Escono le guide, tolta la Michelin, la Romagna non sfigura con decine di segnalazioni, tra cui l’eccellenza faentina della «Baita»

Romagna | 25 Novembre 2022 Le vie del gusto
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Riccardo Isola - Escono le guide dedicate alla valorizzazione dell’artigianalità in cucina. Come ogni anno cerchiamo di selezionare le più autorevoli per fotografare lo stato dell’arte del mangiare e bere bene nella terra del Passatore. Quest’anno, tolta la «Michelin» che di fatto snobba un po’, soprattutto Ravenna, i «Ristoranti d’Italia» del Gambero Rosso e la guida di Slow food «Osterie d’Italia», portano all’attenzione dei gustonauti chicche ed evergreen indissolubili dell’alimentazione servita in sala.

RISTORANTI D’ITALIA
La guida blu del Gambero Rosso, quella dedicata ai «Ristoranti d’Italia 2023», premia il territorio romagnolo con alcuni importanti riconoscimenti. Mancano le «Tre forchette», il top, ma se ne contano ben 13 con due. La Romagna in tavola si aggiudica un «Tre gamberi», cioè le miglior trattoria, con «La Sangiovesa» e ottiene anche un’eccellenza in fatto di offerta di vino con un «Tre bottiglie», che se lo aggiudica «La Baita» a Faenza. Un locale, questo  di via Naviglio, in cui la grammatica del gusto prende forma e sostanza in punta di forchetta, dove la storicità abbraccia la contemporaneità, in cui il semplice atto del sedersi a tavola non diventa, solo, momento di soddisfazione di gola e pancia, ma totale esperienza degustativa capace di evocare ricordi guardando al domani. Un vero e proprio tempio laico e vivo, non come certi sarcofagi di quello che furono e che ancora, almeno nella Romagna faentina, appaiono citati seppur ombra di loro stessi e che hanno perso la bussola (da tempo sic!) e che forse sarebbe meglio analizzarli in più volte, dello stare bene, della convivialità e della capacità d’interpretazione della nutrizione come espressione appagante, intima, emozionante.  Il riconoscimento più prestigioso, quelle delle forchette, in Romagna arriva a quota 22. Di questi solo tre riguardano il ravennate con 1 forchetta ottenuta da «Le Ghiaine» di Cervia, 1 a «Terrazza Bartolini» a Milano Marittima e 1 a «CaMì» a Ravenna. Dieci locali sono in provincia di Forlì-Cesena con due forchette ottenute da «Paolo Teverini» e «Da Gorini» a Bagno di Romagna, «Marè» e «La Buca» a Cesenatico, «Benso» a Forlì, «Magnolia» a Longiano e «Osteria dei Frati» a Roncofreddo. Una forchetta invece l’ottiene «Tracina» a Cesentatico, «Terre alte» a Longiano e «Onda Blu» a San Mauro Pascoli. Sempre due forchette, ma questa volta in terra di Rimini, le ottiene: «Il Pilastrino» a Pennabilli, «Osteria Povero Diavolo» a Poggio Torriana, «Abocar», «Trattoria da Lucio» e «Guido» a Rimini e «Le Vele» a Misano Adriatico. Anche l’imolese non se la passa male con un due forchette per lo storico locale rappresentato dal «San Domenico» a cui si aggiungono un forchetta per «Callegherie» e «Popeye».Per quanto riguarda i riconoscimenti dei «Gamberi», ovvero migliori trattorie, oltre al top della «Sangiovesa» con tre gamberi, ci sono sei due gamberi riconosciuti a «Osteria dei Murè» a Cattolica, «Manueli» a Faenza, «Petito» a Forlì, «La Campanara» a Galeata, «Osteria de Borg» a Rimini e «La locanda dell’Ambra» a Talamello. Un gambero invece l’ottiene «Trattoria da Fita» a Borgo Tossignano, «Ca’ Murani» a Faenza, «Amici miei» a Mercato Saraceno. Infine le «Cocotte», ovvero i migliori bistrot, sono tre: a Cervia con «Micro» che ne ottiene due su tre e 1 cocotte rispettivamente va a «Uinauino» e «Gastarea» a Castel San Pietro.

OSTERIE D’ITALIA
Le capitali del mangiare in Osteria, in Romagna sono tre: Faenza, Roncofreddo e Galeata. Nella prima l’eccellenza, con il riconoscimento della «Chiocciola», la ottiene «La Baita» che si porta a casa anche quella della «Bottiglia», nella seconda con «Osteria dei Frati» e la terza con «La Campanara». In più la guida di Slow food per il 2023 segnala una trentina di locali che vale la pena visitare. Due sono nell’imolese e si tratta de «Il Gallo» a Castel del Rio e «Osteria del Vicolo nuovo» a Imola, sette a Faenza con oltre alla «Baita» anche «Osteria del Guercinoro» a Brisighella, «Al Deserto» a Cervia, «Ca’ Murani» e Manueli» a Faenza, la new entry «Osteria della Zabariona» a Ravenna e «Da Luciano» a Russi. Tante le relatà menzionate nel forlivese e cesenate. Qui mangiare con gusto si può da «Alto Savio» a Bagno di Romagna, «La Saluma» e «Osteria Bartolini» a Cesenatico, triplete per Forlì con «Don Abbondio», «Osteria nascosta» e «Petito». Ed ancora «Il ristorante dei cantoni» a Longano, «Allegria» a Mercato Saraceno, «Osteria dei frati» a Roncofreddo, «Il Poderone» a Santa Sofia, «La Sangiovesa» a Santarcangelo», «Ossteria!» e «Osteria dell’Autista» a Savignano. Infine otto sono le segnalazioni nel riminese con «Sirocco» a Bellaria, «Osteria dei Murè» a Cattolica, «Da Savino» a Coriano, «Pacini» a Poggio Torriana, «Io e Simone», «Osteria de Borg» e «La Marianna» a Rimini fino ad arrivare a San Leo con «La Rocca». Nella guida da 28 anni viene sempre segnanalta un piccola gemma di gusto incastonata all’ombra dell’Appennino Tosco-Romagnolo. Si tratta della «Bottega dei Portici» di Francesco Piromallo, a Palazzuolo sul Senio. Un’attività che in fatto di vino non manca sempre di offrire grandissma scelta e qualità, ma non sfigura di certo anche nell’offerta del cibo con una proposta di confine con grande attenzione al territorio nel quale opera. 

GUIDA MICHELIN
La Guida Michelin lascia fuori la provincia di Ravenna anche quest’anno dall’olimpo del buon mangiare. Sono anni che il territorio bizantino langue nella guida rossa gourmet. Un dato di fatto, in negativo, che non fa bene e non giova al territorio, alla tradizione e alla promozione del turismo enogastronomico di alta qualità di queste terre. Chi invece se la passa molto bene è il territorio di Rimini dove, per il 2023, sono quattro «Il Piastrino» a Pennabilli, «Abocar» a Rimini, «Guido» a Miramare, «Osteria del Povero Diavolo» a Torriana. Spiccano tra tutti i due ristoranti che anche quest’anno confermano di brillare, eccome, nel firmamento della cucina nazionale. Parliamo del «San Domenico» di Imola e «Magnolia»di Cesenatico che si aggiudicano le due stelle ciascuno. Sempre nel forlivese-cesenate confermata la stella anche per «Gorini» a San Piero in Bagno e «La Buca» a Cesenatico. Non è stata confermata la stella al Righi di San Marino in chiusura a fine anno. Quest’anno entra anche il ristorante «Vite» di San Patrignano che si aggiudica la «Stella verde» che viene assegnata ai ristoranti impegnati in una cucina sostenibile. Infine l’«Osteria de Borg» di Rimini e il «Marchesi» di Novafeltria, confermano il loro essere «Bib gourmand» (eccellente rapporto tra qualità e prezzo).
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Avendone frequentati parecchi devo dire che il giudizio è su certi locali è sfacciatamente di parte.
Commenta news 26/11/2022 - Giovanni
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