Riccardo Isola - La questione è seria, la crisi c’è e si fa sentire. Il Coronavirus, oltre agli effetti sulla salute delle persone, sta avendo e portando gravi ripercussioni anche nel mondo dell’economia. Tra le tante a soffrire, oltre ai ristoranti, ai pubblici esercizi e ai negozi commerciali ci sono anche e soprattutto le agenzie di viaggio e i tour operator. «Se paragoniamo il mese di febbraio 2019 con quello del 2020 - racconta con grande amarezza e forte preoccupazione, Giorgio Erbacci, titolare dell’omonima agenzia faentina - abbiamo perso oltre 370.000 euro di incasso. Una cifra che arriva solo dal front office e che mette in seria difficoltà la nostra attività». Non c’è rassegnazione in queste parole «ma un’attestazione di quanto sia seria e preoccupante la situazione» sottolinea. E’ vero però che i segnali sono molto antecedenti il mese di febbraio. «Già a novembre 2019 - prosegue il titolare dell’agenzia - si era iniziato a vedere e registrare una leggera contrazione. Qualcosa era già nell’aria». A dare il definitivo colpo di graziaci hanno pensato la cancellazione di voli in entrata e uscita dal Paese, l’azzeramento delle crociere, con disdette continue e l’impossibilità degli imbarcati non solo di fare scali ma addirittura di attraccare nei porti nelle tappe intermedie.
«L’incoming - aggiunge - si è di fatto azzerato. Tutte le prenotazioni per i prossimi mesi sono state cancellate. Non solo nel comparto leasure ma anche e soprattutto in quello business. Nessun viaggio di lavoro in entrata e uscita viene confermato. Siamo a un bivio. Difficile pensare che questa pandemia globale non cambierà le abitudini e la situazione esistente». E la preoccupazione non è solo sul presente «ma anche e soprattutto sul futuro. Chi farà tornare la fiducia all’estero e agli italiani a partire e a venire in Italia. Chi si può dire così certo che alla dichiarazione del ‘il peggio è passato’ anche quando questa situazione si sarà normalizzata seguiranno comportamenti conseguenti. I flussi turistici sono molto sensibili e flessibili e non è detto che il sistema Italia, in ambito turistico, non ne risentirà in modo importante nel medio e lungo periodo». Non c’è velleità allarmistica ma «puro realismo». Stando a quanto oggi è possibile evidenziare «i viaggi sono fermi e fino a settembre non abbiamo prenotazioni. Sono cinque/sei mesi di stasi totale. Chi può garantire una sopravvivenza delle aziende che sul turismo basano il proprio core business. E non parlo - prosegue Erbacci - solo delle agenzie e dei tour operator ma mi riferisco a tutto il complesso e diversificato sistema: dagli albergatori ai ristoranti, dagli alberghi agli agriturismi passano per esercizi commerciali e affini. La situazione è veramente difficile».
Basta fare un esempio nel «micro» faentino. «Non abbiamo più le gite scolastiche che ogni anno muovevano centinaia di ragazzi e ragazze, ma nemmeno il servizio scolastico quotidiano visto che sono chiuse». Ma non solo. «Prendiamo il Green go bus - evidenzia Erbacci - dagli 840 passeggeri, un record fino ad oggi, trasportati nelle due linee esistenti in città il 13 febbraio siamo passati alle 440 del 23 febbraio. Il 50% in meno di persone che raggiungono il centro storico faentino, con ovvie conseguenze al commercio e alle attività economiche presenti». Quindi cosa si chiede da parte del comparto? «Si è detto e sentito della moratoria e sospensione dei mutui, bene - rimarca con forza Erbacci - lo si faccia il prima possibile. Le aziende non possono permettersi di pagare, anche a fronte di investimenti fatti, senza incassare per periodi così lunghi. Sono poche - aggiunge - le realtà che non potranno fare a meno ad accedere alla cassa integrazione per i dipendenti. Si sta parlando non solo di un sistema in crisi ma di famiglie e persone. Abbiamo bisogno di tempestività di risposte. Subito».