Faenza 2020, il dibattito, parla Ortolani (Art1 Mdp). "Il Pd deve rinnovarsi, noi saremo in campo"

Ortolani, la scorsa settimana è stata presentata l’associazione «FaenzaFuturo», chiara espressione della sinistra faentina. Potrà diventare una lista civica per le elezioni amministrative del 2020? Chi dovrebbe comprendere?
«Faenza Futuro nasce con l’intento di stimolare il dibattito politico e culturale di Faenza, da sinistra. Può sembrare un’ovvietà, ma nel 2020 si vota e nel silenzio volevamo provare a stimolare un dibattito che riannodasse i fili di un progetto di futuro per la città. C’è bisogno di moltiplicare gli spazi di ascolto e di elaborazione, solo così sarà evidente che questa destra, anche da noi, propone solamente chiusura e paura, mentre il futuro e lo sviluppo stanno altrove. Faenza Futuro non è però come dice Alberto Morini “un partito sotto mentite spoglie”. Non è nemmeno una lista elettorale, mi auguro possa dare un contributo antifascista, solidale, di uguaglianza e di sviluppo, insieme a tutti quelli che si riconosceranno in questi valori, per contrastare la destra a trazione leghista».
Secondo l’imprenditore Alberto Morini «oggi il Pd è molto più debole» rispetto a 10 anni fa, quando fu eletto Malpezzi sindaco. E’ d’accordo o no? Perchè?
«Morini ha il coraggio di fotografare una realtà, che per quanto ovvia, fino ad oggi il Pd fatica a registrare. A Faenza questa fotografia si colora anche del distacco tra i dirigenti che hanno incoronato Martina e il popolo che ha indicato la strada di Zingaretti. Forse in questi ultimi anni il Pd, lo dico dall’esterno, ha dato più l’impressione di pensare al governo, alla normale amministrazione che al progetto: è mancata una visione. Nel 2010 eravamo in un’altra fase, dopo le primarie si ebbe il coraggio di mettersi in discussione: non fu semplice, ma ci fu la capacità di portare avanti un progetto nuovo. Oggi servirebbe lo stesso scatto e la capacità di rinnovarsi nelle persone e nelle idee. Magari ascoltare anche di più una città che è cambiata molto con la crisi economica, ma che resta frizzante con una ricca rete di associazioni sociali e culturali e un tessuto economico che ha punte di innovazione e creatività».
La netta vittoria di Zingaretti fra i Dem a livello nazionale, potrà cambiare qualche cosa anche nelle alleanze a livello locale? Articolo 1 continuerà ad esistere?
«Se parla di Art.1 direi proprio che non cambia nulla. Siamo al governo della città, abbiamo un assessore e un gruppo che siede in maggioranza. Nei comuni del faentino e della Provincia di Ravenna siamo all’interno di alleanze civiche di centrosinistra ben prima della vittoria di Zingaretti. Sono coordinatore provinciale di Art.1 e con il Pd ho sempre mantenuto un rapporto franco, basato su rispetto e autonomia. Restiamo in campo, non c’è nessuna intenzione di scioglierci o di rientrare dalla finestra dopo essere usciti dalla porta. Ma forse la domanda è più giusto porla al Pd: dopo la vittoria di Zingaretti cambia qualcosa? Si sarà capito che il nemico non è un indistinto fronte dei populisti, ma questa nuova destra retrograda e pericolosa guidata dalla Lega? Se questo è l’obiettivo, per un nuovo progetto di centro-sinistra, noi ci siamo». (m.p.)