Faenza, Altini di Oriolo: «Siamo in balia degli eventi, la situazione è dura»

Romagna | 24 Aprile 2020 Le vie del gusto
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Riccardo Isola - «Stiamo attraversando una fase molto difficile per il comparto agricolo, vitivinicolo a agrituristico. Oltre al Covid, con in pratica l’azzeramento delle presenze turistiche, ci mettiamo anche la fase di maltempo, che ha colpito duramente il settore, è la risultatnte è molto negativa». Questo il commento del presidente dell’associazione della Torre di Oriolo, Mauro Altini, che raggruppa decine tra aziende agricole, vitivinicole e agrituristiche, sulla situaizone che si sta vivendo in questo inizio 2020.
La Torre di Oriolo da sempre si caratterizza per una grande vitalità nell’organizzare eventi promozionali e turistici legati all’enogastronomia, ora però è tutto fermo, ci sono spiragli all’orizzonte?
«Purtroppo non possiamo fare previsioni perché l’incertezza è totale. Di sicuro i primi eventi abbiamo dovuto cancellarli, come i Lom a merz, e per quanto riguarda quelli estivi aspettiamo l’evolversi della situazione generale. Noi siamo pronti ma la salute e la sicurezza va al primo posto».
Sarà difficile però poter immaginare una normalità in tempi brevi?
«La nostra fortuna è che organizziamo manifestazioni all’aria aperta e di spazio ce n’è tanto, anche per poter far vivere esperienze in sicurezza. Ma dobbiamo sottostare, ovviamente, alle linee che ci vengono imposte a livello nazionale. Le condizioni per fare cose ci sono, magari con qualche perplessità legate per lo più all’ambito delle degustazioni e della somministrazione di cibi e bevande, vero cuore di ogni nostra attività, ma rimaniamo ottimisti».
State comunque pensando a qualcosa da fare appena avrete il via libera?
«Abbiamo alcune attività, come la lucciolata, che prevedono escursioni nel territorio. Sono attività all’aria aperta che permetterebbero lo sviluppo in totale sicurezza per i fruitori. Non sappiamo invece ancora come ci dovremo comportare con la Torre, visto che è legata alla normativa dei musei e quindi dobbiamo aspettare che a livello nazionale si dica qualcosa di concreto. Sicuramente l’apertura della torre e le visite, non potranno che essere a numero contingentato. La collina e la montagna, turisticamente, crediamo possano però essere mete che nell’immediato futuro potranno trovare la loro riscossa. Un turismo slow che permette di vivere momenti di svago e in un modo nuovo anche socializzanti concreti e per tutti i gusti, dallo sportivo alle famiglie».
Altini lei è però anche proprietario di un’azienda agrituristica e vitivinicola. Come sta andando?
«Male. Come agriturismo abbiamo iniziato, e questo avviene anche nelle altre realtà simili associate all’associazione, ad attivare la consegna dei pasti soprattutto per il pranzo domenicale e per le feste. Abbiamo avuto un po’ tutti buoni riscontri ma siamo veramente a numeri infinitesimali rispetto all’attività tradizionale e classica. Ci dobbiamo reinventare la quotidianità e lo stiamo facendo. Non nascondiamo il fatto che per certi versi questo 2020 sarà un anno zero per molte questioni legate al nostro settore».
E con la cantina?
«Qui il servizio delivery sta funzionando. Purtroppo tutti abbiamo perso il 50% del fatturato, forse per qualcuno anche di più, legato al settore Horeca ma vediamo che la consegna a domicilio dei nostri vini funziona e riceve attenzione. Le persone sono a casa e quindi, dopo aver lavorato nei campi, soprattutto al pomeriggio e sera facciamo le consegna». 
Vendite ridotte enormemente ma non cala il lavoro?
«L’agricoltura non si può fermare. Ogni giorno i campi e le colture, dalla mattina alla sera, hanno bisogno di essere seguite. Si lavora, anche se in modo ridotto, ma se ci mettiamo anche il maltempo, vedi le gelate, per chi, come noi, ha anche un po’ di frutticoltura, la situazione è negativa. Siamo fiduciosi ma abbiamo bisogno di aiuto perché il rischio di vedere chiudere aziende non è un’ipotesi remota ma un gran brutto e reale pericolo concreto».
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