David Minguzzi, Protezione Civile Bassa Romagna: «Argini, nuovi piani e formazione le priorità»

Romagna | 28 Ottobre 2023 Cronaca
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Federico Savini
«Manutenzione e assestamento degli argini, revisione dei piani d’emergenza e formazione». Sono queste le priorità individuate per i prossimi mesi da David Minguzzi, nuovo responsabile del servizio coordinamento Protezione Civile dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, nominato nello scorse settimana alla testa di una struttura più che raddoppiata e alla quale, specie dopo l’alluvione, i cittadini del territorio hanno imparato a guardare per l’importanza che ha.
Quanto a Minguzzi, il suo ruolo coincide con quello di vice comandante del corpo della Polizia locale, nel quale entrò nel 2007 ad appena 22 anni, prima come agente poi come ispettore responsabile del presidio di Bagnacavallo, «dopo essermi occupato di meteorologia, una passione che ho fin da piccolo - spiega Minguzzi –. Ho studiato Giurisprudenza ma collaboravo con siti dedicati alla climatologia e come volontario ero nella Protezione Civile anche da ragazzo, a Faenza. Da quando sono entrato nella Polizia Locale mi sono sempre occupato anche dei servizi operativi della protezione civile, ottenendo anche un riconoscimento per un intervento al terremoto dell’Aquila. È un ambiente che conosco da tempo».
Coordinerà i gruppi?
«Oltre a coordinare i gruppi comunali della Protezione Civile della Bassa Romagna, che contano circa 160 persone, il servizio si pone nella gestione dell’emergenza come punto di coordinamento tra i Comuni dell’Unione e raccordo con la Prefettura e gli altri enti sovra-comunali. L’organico della struttura è stato di recente più che raddoppiato, con l’introduzione di figure tecniche e giuridiche che mancavano».
In questo momento qual è il lavoro che vi occupa maggiormente?
«Stiamo rivedendo tutti i piani di Protezione Civile per la gestione dell’emergenza. Occorreranno alcuni mesi, le strategie vanno rinnovate sulla base di quanto accaduto ma anche della tecnologia. Poi vanno aumentate la banche dati relativa alle persone fragili, che sono in aumento e vanno tutte geolocalizzate. Stiamo lavorando con i dati in nostro possesso ma sarà necessaria un’integrazione con quelli di Inps e Ausl in particolare. Un’altra revisione andrà fatta sulle aree di ammassamento, pensate soprattutto per i terremoti e quindi spesso al piano terra. Un’alluvione che interessi più di un comune necessita di altre aree di questo tipo. Bisogna poi coordinare i piani di evacuazione anche a livello sovra-comunale, qualora fosse necessario. È molto importante, in questi giorni, anche il percorso formativo per volontari intrapreso con il dipartimento regionale».
Cosa desta la maggiore preoccupazione?
«Il fatto che l’assestamento completo degli argini richiederà molto tempo, parecchi mesi. È stato istituito un servizio di monitoraggio degli argini dal coordinamento provinciali, che coinvolge anche i nostri volontari».
Nell’atteggiamento nei vostri confronti l’alluvione ha cambiato qualcosa?
«Spero e credo che sia aumentata la fiducia nelle nostre indicazioni. Il giorno prima del 16 maggio c’era sole e tante persone non hanno seguito le nostre raccomandazioni di tenersi lontane dai fiumi. Sono convinto che, essendoci ancora un “blocco emotivo” sull’alluvione l’attenzione della gente sarà ancora alta per un po’. Anche per questo vanno convinte sempre più persone ad aderire all’Alert System».
Quanto sono gli iscritti al sistema di allarmistica?
«25mila all’Alert System, 9mila alle app specifichwe, 7mila su Telegram, più tutte quelle, non misurabili, che seguono i canali social».
Sicuramente sono molto aumentati i volontari della Protezione Civile a ridosso dell’alluvione. È un trend che si sta mantenendo?
«Rispetto a maggio è ovviamente calato ma il dato è superiore rispetto al 2022, soprattutto nelle fasce giovanili, che è come se ci avessero “scoperto”. D’altra parte la Protezione Civile si vede fisicamente nel momento dell’operatività, ma il 95% del nostro impegno sta nella pianificazione. L’emotività può essere la molla che spinge qualcuno a diventare volontario, poi però servono impegno, serietà e costanza. È una cosa che si capisce nel giro di poco».


 
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