Danze, cori, orchestre e sassofoni al Ravenna Festival
Settimana per la gran parte musicale quella che a Ravenna si apre per il Festival venerdì 23 giugno con il Signum Saxophone Quartet, originale quartetto cameristico di soli sassofoni che si esibirà al museo Nazionale in un programma che, temerariamente, passerà come nulla fosse da bach a Glass, passando per Bernstein, Albinoni e Ginastera e Chick Corea. Nella stessa serata, il palcoscenico del teatro Aligheri sarà tutto per la compagnia Ick Dans Amsterdam con We, the Eyes, coproduzione anche del Festival in prima italiana, spettacolo dedicato a ritrarre un’umanità post-pandemica e nato dalle riflessioni sul futuro di Emio Greco e Pieter C. Scholten.
Sabato 24 al Pala De Andrè sarà di scena la grande musica sinfonica, con l’orchestra Cherubini diretta da Julian Rachlin e con Yefim Bronfman al pianoforte in musiche di Nikolaj Rimskij-Korsakov, Beethoven e Tcajkovskij. Domenica 25 alle 19 alla Darsena del Sale di Cervia Ernesto Assante farà rivivere le poesie e le liriche di Roberto Roversi (arcinoto per il suo lavoro con Lucio Dalla), insieme agli Zois, mentre alle 21 all’Alighieri si esibiranno i The King’s Singers, coro britannico al quale è dedicata tutta una «sottotrama» del Festival, con un programma ambizioso: da Schubert ai Beatles.
Sinfonica nuovamente protagonista al Pala De Andrè martedì 27, quando Aleksandar Markovic dirigerà la Cherubini con il soprano Iwona Sobotka e il bravissimo pianista, originario di Russi, Filippo Gorini, impegnato in pagine di Beethoven, Penderecki e Górecki. La musica antica incontterà la contemporanea mercoledì 28 a Sant’Agata Maggiore con l’«Harmonia Artificiosa» di Elicia Silverstein, Marco Serino e Francesco Cera. Prosa protagonista, infine, giovedì 29 all’Alighieri dove tornerà il premio Ubu ravennate Marco Cavalcoli insieme agli attori del Laboratorio Permanente Il teatro è Differenza nello spettacolo Marat/Sade, ideato da Elisa Pol e Maurizio Lupinelli (che dirige anche) e adattamento per il teatro da Eugenio Sideri.