Emergenza Ucraina, la storia di Yana da Bagnacavallo: «Tante offerte di materiale utile da mandare, anche noi siamo in pensiero per le nostre famiglie»

Romagna | 05 Marzo 2022 Cronaca
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«Ci stiamo dando da fare anche a Bagnacavallo per raccogliere vestiti, viveri e altro materiale da mandare al mio paese. Io vivo con mio marito e i miei figli da 18 anni in Italia, ma il resto della mia famiglia è in Ucraina, in una zona per il momento non ancora colpita duramente dall’assurda guerra di Putin. Tutti i giorni ci sentiamo, abbiamo paura, è ovvio». Yana Shchaslyna, ucraina che vive a Bagnacavallo e lavora alla Gran Frutta Zani, si è fatta promotrice di una raccolta di beni da mandare al suo paese. Nella Bassa Romagna non ci sono associazioni che raggruppano gli ucraini, come invece c’è a Ravenna. Ma le presenze sono comunque numerose, così dal giorno dell’inizio della guerra è scattata la solidarietà. «La mia famiglia sta bene – racconta Yana -, vive nella zona occidentale dell’Ucraina, verso la Moldavia, vivono con la paura, i miei genitori e i parenti di mio marito sono in quella zona, vedremo se e come poterli raggiungere. Mio marito ci sta pensando seriamente, io voglio rimanere in Italia con i miei figli, ma appena potrò tornerò». La giovane donna si è fatta promotrice di una raccolta di beni che ha già riscosso molta attenzione. «C’è stata una risposta molto forte al nostro appello – sottolinea Yana -, in molti si sono fatti vivi, ricevo almeno una decina di messaggi o telefonate tutti i giorni, anche rumeni e polacchi, oltre che moltissimi italiani. Questa settimana arriverà un pulmann dall’Ucraina dove caricheremo i materiali raccolti, siamo in contatto anche con famiglie di Faenza per fare un viaggio unico ai pacchi. Una volta arrivati alla dogana, sarà poi la Croce Rossa ucraina che si fa carico di distribuire il materiale per militari e persone civili». La preoccupazione è arrivata anche ai figli di Yana. «I miei figli si sono accorti di qualche cosa, noi siamo sempre con il telefono in mano, mio marito sta pensando di tornare, vediamo, è una scelta difficile. Non ci saremmo mai aspettati di vedere la guerra, con i russi siamo come fratelli, molte famiglie sono miste, anche mia mamma è russa, non riusciamo a darci pace, Putin è un dittatore, l’Europa deve fermarlo». (m.p.)
 
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