Eventi on-line, cosa resta un anno dopo

Romagna | 26 Marzo 2021 Cultura
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Federico Savini
«Chiuso. Sospesi tutti gli eventi culturali fino ad aprile. I tentativi di usare la rete per la promozione degli artisti non funzionano». Era il titolo del nostro inserto Q7 del 13 marzo 2020, quando l’emergenza faceva slittare tutti gli spettacoli e annullare ad esempio i Lòm a Mêrz. Oggi possiamo derubricare la sospensione «fino ad aprile» al rango di «pia illusione», mentre il pronunciamento sul «fallimento» dello streaming era troppo drastico, ma era anche figlio delle prime disillusioni seguite all’iniziale entusiasmo dei «concerti da balcone», che come sappiamo hanno lasciato spazio a ben più cupe attività (o, se vogliamo, inattività) nel giro di poco.
Prima di addentraci su come il mondo della cultura ravennate abbia reagito all’impossibilità di organizzare eventi dal vivo - rimpiazzati, quando possibile e spesso in modo creativo, dallo streaming - è il caso di ribadire un concetto: se parliamo di intrattenimento, chi si è arricchito con la pandemia sono stati i colossi del digitale, sia con la musica (Spotify è cresciuto tantissimo mentre un anno di stop ai concerti e al ballo ha fatto perdere il lavoro a migliaia di persone) che con il cinema e la tv, come dimostra il boom già instradato ma quest’anno proprio esploso delle pay tv in streaming come Sky, Netflix, Disney Plus, Amazon Prime e così via.

PRIMAVERA
La musica è stata la prima a reagire, in modo spontaneo e attraverso festival improvvisati e rassegne on-line da terrazzi e camerette, ma molti progetti (ad esempio concerti in streaming dai teatri) hanno cozzato contro quei Dpcm che sarebbero entrati nelle nostre consuetudini.
A inizio marzo, per esempio, uscivano l’album «Ci sentiamo poi» di Moder e il singolo Merendine Blu degli Extraliscio. E anche se non hanno avuto un’adeguata promozione live, il rapper ravennate ha fatto numeri notevoli in streaming e la band di Mirco Mariani e Moreno il Biondo un anno dopo ha suonato a Sanremo; in fin dei conti è stata una bella annata per loro. Nel complesso, però, le storie artistico-pandemiche a lieto fine sono eccezioni. Fin da marzo Giordano Sangiorgi avvertiva che «lo streaming può tener viva l’attenzione sui problemi del settore, ma queste iniziative non portano guadagni diretti». Il Mei si mette così a lanciare video inediti e corsi on-line mentre, su Lepida Tv, la Regione studia un palinsesto che promuova la filiera musicale locale.
Reagisce anche il mondo del dialetto, vedi i trebbi on-line di Rudy Gatta ed Eliseo Dalla Vecchia, i video di Gianni Parmiani, quelli di Alfonso Nadiani e il progetto on-line sui 100 anni di Tonino Guerra, oltre all’iniziativa in 30 video di Settesere e Musica nelle Aie con «Scor cum ut a insigné tu mé! On-line».
In aprile il Mei prefigura un’«edizione in streaming» per l’autunno e il Ravenna Festival annuncia che rielaborerà il progetto in corso sulla Rocca Brancaleone per adeguarlo alle necessità pandemiche. Tra i primi concerti in streaming a pagamento, sulla piattaforma Dice, c’è quello degli Ovo al Bronson, mentre si sperimentano le possibilità creativo-musicali dello streaming con i Rockin’1000 e le «Desert Session» di Gianluca Lo Presti.
In maggio i musei attivano virtual tour (il Mar, il Mic), eventi social (i due citati, ma anche il museo Zauli a Faenza e il Varoli a Cotignola, oltre al Centro Venturini a Massa Lombarda) e nuovi siti web (come quello interattivo del museo Baracca di Lugo). L’evento faentino «Buongiorno Ceramica» si fa on-line: è pionieristico, con decine di video realizzati nelle città italiane della ceramica e organizzati in un palinsesto, che ottiene circa 30mila visualizzazioni. Alla vigilia della bella stagione è chiaro a tutti che l’on-line può integrare, ma certo non sostituire, un evento dal vivo.

ESTATE
Il Ravenna Festival è l’apripista nazionale - con il concerto di Riccardo Muti alla Rocca Brancaleone il 21 giugno - degli eventi estivi, che verranno organizzati (un po’ a sorpresa) nei due mesi centrali della stagione, in piazze con sedie distanziate e attraverso la discussa formula delle cene-concerto. La stagione è densissima, dato che nei piccoli territori la programmazione saltata in primavera si «assomma» a quella estiva. Si tentano persino feste on-line, come il Popoli Pop di Bagnara, oggi visionabile su Vimeo, e Portofranko, con eventi in streaming e il porta a porta di una birra realizzata per l’occasione.
Sullo streaming punta soprattutto il Ravenna Festival, che al netto di qualche problema di live stream, trasmette gratis ogni evento, facendo capire che se i mezzi sono adeguati e gli eventi di richiamo, l’on-line può fare da cassa di risonanza per il cartellone, con spettatori che in questo caso si contano in decine di Paesi in tutto il mondo e la possibilità di arrivare a tutti anche in provincia, vocazione prioritaria di un festival che si sostiene anche con fondi pubblici.

AUTUNNO
I timori sul ritorno dello spettacolo al chiuso si manifestano a partire dalle sagre, con la Fira di Sett Dulur di Russi che salta e quella bagnacavallese di San Michele che si fa, ma «su prenotazione». Il Mei riesce a svolgersi in modo quasi normale (e con un palinsesto di eventi in streaming) un attimo prima del Dpcm che blocca di nuovo tutto quanto.
In primis le stagioni teatrali, che Accademia Perduta aveva studiato prevedendo il dimezzamento dei posti in sala e la doppia replica, con pochi cartelloni avviati prudenzialmente, ma anch’essi destinati a infrangersi sulle restrizioni. Da par suo - in qualche caso sostenuta da Legacoop - Accademia Perduta ha proposto numerosi spettacoli di teatro ragazzi in streaming.
Chi ha puntato risolutamente sull’on-line, in campo cinematografico, è il Ravenna Nightmare Festival, che ha proposto un’edizione in streaming su MyMovies anche per allargare l’utenza. Per quanto attiene alle sale, c’è stata la timida partecipazione di CinemainCentro a iniziative di vendita di biglietti per film trasmessi in streaming da piattaforme specifiche, che però non hanno avuto grande seguito.
Con la nuova chiusura delle biblioteche, si registra un incremento vertiginoso (oltre il 90%) dell’utilizzo dei servizi web, in particolare prenotazioni on-line e prestiti di e-book. Letture in streaming per bambini si fanno in diverse biblioteche, l’Oriani di Ravenna avvia un suo ciclo di incontri on-line, il Mic di Faenza ne propone uno sull’arte (e poi i Talks sul Premio Faenza, il cui catalogo sarà presentato sabato 27 alle 16 sui canali del museo), tornano i trebbi dialettali di Gatta e Dalla Vecchia, Accademia Bizantina porta in rete i concerti di «Libera la musica» e il Ravenna Festival ottiene grandi riscontri con il concerto di Riccardo Muti in streaming il 22 novembre. C’è poi il problema dei corsi: molti non si possono fare in presenza e solo qualcuno riesce a proporre l’insegnamento on-line.

INVERNO
Sotto Natale il Teatro del Drago lancia una rassegna di burattini su Zoom, piattaforma che permette anche una certa interazione col pubblico. I Fatti d’Arte a Faenza (già dietro al Sorelle Festival on-line) organizzano eventi natalizi digitali e ravvivano i musei chiusi col progetto «MuseOpen». Il Teatro Due Mondi trasmette spettacoli in streaming e in febbraio lancia i video sui 10 anni del laboratorio Senza Confini. Il Bronson organizza in streaming un’edizione del suo festival Passatelli e anche Transmissions in marzo ha delle anteprime on-line (le «Transmission Waves»).
Il film Netflix L’incredibile storia dell’Isola delle Rose e il documentario dedicato alla non meno romagnola storia della comunità di San Patrignano sono casi nazionali in gennaio, anche grazie al boom delle piattaforme di streaming. Su YouTube parte col botto la terza serie di Romagna Slang, cortometraggi dialettali dell’Istituto Schürr, che hanno coinvolto anche Raoul Casadei.
La stagione d’Opera del teatro Alighieri punta sullo streaming e anche Riccardo Muti a fine marzo ha fatto una tournée in vari teatri italiani, con filmati disponibili per un mese, mentre Sky Classica Hd fino al 4 aprile ha in programma una serie di speciali dedicati a vari eventi del Ravenna Festival 2020.
È boom anche delle webradio, con l’ormai storica Radio Sonora a trainare il settore con talk interattivi con grandi nomi dello spettacolo italiano, ma nasce anche la versione in podcast de «Il Tempo Ritrovato», con le interviste di Matteo Cavezzali a importanti scrittori, e a Ravenna incrementa l’attività Rse Radio, senza contare progetti in avvio anche tra Faenza e Cervia, la Radio Doiz in streaming del collettivo ravennate Studio Doiz, e infine la ripresa delle trasmissioni di Radio NK, il podcast più longevo d’Italia, nato tra Russi e Alfonsine nel 2004.
Mentre si cerca di far ripartire i corsi, tra un Dpcm e l’altro, le scuole di musica dell’Emilia-Romagna si uniscono in coordinamento per riavviare la didattica. Per quanto attiene alle feste, Musica nelle Aie si sposta verso l’autunno, i Carri in Gesso di Casola saranno sostituiti da altre iniziative, «Buongiorno Ceramica» quasi certamente replicherà on-line e i Lòm a Mêrz si sono «riconvertiti» in sei serate di trasmissioni in streaming dai vari agriturismi.

IL FUTURO
Fare un bilancio del «successo» e delle «opportunità colte» da un anno di intrattenimento riconvertito in forma digitale sarà compito degli storici dello spettacolo. Quello che possiamo osservare già oggi è che, come prevedibile, l’estemporaneità ha caratterizzato buona parte delle iniziative, con solo quelle più strutturate (vedi il Ravenna Festival) che si sono dimostrate in grado di avere una continuità e una certa pervasività sul pubblico. Ma è chiaro che la riconversione completa all’on-line è un miraggio.
Lo dimostra il bisogno del pubblico di tornare nei teatri e ai concerti. E chi lavora nel settore, in un anno di esperimenti non ha escogitato sistemi per avere introiti paragonabili a quelli pre-pandemici. Solo i giganti dello streaming viaggiano a vele spiegate. Ma abbiamo anche visto che, in un mondo distanziato per forza maggiore, il sollievo che sanno dare a chi è costretto a non uscire da casa non va oltre il palliativo.
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