Faenza, 47enne fermato dai Carabinieri, è accusato di aver violentato e avvelenato l'ex moglie
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Un uomo di 47 anni è stato fermato in mattinata a Faenza dai carabinieri del comando provinciale di Ravenna con l'accusa di avere provato ad avvelenare la ex moglie mettendole di nascosto farmaci dentro alla tazzina del caffè. La misura - un fermo di indiziato di delitto - è stata decisa dai Pm Daniele Barberini e Cristina D'Aniello oltre che per l'ipotesi di tentato omicidio, anche per quelle di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. L'uomo, interrogato stanotte, si è avvalso della facoltà di non rispondere e nella mattinata è scattato il fermo che dovrà essere convalidato nel pomeriggio dal gip.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l'uomo che aveva sempre avuto un atteggiamento violento nei confronti della moglie, da circa un mese e mezzo aveva avuto uno "strano" riavvicinamento e la invitava quasi quotidianamente a prendere il caffè da lui. La moglie che per anni aveva subito violenze psicologiche, fisiche, era stata più volte violentata, ma non aveva mai denunciato il marito, dopo la separazione continuava a vederlo per via dei figli. E da inizio settembre prendevano assieme il caffè. Ad un certo punto, però, la donna ha iniziato a sentirsi male ed ha scoperto che in quella tazzina, oltre allo zucchero c'era qualche altra sostanza. Si è, quindi, decisa a sporger denuncia ai carabinieri che hanno fatto scattare la nuova legge codice rosso che tutela le vittime di violenza. Ai militari la donna ha raccontato i pregressi di violenze subiti, la difficile situazione in cui si trovava a vivere dopo la burrascosa separazione dal marito che continuava a minacciarla di morte e di seppellirla viva se non avesse fatto come diceva lui ed aveva spiegato di avere dei sospetti che lui potesse avvelenarla. I caraninieri hanno immediatamente informato la Procura che ha coordinato le indagini cercando sia di tutelare la donna che di raccogliere elementi utili a confermare i sospetti della signora sull'avvelenamento. "Gli elementi raccolti sono granici- ha commentato il pm titolare del fascicolo, Cristina D'Aniello. La nostra è stata una corsa contro il tempo, ma siamo contenti di essere riusciti ad arrivare prima dell'ennesimo femminicidio. Ringraziamo la sensibilità mostrata dai carabinieri che si sono immediatamente attivati in aiuto della signora". L'ex marito metteva nel caffè dosi massicce di anticoagulante, farmaco che la donna già prendeva per precedenti patologie e secondo le analisi effettuate dalla tossicologa Elia del Borrello incaricata dalla Procura, sarebbe stato praticamente impossibile capire che un eventuale ictus o un'emorragia celebrale fatali potevano essere stati causati da quel farmaco. Un delitto perfetto, insomma, che, fortunatamente, non si è realizzato nonostante, negli ultimi giorni, l'ex marito avesse aumentato la dose, forse per velocizzare il suo proposito omicida. L'uomo è in carcere mentre la donna è in un domicilio protetto.