Faenza, Barbara e Angela, le sarte "medievaliste" che ora realizzano libri unici fatti a mano

Romagna | 15 Febbraio 2021 Cronaca
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Fabrizia Montanari - Stavano per festeggiare il loro decimo anno di sartoria medievale, quando la pandemia ha fatto traballare anche la loro pur solida realtà legata alla storicità, non solo faentina. Ma Barbara Guerrini, 50 anni,  sarta e modellista e Angela Montuschi, 43 anni, sarta e commerciale con esperienza ultra decennale nel mondo della rievocazione a stretto contatto con gruppi storici, non si sono abbattute e, forti di un sodalizio che dura ormai da tredici anni, si sono reinventate la loro attività. Barbara e Angela, faentine, sono tra le pochissime artigiane-artiste in Italia a saper realizzare costumi medievali, ovvero a saper vestire di tutto punto, cavalieri, dame, popolani, armigeri e donzelle, musici, giullari e tutta quelle serie di figuranti che compongono i cortei storici, fra cui quello del Niballo di Faenza. Nell’ampio atelier di 200 mq. di via Delle Vigne, vicinissimo a Faenza ma immerso nel verde, in cui si sono trasferite nel 2015 proprio per avere uno spazio più ampio per le loro esigenze lavorative rispetto alla precedente sede di via Cimatti, ci raccontano come è cambiata la loro professione negli ultimi anni.
Angela: «Già nel 2011 il comparto sartoria entra in crisi, la concorrenza dei cinesi si fa spietata e occorre trovare altre strade. Prima di conoscere Barbara, io mi occupavo di rievocazioni storiche a Ravenna, vedevo che gli acquisti per vestire i figuranti dei cortei si facevano on-line, ma con scarso successo, le taglie erano quasi sempre sbagliate, si perdeva tempo e così abbiamo pensato di mettere alla prova la nostra esperienza con ago e filo sugli abiti medievali (quando si parla di rievocazioni storiche in genere il periodo è il Medio Evo, ndr), avvalendoci anche della consulenza di un esperto laureato all’Accademia di Belle Arti di Terra del Sole (FC) ed è andata talmente bene che, prima della pandemia, realizzare abiti e accessori per i cortei storici costituiva l’80% circa del nostro lavoro».
Che non si svolgeva tra l’altro solo nel vostro laboratorio, ma vi portava spesso anche in giro per l’Italia.
Barbara. «Certo, partecipavamo non solo alle fiere più importanti del settore che si tengono a Piacenza e Ferrara, ma anche a vari mercati in Nord Italia in occasione di feste e sagre e, nonostante fosse davvero faticoso caricare il furgone nei weekend, arrivare sul posto, allestire e poi smantellare la bancarella con il nostro campionario di abiti e accessori, era anche una parte importantissima e divertente del nostro lavoro».
Un’occasione per ampliare i contatti e fidelizzare la clientela, che non è replicabile su Internet.
Angela: «No, assolutamente. Il rievocatore storico, cliente in genere di fascia medio-alta, è molto scrupoloso, preferisce vedere di persona la merce, toccare con mano e verificare che il farsetto, la camicia o il copricapo siano le esatte riproduzioni di quelli indossati dalla figura storica che la persona vuole rappresentare o in cui si identifica nel corteo o in battaglia».
Da dove traete l’ispirazione per i vostri modelli?
Barbara: «Principalmente dai dipinti dell’epoca; all’inizio dell’attività soprattutto, abbiamo studiato molto, visitato musei con dipinti di abiti d’epoca come quelli di Carrara, Bergamo e Ferrara anche per saper distinguere i “falsi storici” che a volte possono confondere, ma che in genere non sfuggono all’occhio attento del rievocatore».
E ora che siete in fase di attesa, un po’ come tutti, in cosa consiste principalmente la vostra attività?
Angela: «Facciamo piccole riparazioni, in tempi più rapidi rispetto a prima quando, all’avvicinarsi di una giostra storica, facevamo gli straordinari per arrivare puntuali a consegnare gli abiti, poi realizziamo vestiti su misura, mascherine e ora anche libri tattili. Siamo invece ferme con i corsi di cucito che svolgevamo il sabato mattina da ottobre a maggio, perché ovviamente è un’attività che ora non è possibile attuare viste le rigorose normative igienico-sanitarie anti-Covid».
Come realizzate i libri tattili e qual è il vostro target?
Barbara: «Sono libri di stoffa colorati per bambini, ideati su richiesta di maestre della scuola dell’infanzia, che sviluppano le prime attività tattili e sensoriali dei piccoli e ci permettono di di creare prodotti unici fatti a mano, utilizzando le tante rimanenze di stoffa e dando così nuova vita alle cose in modo originale».
Come immaginate il futuro della vostra attività?
Angela: «Al momento stiamo a vedere, molti settori sono in crisi e anche quando si tornerà alla normalità la rimessa in moto delle giostre storiche resta un’incognita, perché si tratta di eventi costosi, non solo per gli abiti dei tanti figuranti, ma anche per le armature e gli accampamenti che costituiscono l’altra parte fondamentale del corredo».
A Faenza, per quanto riguarda la vostra collaborazione con i Rioni, cosa «bolle in pentola»?
Barbara: «Stiamo lavorando ad un progetto insieme ai Rioni per la realizzazione dei costumi dei figuranti del corteo, ma per scaramanzia al momento non diciamo di più, aspettiamo tempi migliori».
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