Riccardo Isola - «Non possiamo che essere moderatamente soddisfatti per un inizio di riapertura generale, anche se alcune categorie, soprattutto quelle dei pubblici esercizi, teatri, piscine e palestre continuano a dover rimandare la possibilità di ospitare pubblico e clientela. Così diventa veraemente difficile poter riapreire in serenità». Questo è il primo commento che Ascom-Confcommercio e Confesercenti si sentono di dare alla luce dell’arrivo della colorazione arancione per l’Emilia-Romagna.
«Purtroppo come Ascom - racconta il presidente Paolo Caroli - di nuove aperture nel territorio dell’Unione faentina non le abbiamo registrato. Buono invece è già il fatto che le saracinesche si siano tutte riaperte. Sappiamo che eventualmente qualche intenzione all’investimento ci sarebbe anche, ma , ovviamnete, si aspetta momenti migliori. Per fare un esempio - aggiunge Caroli - recentemente ho parlato con diversi proprietari di immobili commerciali in centro storico che sono sfitti che mi dicono che seppur hanno abbassato le loro richieste d’affitto, non trovano persone interessate a prenderne possesso. La situazione non è per nulla incoraggiante». Sulle necessità dell’ambito commerciale Caroli è chiaro «serve che il piano vaccinale trovi quanto prima concretezza e diffusione. Abbiamo bisogno di un’estate in controtendenza rispetto a questi mesi bui per il commercio, per i pubblici esercizi e per le attività anche sportive e culturali che non possono ospitare pubblico e clienti». Un piano vaccinale che per le associazioni di categoria «sta andando troppo a rilento rispetto alle esigenze e alle puntuali e mai mancanti scadenze fiscali che invece non hanno tardato nemmeno un giorno ad arrivare nella posta dei nostri associati».
Da Confesercenti, invece, qualche nota positiva arriva. «Tra i nostri associati registriamo un pizzico d’ottimismo. Sappiamo che in corso Matteotti a Faenza, per esempio, si registra un’apertura nuova di un secondo punto vendita di scarpe “Ben Nevis” e c’è anche qualche faentino che ha aperto una piadineria a Milano Marittima. Qualcuno – conferma il presidente Walter Dal Borgo - c’è che ancora ci crede in un comparto, quello del commercio, che sta attraversando una fase non certo facile. Il mondo però va avanti. Il punto nebuloso – aggiunge il rappresentante di Confesercenti - è quello dei ristori. Ci sono realtà che nel 2019 hanno fatturato 500 mila e nel 2020 appena 240 mila e hanno avuto 6.800 euro di ristoro, una sciocchezza. Per questo - prosegue - serve riaprire in modo continuativo e con la sicurezza che le vaccinazioni inizino a coprire la più vasta gamma di persone e fasce d’età. Abbiamo bisogno di lavorare, quanto prima e in sicurezza e abbiamo bisogno che il messaggio di speranza che arriva dai commercianti sia recepito anche dalle istituzioni».