Faenza, Anna Rita Ravaioli, moglie del sindaco Giovanni Malpezzi: dieci anni da «first lady» manfreda

Romagna | 10 Marzo 2020 Cronaca
faenza-anna-rita-ravaioli-moglie-del-sindaco-giovanni-malpezzi-dieci-anni-da-first-lady-manfreda
Fabrizia Montanari - Tutti le abbiamo viste o ne abbiamo sentito parlare: ex attrici (Nancy Reagan), casalinghe di lusso (Barbara Bush), politiche progressiste (Hilary Clinton), brillanti professioniste (Michelle Obama), dame upper class come le indimenticabili Jackie Kennedy e l’italianissima Vittoria Leone. Sono le first lady, le consorti di presidenti le cui vicende pubbliche e private sono da sempre un tassello importantissimo della politica e della storia delle nazioni. Il «gossip» giornalistico e televisivo il più delle volte si occupa di loro solo per commentarne i look esibiti nelle occasioni mondane, tuttavia il loro ruolo dietro le quinte è fondamentale per il mantenimento degli equilibri familiari e a volte pure di Stato. La loro vita quotidiana ci è pressoché sconosciuta, a volte può capitare di immaginarla, altre di invidiarla, ma senza saperne nulla, in realtà. Dalla curiosità quindi, ma anche da un interesse reale in tempi in cui sembra davvero difficile mantenere un’immagine pubblica ed un profilo privato, nasce la conversazione che segue con Anna Rita Ravaioli, da dieci anni la «first lady» faentina, moglie del sindaco Giovanni Malpezzi che ha accettato di buon grado di raccontarsi in esclusiva a Setteserequi.
Chi scrive conosce da circa una quarantina d’anni questa amabile e riservata signora, faentina, classe 1965, una laurea in lettere moderne e l’abilitazione all’insegnamento della religione, un tempo «remoto» nel quale era naturale suonare il campanello di casa per incontrarsi, così come studiare e ridere insieme. E a lei, insegnante e madre di quattro figli, tre dei quali già maggiorenni, è venuto naturale chiedere come ha trascorso gli ultimi dieci anni dal «mandato» del marito e se la sua vita da «first lady» sia stata molto diversa da quella precedente.   
Anna Rita, partiamo da un anno molto importante per te, il 1992.
«Si, a maggio mi sono sposata, a luglio laureata, a settembre, dopo aver conseguito il diploma presso l’Istituto di scienze religiose S. Pier Crisologo ho iniziato a lavorare come insegnante di religione. Poi via via sono nati: Lucia, oggi 25 anni, Cristina, 22, Pietro, 20 e Maria, a settembre maggiorenne. Degli anni seguenti, quando i ragazzi erano ancora piccoli, ricordo le nostre bellissime vacanze in camper, l’ideale per una famiglia numerosa e per amanti della montagna quali noi siamo, soprattutto una vacanza in Austria, nel salisburghese alla scoperta delle Grotte di sale e del fiabesco castello di Neuschwanstein, quello della Disney, per capirci».
Poi il tempo passa rapidamente e si arriva a marzo 2010 e all’elezione di Giovanni a sindaco di Faenza. Te l’aspettavi? 
«Ho pensato fosse la persona giusta al momento giusto. Mi spiego: Giovanni grazie al lavoro e agli studi fatti ha ottime competenze in campo amministrativo, economico, legale. Inoltre si relaziona bene con le persone e sa essere diplomatico. Da ragazzo, ha frequentato a lungo casa De Giovanni (Enrico, sindaco di Faenza dal 1994 al 1999, ndr), essendo amico e compagno di classe di suo figlio Davide. Da Enrico e la sua famiglia ha ricevuto importanti stimoli e valori. Nel tempo, ha maturato le competenze giuste per ricoprire questo ruolo e in questi dieci anni penso lo abbia dimostrato».
La tua prima reazione?
«Entusiasmo direi, ero contenta, anche se poi ho iniziato a soffrire per certi commenti negativi che leggevo su stampa e social: vanno bene le divergenze di opinione, ma perché offendere? Esistono il confronto e il dialogo; il pregiudizio e la maleducazione non sono mai una risposta».
Ed è per questo che hai deciso di rimanere molto defilata dalla vita pubblica?
«No, per carattere direi. Io ho scelto un ruolo più riservato; Giovanni era l’uomo pubblico, ma per i figli e la famiglia c’è sempre stato». 
Figli che stavano attraversando il non facile passaggio dall’infanzia all’adolescenza…
«Si e che hanno anche un po’ sofferto, a volte, il fatto di venire considerati “i figli di...”, per loro più che un privilegio era un peso. Fortunatamente, soprattutto nei momenti difficili, ho sempre potuto contare sull’appoggio incondizionato della mia famiglia d’origine e degli amici».
Come si è svolta la tua, la vostra quotidianità in questi anni?
«Abbiamo sempre cercato di fare colazione tutti insieme, poi Giovanni portava a scuola i ragazzi e io li prelevavo. Poche volte siamo riusciti a pranzare insieme, ma quando sapevo che Giovanni non aveva impegni, lo aspettavamo per cena, a volte in orari davvero proibitivi, per raccontarci vicendevolmente la giornata.  All’inizio gli chiedevo spesso com’era andata la sua di giornata, tuttavia ho capito ben presto che per lui ciò significava portarsi a casa i problemi e così ho smesso».
Con quali conseguenze?
«Che sono diventata un’assidua lettrice di giornali e rassegne stampa (ride, ndr) per essere informata sulle cose di cui si è occupato!».
Altre strategie vincenti in un ménage indubbiamente stimolante, ma non facile?
«Fin dall’insediamento di Giovanni a palazzo Manfredi, un nostro obiettivo, mantenuto nel tempo, è stato quello di prenderci, di tanto in tanto, un fine settimana solo per noi, lontano da tutto, anche dai nostri figli. L’avere tenuto fede, pur facendo i salti mortali, ad un impegno “di coppia” ha fatto bene anche ai ragazzi, che hanno “testato” la nostra unione». 
Ora, a fine mandato, quale rimane il ricordo più bello per te e per loro? 
“Direi il fatto che ognuno di loro, a parte Maria che diventa maggiorenne a settembre, al compimento del 18° anno ha ricevuto - come tutti i neo maggiorenni - la Costituzione italiana dalle mani del babbo in Municipio, un’esperienza che non dimenticheremo!».
E il vostro immediato futuro, come lo vedi?
«Come un ritorno alla normalità, la professione per entrambi, la famiglia, le passeggiate in montagna».
E magari qualcuno di quei viaggi che ti piacerebbe tanto fare?
«Si, magari!».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-faenza-anna-rita-ravaioli-moglie-del-sindaco-giovanni-malpezzi-dieci-anni-da-first-lady-manfreda-n23307 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione