Dalla pianura alla collina il mondo del vino lancia l’allarme, dalle grandi cooperative al Consorzio vini: «Danni importanti e lunghi per il vigneto Romagna»

Romagna | 17 Giugno 2023 Economia
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Riccardo Isola - Il «vigneto Romagna» sta soffrendo. Uno dei comparti che dalla pianura alla collina rappresenta un importante asset strategico per l’economia di questo territorio. Allagamenti, frane, impossibilità di raggiungere i vigneti, insorgenza di fitopatologie legate alla presenza continuativa di acqua e fango, oltre allo sradicamento, causa frane, di diversi filari sono i principali danni che si stanno registrando a distanza di un mese dall’ondata di maltempo. E’ una situazione per lo più generalizzata dal ravennate, con epicentro nel faentino, al cesenate anche se i danni, a livello puntuale sono differenti. Dalle grandi cooperative alle associazioni ed enti predisposti alla valorizzazione del nettare di Bacco il commento è pressochè unanime: «un disastro ancora da quantificare in termini di danni per la vendemmia e per la tenuta dei vigneti nel futuro».
Per il presidente del Consorzio vini, Roberto Monti «l’entità dei danni non è ancora quantificabile. Ci troviamo di fronte una collina disastrata dalle frane. Tuttavia se facessimo una somma delle superfici a vigneto dell’area collinare non troveremmo un risultato molto impattante. Stessa cosa per le strutture di produzione, i fabbricati danneggiati sono pochi. Più rilevanti i danni indiretti legati alla impossibilità di gestire correttamente e nei tempi giusti le pratiche agronomiche e i trattamenti. Nelle aree di pianura, ad eventuali problemi legati all’inagibilità dei terreni, si aggiunge quello del ristagno idrico». Più impattante è invece la prima stima che arriva dai gruppi cooperativi, che intercettano centinaia e centinaia di conferitori di uva sia dalla pianura, soprattutto con il Trebbiano, sia dalla collina con Sangiovese e vini che puntano al comparto premium.
Per Simonpietro Felice, direttore di Caviro «stando alle primissime e assolutamente non definitive stime, in collina, dove per lo più si coltivano uve rosse come il Sangiovese ma anche versioni di bianco premium come Albana e Famoso, la percentuale del vigneto non più in grado di essere produttivo si attesta circa sul 10%. In pianura, dove predomina il Trebbiano, la percentuale di alza arrivando in media attorno al 20%.  Questo porta con sé anche un’altra considerazione. Il 90% del restante patrimonio vegetale sopravvissuto di fatto oggi è rigoglioso, in salute e forse vivo come da tempo non lo si vedeva, con conseguente produzione maggiore attesa. Una cosa che ci fa ben sperare».
Anche Marco Nannetti, presidente del Gruppo Cevico «la situazione è complessa e con tempi di risoluzione che saranno purtroppo lunghi. Il 40% della superficie pianeggiante risulta essere stata alluvionata. Questo, seppur a macchia di leopardo, porterà a una riduzione attesa dei volumi di produzione che si aggirerà sicuramente a doppia cifra in termini percentuali. Basti pensare che solo oggi abbiamo informazioni da parte di uno nostro socio di avere 10 ettari di vigneto morto per asfissia radicale. Senza contare come le malattie legate a questa alluvione, peronospora e oidio su tutte, saranno costantemente da monitorare. La 2023 non sarà quindi una vendemmia normale e sicuramente non si parlerà di surplus produttivo». Alla luce di questa situazione tutti comunque confermano come, in relazione alle proprie mission e alle proprie capacità «l’impegno è quello di proseguire a valorizzare un patrimonio agroalimentare che è fortuna per questo territorio. Serve però tempestivo l’intervento dello stato con ristori e interventi di sostegno economico-finanziario certi e celeri per le centinaia di aziende colpite dall’alluvione e dalle conseguenze delle precipitazioni straordinarie che hanno colpito la Romagna in maggio. Ci si deve rialzare e lo faremo ma serve un gioco di squadra».
Su questo tema anche Enoteca regionale, nelle parole del presidente Davide Frascari. «Oltre al sostegno immediato alle popolazioni con bancali di acqua, materiale alimentare e per la pulizia Enoteca Regionale è a fianco delle comunità colpite dalle alluvioni. Si studiano azioni di aiuto all’accesso al credito a quelle della comunicazione e promozione dei vini. A fine giugno in America a New York. Qui porteremo anche i vini provenienti dalle cantine e dai territori colpiti dall’alluvione. Infine presenterò una proposta al Cdr per non far pagare la quota dell’annata 2023 alle cantine e alle aziende che sono state colpite dagli eventi metereologici di maggio». Un’altra azione che Enoteca Regionale sta perseguendo è quella di chiedere una deroga alla possibilità di mettere in commercio gli stock di bottiglie, ovviamente con i crismi necessari, che sono state alluvionate e che per legge non potrebbero raggiungere gli scaffali e il mondo Horeca. Inoltre anche con valore Italia stiamo facendo pressioni affinché i controlli sulle etichettature siano attenuati. Serve tempo e buon senso ma crediamo che tutte queste azioni possano permettere all’Emilia Romagna del vino di tornare a essere protagonista sui mercati locali, nazionali e anche esteri visto che stiamo parlando di una regione che è la terza a livello nazionale per produzioni in volume e la seconda per produzione in valore».
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