverick. «È stato in sala cinque mesi, praticamente un record - conferma Benedetta Bentini -. Del resto è proprio il genere di film la cui spettacolarità raggiunge il culmine al cinema. Ci hanno puntato sia Tom Cruise che i produttori, che infatti hanno avuto una politica distributiva insolita nei confronti delle piattaforme».
Nel senso che Top Gun: Maverick, dopo tutti questi mesi, ancora non è nelle piattaforme?
«Tecnicamente è acquistabile in alcune, ma fuori dall’abbonamento normale, a un prezzo che è praticamente lo stesso del cinema. Andrà in programmazione solo a fine novembre e anche il dvd uscirà solo allora. Prime e Disney normalmente hanno una finestra di appena tre mesi tra la sala e la messa in onda televisiva».
Vale anche per i film italiani?
«Sì, direi che vale soprattutto per i film italiani, che purtroppo spesso in sala restano poco, sono realizzati con contributi statali e poi massimizzano i guadagni sulle piattaforme a poche settimane dall’uscita».
Il pubblico è cambiato in questi anni?
«La fascia over 50 ha ancora qualche ritrosia, a meno che non si parli del solito Top Gun: Maverick, ma le famiglie e i giovani sono tornati nelle sale come nel pre-pandemia. Un film-evento come quello su David Bowie ha richiamato molti cinquantenni, così come gli anime giapponesi attraggono i giovanissimi, che raramente hanno la possibilità di vedere quelle animazioni sul grande schermo. Dipende tutto dal film, sembra una banalità ma non lo è».
Che stagione ci aspetta?
«C’è grande attesa per il sequel di Avatar, che arriverà in dicembre, ma la riproposizione dell’Avatar del 2009 è il film più visto dell’ultima settimana, per capirci…».
Erano altri tempi, ma quello è di certo un film quintessenzialmente pensato per le sale…
«Sicuro, e poi è diventato anche un classico. Riproporre al cinema Harry Potter e Il Signore degli Anelli funziona, il pubblico torna a vedere questi film nella modalità migliore, con o senza 3D, ciò che conta è il grande schermo. Non credo che valga lo stesso per i film della Marvel, a meno che non parliamo di supereroi arcinoti, come Spiderman, che incassa sempre moltissimo. Credo che qualcosa sia cambiato dopo la fine del ciclo degli Avengers, il pubblico non ha la stessa smania di vedere quei film e probabilmente la scelta della Disney di legare i nuovi film alle serie tv collaterali non è proprio un incentivo per il pubblico del cinema, che però i personaggi classici viene a vederli eccome».
Altri film di richiamo?
«Restando sui supereroi, proprio dalla Marvel c’è grande aspettativa su Wakanda Forever, dopo l’incredibile successo di Black Panther, mentre dalla Dc Comics arriverà Black Adam, con Dwayne Johnson. Una vera scommessa sarà Ticket to Paradise, con George Clooney e Julia Roberts, una coppia che anni fa avrebbe fatto faville, ma proprio per il discorso sulla “spettacolarità” che facevamo prima bisogna ammettere che le commedie, negli ultimi anni, in generale non hanno fatto grandi incassi. Scopriremo se gli attori possono fare la differenza».
Gli italiani?
«Diabolik avrà due sequel, con Giacomo Gianniotti protagonista. Il primo episodio aveva creato un bell’interesse, ma le performance in sala non si possono valutare, perché a pochi giorni dall’uscita arrivarono le restrizioni Covid delle Festività. Il Dante di Pupi Avati circola sia nei multiplex che nel circuito d’essai, una scelta insolita che potrebbe non essere d’aiuto. Il film di Guadagnino con la superstar Timothée Chalamet, a fine novembre, potrebbe attirare diversi pubblici, nonostante un tema non proprio “commerciale” come il cannibalismo…».
Temete il Covid e il caro-bollette?
«Sul primo non ci aspettiamo situazioni paragonabili al passato, al massimo il ritorno dell’obbligo di mascherina, che è finito a giugno. Sulle bollette abbiamo già “sentito” il rincaro, notevole, del gas. Per l’energia elettrica sarà questione di tempo, altre sale hanno quadruplicato i costi della corrente, che per un cinema erano alti anche prima…».