Dalla poesia dialettale alla storia locale: strenne letterarie romagnole per i regali 2024

Federico Savini
Che siano strenne di Natale, che sia una specie di «classifica» del meglio che gli autori del nostro territorio hanno pubblicato nel corso dell’anno o che si tratti di un modo per recuperare opere non segnalate e uscite nei mesi scorsi poco cambia: alla vigilia delle Feste un’incursione nei libri dedicati alla Romagna o di autori romagnoli o che raccontano di eccellenze di casa nostra, è un rituale di stagione utile e dilettevole, a cui non ci sottraiamo.
E allora apriamo con un libro che rimanda fin dal titolo alla bella stagione, ma d’altra parte Maurizio Maggiani non è uno qualsiasi e il suo esordio nella narrativa per ragazzi è degno di nota. L’ultima estate coi dischi volanti (Feltrinelli) rievoca i ricordi giovanili dello scrittore che oggi vvie a Modigliana, quelli di una «campagna tutta da raccontare». Ma Maggiani nel 2024 aveva già pubblicato sempre su Feltrinelli un saggio di impronta più «civile», ossia La Memoria e la Lotta. Calendario intimo della Repubblica, che riflette sulla nostra Storia e sul modo di raccontarla. Il solo che permetta di mantenerla viva, vibrante e interessante per orecchie vergini.
Parla di una storia non distante da quella di Maggiani anche Sauro Mattarelli, che ne I lumini del 9 febbraio (Il Ponte Vecchio) ha raccontato una dimenticata tradizione laica legata alla Repubblica Romana, per riflettere sul significato odierno della memoria collettiva. E di memoria e sedimenti della storia si occupa da sempre anche Eraldo Baldini, quanto mai prolifico quest’anno e di recente uscito con Ravenna Strane Storie (Il Ponte Vecchio), scritto a quattro mani con Andrea Casadio e con un contributo di Giuliana Zanelli. Una trattazione curiosa e disomogenea, dai fenomeni naturali inconsueti agli eventi «soprannaturali», dalla stregoneria alle possessioni diaboliche, dagli animali da incubo ai «prodigi» che infestano i conventi.
Un’operazione culturale di grande rilievo, poi, è quella di Libro Aperto, che ha ripubblicato il poema di Lord Byron La Profezia di Dante, con introduzione di Antonio Patuelli dedicata all’ideale libertario del letterato britannico, dalle note passioni politiche, visto quasi come un trait d’union tra le rivoluzioni francese e americana e il Risorgimento italiano.
Da segnalare per forza anche un autore nazionale come Paolo Nori, perché nel Chiudo la porta e urlo racconta di Raffaello Baldini - che Nori definisce «il più grande poeta italiano che scriveva, c’è da dire, delle poesie stranissime» -, poeta la cui fama nazionale è sempre stata frenata dalla lingua vernacolare romagnola. A proposito della quale il Ponte Vecchio prosegue nella sua opera antologica sui grandi versatori nostrani pubblicando qualche mese fa Sulόstar, la raccolta completa del cesenate Cino Pedrelli.
Un’altra Romagna è poi quella del fusignanese Fabio Zaffagnini, personalità creativa e mente dietro ai Rockin’1000 che ha scelto di raccontarsi nel libro Da zero a mille, dove oltre alla vicenda della «più grande band al mondo» racconta anche di altri «colpi di testa».
Tornando al locale, svetta tra le nuove uscite Nero di inchiostro - Ermenegildo Servadei un tipografo socialista a Brisighella (1891-1909)» (Tipografia Valgimigli) del faentino Paolo Campana, appassionata biografia di un tipografo che della sua arte fece uno strumento di lotta, non volendo allinearsi come fecero tanti colleghi per evitare i guai che collaborazioni non gradite al potere potevano provocare. Non meno interessante è il nuovissimo Dal gelso alla seta. Il mercato dei bozzoli a Lugo e nella Bassa Romagna (Tempo al libro) di Paolo Gagliardi, che fa il punto sugli studi relativi ad una fiera di importanza storica per il territorio, che aprì l’area del lughese anche a commerci internazionali.
Appena uscito grazie alla Pro Loco di Russi è poi Centocinquanta racconti tra due millenni di Liana Ricci, raccolta di racconti minimi e arguti, tra una nostalgia con una punta di irriverenza e uno sguardo sul presente carico di sorniona empatia. A proposito di donne, Ilaria Cerioli ha da poco pubblicato Rita dagli occhi neri (Giulio Perrone), romanzo ambientato nella Romagna dell’Ottocento su una donna accusata di aver ucciso un uomo e che si ritrova testimone involontaria di avvenimenti storici che porteranno l’Italia alle soglie della Grande Guerra.
Chiudiamo con la narrativa per ragazzi, partendo da Little Girl (Bompiani), ultimo lavoro della ravennate Alice Keller, già candidata al Campiello Junior, che in questo libro pensato per i ragazzi delle medie riflette sul significato del «sentirsi a casa» nel mondo di oggi. È invece un esordio, destinato a bambini molto più piccoli, il libro illustrato Bimbo e Formica (Persiani) della faentina Margherita Calzoni, che racconta l’equilibrio tra gli opposti sotto forma di favola. Una storia di fratellanza in cui l’attenzione per l’altro è alla base dell’amicizia, nonché la via per accettare il mondo.